Dunque, era ormai qualche anno che volevo leggere questo romanzo, e finalmente sono riuscita a farlo. Devo dire che la curiosità era tanta, essendo una (quasi) laureanda in Filosofia. Credo che questo fatto in parte abbia costituito un ostacolo per me ad apprezzare questo romanzo, più che altro perché ho avuto bisogno di circa un centinaio di pagine per sintonizzarmi con il livello della divulgazione (non voglio passare per saccente, eh, non è che io sia un genio, solo che ormai sono abituata ad essere immersa per buona parte delle mie giornate direttamente nei testi degli autori, e alcune semplificazioni d'obbligo inizialmente mi hanno un po' spaesata). E, ecco, credo che questo sia un romanzo particolarmente adatto ai ragazzi che non hanno ancora studiato filosofia, o ai più grandi che sono a digiuno di questa materia e vogliono avvicinarcisi: le spiegazioni sono molto dirette e semplici, eppure al tempo stesso sono precise, e permettono a chiunque, quale che sia la preparazione in materia, di riuscire a seguire il discorso. E, insomma, credo che questa sia una bellissima cosa.
La vicenda narrativa in sé credo risenta un pochino del fatto che questo è sostanzialmente un libro per ragazzi: è interessante, accattivante e sotto un certo punto di vista geniale, ma ogni tanto ho trovato alcuni passaggi poco credibili, salvo poi dovermi fermare per ricordarmi di quello che cercavo in un libro a quattordici-quindici anni. Però credo che sia comunque fondamentale: permette di cogliere in maniera più approfondita alcuni tratti di determinati autori, oltre ad alleggerire le spiegazioni puramente nozionali (anche perché, se non ci fosse la narrazione, non sarebbe più un romanzo, ma solo un riassunto divulgativo della storia della filosofia). Diciamo che ho apprezzato i primi tre quarti della trama, mentre la parte finale l'ho trovata leggermente forzata e surreale (non mi sbilancio troppo per non rischiare spoiler

).
Un'altra cosa che mi ha lasciata un po' perplessa è stato il fatto di trovare autori come Nietzsche e Sartre riassunti in poche righe, Heidegger solamente nominato, Husserl totalmente assente. Non so, questo dalla trama è giustificato, ma in un romanzo che si propone di illustrare la storia della filosofia, mi pare un pochino una mancanza.
In conclusione, credo che probabilmente avrei apprezzato molto di più questo romanzo se lo avessi letto qualche anno fa (non dico prima di cominciare il triennio al liceo, ma almeno prima di iniziare l'università), ma resta il fatto che è un ottimo romanzo, con un'idea di base interessantissima, molto utile per chiunque voglia avvicinarsi alla filosofia o rispolverare qualche nozione sopita dal tempo.