Mai ascoltato un romanzo o un saggio. Leggere, però, ti permette di svelare la struttura del romanzo, di tornare e ritornare su di un passo, di assaporare le parole nella tua mente, di recitarle ad alta voce, di interpretare tu ciò che leggi. Ascoltandolo no. E quindi nell'ascolto ti perdi una parte significativa, o fondamentale, di quanto è stato scritto.
Forse sono troppo radicale.
Francamente non amo le novità, i libri li compro ancora in libreria e mi piace l'oggetto in sé. Anzi sono un accumulatore seriale di volumi.
Per me sono due aspetti complementari. Non per nulla le zone della corteccia cerebrale che vengono attivate sono zone diverse!
Certo il libro di carta consente spesso una grande accortezza, dà la possibilità di gustare la precisione e l'efficacia di frasi ed espressioni, ma dipende dallo stile di lettura e/o di ascolto.
Io sono un'ascoltatrice esigente, e so selezionare il lettore che mi presta la sua voce in maniera chiara ma sapendo mantenersi un passo indietro, per non sovrapporre la propria recitazione al testo. Sono attenta e quando una frase mi colpisce torno a risentirla. A volte prendo appunti o segno il minuto preciso di una frase. Riesco a gustare il testo con molta concentrazione, e mentre nella lettura tradizionale a volte mi scopro a volare altrove con la mente, durante l'ascolto non mi capita.
Però, ribadisco, non si tratta di criteri standardizzabili: ognuno ha le proprie modalità per attivare attenzione, memoria, godimento estetico. Non è una questione di modernità, è proprio una questione di conformazione percettiva. C'è chi ricorda una strada e chi - come me - si perderebbe a casa propria. C'è chi ricorda le parole scritte e chi i volti, c'è chi riconosce un brano musicale e chi sa apprezzare il retrogusto di un vino.
C'è chi sa ballare il tango e chi no. Che c'entra il tango con l'ascolto di un audiolibro? Sono tutte forme di elaborazione di uno stimolo, e ognuno di noi ha una o più vie d'accesso preferenziali. Ovviamente poi, visto che noi umani siamo orientati verso ciò che ci viene meglio, sarà questa la capacità che coltiveremo e quindi con l'allenamento ci riuscirà sempre meglio.
Quindi non credo che si tratti di una questione di "approccio alle novità", anche perché insomma.. novità relativamente, eh!
Ricordo che, con la mia tribù, sedevamo la sera intorno al fuoco e mentre echeggiavano in lontananza i barriti dei dinosauri lo sciamano raccontava le storie.. no, dai, sto giocando, i dinosauri non barrivano (credo) ma soprattutto non barrivano quando c'erano gli uomini. Ma sicuramente se c'erano gli uomini c'erano le storie, ed erano storie tramandate oralmente.
E per finire, la tecnologia mi apre orizzonti che prima mi erano preclusi. Quali? Te lo dico un'altra volta, ma ricorda: "Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua neofobia".
Scherzo, sono antica quanto te, ma non dirlo a quelli del forum

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