Credo che il concetto di letteratura europea non si sia ancora diffuso in primis perché non esiste nessuna opera critica che ne raccolga tutta la storia (al contrario della letteratura italiana dove abbiamo Francesco De Sanctis o di quella francese di Brunel o quella tedesca di Mittner), e poi per l' "orgoglio nazionale" che alla fine ogni persona ha per il suo popolo/la sua letteratura; per noi Dante è un eroe nazionale e forse il miglior scrittore di sempre, nelle altre nazioni è solo il più grande poeta italiano, e la stessa cosa è per Cervantes, Hugo, Goethe (forse l'unico che è veramente internazionale è Shakespeare)... credo che prima che la letteratura diventi veramente mondiale come voleva Goethe, dovrà passare molto, molto tempo....
e quindi credo che ancora sia permesso fare qualche confronto tra autori di "diverse" letteratura :wink:
Apro una sola piccola parentesi: credo non sia da sottovalutare l'"internazionalità" di Dante. Non è da credere che all'estero lo giudichino semplicemente come "il miglior autore
italiano", anzi! Basti pensare, nonostante sia un dato riduttivo, che i maggiori studiosi di Dante negli ultimi decenni non sono italiani (Charles Singleton valga come solo esempio).
Scegliere chi fra Dante e Shakespeare sia il miglior autore di sempre è veramente difficile, un po' per tutti, magari è anche impossibile (sempre perché non si può mettere sullo stesso piano un autore del '300 con un autore del '500/'600)
È vero che manca un'opera critica che raccolga la storia della letteratura europea, ma gli studiosi si stanno già muovendo in questo senso. L'attenzione alle letterature nazionali, però, rimane d'obbligo. Non si potrebbero mai mettere nello stesso calderone, per esempio, la letteratura inglese e quella italiana, fra loro sono veramente diversissime! E non è affatto una questione di orgoglio. Per esempio, è un dato oggettivo che la letteratura italiana in poesia sia maestosa, ma che per la prosa non abbia chissà quale tradizione.
E beh, io parlo di "autore migliore" sempre perché l'arte non è una questione soggettiva. Leggevo la discussione linkata da Elisa, era molto interessante. Ma è normale che i personaggi di Dostoevskij siano più approfonditi di quelli manzoniani. È un dato di fatto, con delle spiegazioni anche piuttosto chiare: Manzoni scrive da sé, fa una cosa che in Italia non aveva quasi mai fatto nessuno, Dostoevskij ha alle spalle una tradizione più ricca. Poi rimane la questione soggettiva, che è quella dei gusti. Se, tornando a quel che dicevo, mi chiedessero di scegliere per gusto personale fra Shakespeare e Dante, io non esiterei due volte a rispondere "Dante", se dovessi invece attenermi al valore artistico non potrei rispondere.
Il discorso è certamente molto complesso. Valutando l'opera letteraria in sé, magari
Delitto e Castigo è assolutamente migliore. Valutando
I promessi sposi nel contesto storico-culturale dell'Italia della prima metà dell'ottocento, beh, per noi rimane un'opera straordinaria, con un valore che magari
Delitto e Castigo non ha all'interno della letteratura russa, semplicemente perché non è l'
exemplum da cui inizia un'intera tradizione in prosa. Bisogna valutare contesto e contesto, significato e significato di "migliore".