Hairless Heart
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Pare che sia l'unico dei quattro romanzi di Conan Doyle con protagonista il nostro Sherlock Holmes a non essere stato ancora commentato. Forse perchè il meno famoso dei quattro, chissà. Ciò non toglie che La valle della paura sia un ottimo libro, indispensabile pezzo per chiunque voglia fare la conoscenza dell'opera omnia dell'autore.
Diviso nettamente in due parti distinte, questo libro si presenta atipico rispetto al canone usuale. La prima parte è dedicata allo sviluppo e alla soluzione della vicenda che vede ancora una volta la polizia chiedere l'aiuto del grande Sherlock per un caso di morte sospetta in un paesino del Sussex. La seconda, rivela il lungo antefatto che illustra le vicissitudini vissute dall'uomo al centro della scena, che hanno portato allo svolgersi dei fatti precedentemente narrati.
Atipico, ripeto, ma non tanto per la curiosa distinzione dei racconti, ma perchè potrei dire, almeno per quanto mi riguarda personalmente, di aver trovato più avvincente ed appassionante questa "storia dietro la storia", che parte regalando una falsa impressione di già visto, di scontato, per poi esplodere in una forte tragedia a tinte fosche in cui l'angoscia per l'orrore e per la crudeltà degli eventi narrati si fanno decisamente palpabili.
Resta inoltre (da notare) l'unico romanzo lungo in cui viene citato Moriarty, anche se non sarà ben chiaro neanche dopo la conclusione quale sarà il suo reale peso nella vicenda, se ci sarà.
Diviso nettamente in due parti distinte, questo libro si presenta atipico rispetto al canone usuale. La prima parte è dedicata allo sviluppo e alla soluzione della vicenda che vede ancora una volta la polizia chiedere l'aiuto del grande Sherlock per un caso di morte sospetta in un paesino del Sussex. La seconda, rivela il lungo antefatto che illustra le vicissitudini vissute dall'uomo al centro della scena, che hanno portato allo svolgersi dei fatti precedentemente narrati.
Atipico, ripeto, ma non tanto per la curiosa distinzione dei racconti, ma perchè potrei dire, almeno per quanto mi riguarda personalmente, di aver trovato più avvincente ed appassionante questa "storia dietro la storia", che parte regalando una falsa impressione di già visto, di scontato, per poi esplodere in una forte tragedia a tinte fosche in cui l'angoscia per l'orrore e per la crudeltà degli eventi narrati si fanno decisamente palpabili.
Resta inoltre (da notare) l'unico romanzo lungo in cui viene citato Moriarty, anche se non sarà ben chiaro neanche dopo la conclusione quale sarà il suo reale peso nella vicenda, se ci sarà.