spoiler
Giovanni Drogo, ufficiale di fresca nomina è inviato proprio lì al confine, a presidiare una fortezza mai attaccata da nessun nemico. Solitaria, la fortezza si erge ai confini di una valle, ai suoi fianchi è costeggiata dalle montagne e, a nord, è contigua a un fazzoletto di deserto, "pietre e terra secca, lo chiamano il deserto dei Tartari". Ed è proprio lì, che si concentrano le speranze delle truppe della fortezza, la speranza di vedere il nemico arrivare, in qualche tempo. Tuttavia, Drogo, in quello strano posto, ci starà poco, ne è convinto, quattro mesi appena e poi tornerà a casa, sarà assegnato ad un altro luogo, se è fortunato sarà inviato alla caserma giù in città, dove, dopo anni di studio, potrà godersi la vita e la sua fiorente giovinezza. Ma la Fortezza ha qualcosa in più, esercita un misterioso fascino sul protagonista che ne rimarrà, suo malgrado, invischiato. La sua partenza, per varie casualità o per destino, è continuamente rimandata, "oscure forze si oppongono, alcune originate dalla sua stessa anima". Intanto la domanda del lettore si delinea sempre più nitidamente: “Drogo, stai perseguendo il tuo destino o ti stai arrendendo ad esso?"
Tutta la vicenda si svolge lì, alla Fortezza Bastiani. Dove questa si collochi esattamente sulle mappe geografiche, non è dato sapere. E in quale periodo di tempo si svolga l’intera vicenda del romanzo, non lo si riesce proprio a percepire. Un'atmosfera surreale e metafisica avvolge questo luogo e gli uomini che la abitano costantemente vivono sul confine tra realtà ed irrealtà. Senza connotazioni spaziali e temporali, è lì che l’ufficiale Drogo consuma la sua esistenza, in una sterminata striscia di giorni senza inizio e senza fine, quasi “malato” di attesa, trascorre le sue giornate scrutando la pianura sassosa, aspettando incessantemente l'evento bellico che illumini e riscatti la sua vita.
Gli anni passano in questa estenuante attesa, la carriera di Drogo procede lenta, per anzianità di servizio, i suoi vecchi compagni hanno fatto la loro vita sentendosi ora soddisfatti, mentre lui è stato lasciato indietro nella corsa della vita. "E a più di quarant'anni, senza aver fatto nulla di buono, senza figli, veramente solo al mondo, Giovanni si guardava attorno sgomento, sentendo declinare il proprio destino". Giovanni Drogo, sotto l’impetuosità del tempo che lavora e come ogni uomo, invecchia.
Infine, lasciato solo sul momento di gloria tanto atteso, si trova di fronte all'unica battaglia davvero inevitabile per ogni essere umano: solamente faccia a faccia con la morte, solitaria e dignitosa, il vecchio ufficiale assapora finalmente la sua vittoria.
EXPLICIT
La camera si è riempita di buio, solo con grande fatica si può distinguere il biancore del letto, e tutto il resto è nero. Fra poco dovrebbe levarsi la luna.
Farà in tempo, Drogo, a vederla, o dovrà andarsene prima? La porta della camera palpita con uno scricchiolio leggero. Forse è un soffio di vento, un semplice risucchio d'aria di queste inquiete notti di primavera. Forse è invece lei che è entrata, con passo silenzioso, e adesso sta avvicinandosi alla poltrona di Drogo. Facendosi forza, Giovanni raddrizza un po' il busto, si assesta con una mano il colletto dell'uniforme, dà ancora uno sguardo fuori dalla finestra, una brevissima occhiata, per l'ultima sua porzione di stelle. Poi nel buio, benché nessuno lo veda, sorride.
Drogo, alla fine, mi hai fatto compagnia. Lettura un pò difficile a decollare ma ne è valsa la pena. All'apparente staticità del romanzo si contrappone un'introspettiva profonda sulle domande fondamentali della vita. Le domande che ogni uomo si è posto almeno una volta. Domande dalle difficili risposte che audacemente provocano il lettore. Mi ha riportato in mente stralci della mia storia personale e a considerare che, a volte, anche la mia vita trascorre come alla fortezza, con giorni tutti uguali uno dopo l'altro...Mi soffermo su questo poensiero, triste e a tratti quasi disperato, poi ci ripenso ancora un attimo e concludo che è vero che tutti i miei giorni sono simili fra loro: mi alzo, vado a lavorare, rientro a casa, preparo la cena...ma la differenza tra tutti questi giorni sono io e la mia capacità di vivere in profondità ogni giorno e differenziarlo, così, dal giorno precedente.