Bellucci, Valentina - Black Angel

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Ed ecco anche il Booktrailer di Black Angel :YY


ci avrei sentito bene anche gli
evanescence ...
ma quel brano dei linkin park mi è sempre piaciuto

perciò complimenti
anche per i disegni e gli effetti.

in bocca al lupo (ovviamente mannaro)
perché il tuo libro si evolva in
una saga di successo

:D
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Grazie a tutti :D :ABBB

E oggi voglio invece presentarvi l'articolo di giornale che è uscito su "Il Tirreno" :YY :YY :YY

Valentina Bellucci


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[FONT=Georgia, Times New Roman, serif]Un fantasy d'esordio
[FONT=Georgia, Times New Roman, serif]nato a scuola [/FONT]

[FONT=Georgia, Times New Roman, serif]e cresciuto tra le api[/FONT][FONT=Verdana, sans-serif] [/FONT]

[FONT=Georgia, Times New Roman, serif][/FONT][FONT=Georgia, Times New Roman, serif]Il Libro. Si chiama "Black Angel" il romanzo d'esordio di [/FONT]
[FONT=Georgia, Times New Roman, serif]Valentina Bellucci, [/FONT]26 anni di Santa Luce.
[FONT=Georgia, Times New Roman, serif]
Forse Valentina Bellucci avrebbe difficoltà ad esprimersi in 140 caratteri. Il suo romanzo "Black Angel. Il Figlio dei Demoni" è un fiume di parole che dilatano, come per sfida, il tempo dei t[/FONT]weet.
[/FONT]

[FONT=Georgia, Times New Roman, serif]Opera prima di una ventisettenne che ha visto la luce dopo lunga gestazione, il fantasy è l'inizio della saga "Le rose del male" ed ha già un seguito, "La rosa nera".
[/FONT]

[FONT=Georgia, Times New Roman, serif]L'autrice è una giovane di Santa Luce che lavora in un'azienda di apicoltura, con la passione per la scrittura fin da piccola ed ormai inarrestabile (ha già annunciato il prossimo libro "Angeli"). Alle scuole superiori inizia a pensare al primo romanzo. "La storia è nata tra i banchi di scuola, tra un'interrogazione e un'altra - racconta - mentre i compagni mi chiedevano cosa avessi di così importante da scrivere. Guardavo fuori dalla finestra e immaginavo, mentre la voce del professore diventava un brusio lontano e le chiacchiere dei compagni non mi interessavano più. Aprivo le porte al mio mondo, e le nuvole nel cielo prendevano forma diventando personaggi".
[/FONT]

[FONT=Georgia, Times New Roman, serif]Dopo il diploma Valentina scrive il suo racconto ma non la soddisfa. Lo riscrive e termina nel 2010, partecipa al concorso "Fantasia" e lo vince. Invia il romanzo agli editori ma non è fortunata. "Per due anni l'ho proposto alle case editrici, ma le trovavo tutte e pagamento - dice - finalmente una mi propose editing e pubblicazione gratuiti. Dopo più di quattro anni di attesa mi rifiutai di continuare per non perdere altro tempo con persone poco serie".
[/FONT]

[FONT=Georgia, Times New Roman, serif]Per questo ha stilato una lista di case editrici affidabili "per gli aspiranti scrittori", che si trova sul suo sito Valentina Bellucci. Grazie all'auto-pubblicazione con Amazon il romanzo è uscito a marzo.
[/FONT]

[FONT=Georgia, Times New Roman, serif]"Black Angel" è animato dallo spirito delle grandi saghe fantasy e dalle loro versioni cinematografiche, perciò trasporta il lettore in una dimensione tutta sua, su un pianeta dove il genere umano è una presenza accidentale. Qui vive Elia, un avvenente vampiro biondo e il suo tutore, Raphàel, che mira a conquistare il regno delle fate.
[/FONT]

[FONT=Georgia, Times New Roman, serif]Dalla Terra del Rogno viene Mayah, giovane strega con occhi verdi ammalianti. La loro amicizia è fatta di attrazione e battibecchi, poiché il loro destino è inconciliabile come le specie cui appartengono. [/FONT][FONT=Georgia, Times New Roman, serif]Seguendo il disegno perverso che Raphàel ha in mente per Elia - eliminare con l'inganno l'erede al trono delle fate - le loro strade si incrociano fio a toccarsi. Passando per maghe, pietre dai bagliori sinistri, ricordi lontani che diventano incubi per Elia, e una prodigiosa metamorfosi per Mayah. [/FONT][FONT=Georgia, Times New Roman, serif]Oltre tutti gli ingredienti del fantasy, il romanzo esplora l'interiorità dei personaggi, i loro pensieri e i dubbi sulle sfide cui sono chiamati. Ma rivela anche l'ammirazione per i vampiri dell'autrice, che ne descrive in dettaglio abitudini e comportamenti. "Ho voluto esprimere alcuni tormenti interiori, e ho trovato che la natura dannata e tormentata del vampiro fosse il miglior modo possibile - afferma - i vampiri sono creature affascinanti: demoni dal viso d'angelo, che portano con sé tutti i tormenti della loro natura ammaliante. Hanno scopi puramente egoistici e tendono a vivere la vita in modo complicato, si creano e si risolvono i problemi. Perciò o si amano o si odiano. E io ho scelto di amarli".
[/FONT]

[FONT=Georgia, Times New Roman, serif]Il libro si acquista su [url]www.amazon.com[/URL] o nelle librerie di Cecina e Rosignano.
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[FONT=Georgia, Times New Roman, serif]Federica Lessi
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Zingaro di Macondo

The black sheep member
Grazie a tutti :D :ABBB

E oggi voglio invece presentarvi l'articolo di giornale che è uscito su "Il Tirreno" :YY :YY :YY

Valentina Bellucci


9s5q4x.jpg


Un fantasy d'esordio nato a scuola

e cresciuto tra le api

Il Libro. Si chiama "Black Angel" il romanzo d'esordio di
Valentina Bellucci, 26 anni di Santa Luce.

Forse Valentina Bellucci avrebbe difficoltà ad esprimersi in 140 caratteri. Il suo romanzo "Black Angel. Il Figlio dei Demoni" è un fiume di parole che dilatano, come per sfida, il tempo dei t
weet.

Opera prima di una ventisettenne che ha visto la luce dopo lunga gestazione, il fantasy è l'inizio della saga "Le rose del male" ed ha già un seguito, "La rosa nera".

L'autrice è una giovane di Santa Luce che lavora in un'azienda di apicoltura, con la passione per la scrittura fin da piccola ed ormai inarrestabile (ha già annunciato il prossimo libro "Angeli"). Alle scuole superiori inizia a pensare al primo romanzo. "La storia è nata tra i banchi di scuola, tra un'interrogazione e un'altra - racconta - mentre i compagni mi chiedevano cosa avessi di così importante da scrivere. Guardavo fuori dalla finestra e immaginavo, mentre la voce del professore diventava un brusio lontano e le chiacchiere dei compagni non mi interessavano più. Aprivo le porte al mio mondo, e le nuvole nel cielo prendevano forma diventando personaggi".

Dopo il diploma Valentina scrive il suo racconto ma non la soddisfa. Lo riscrive e termina nel 2010, partecipa al concorso "Fantasia" e lo vince. Invia il romanzo agli editori ma non è fortunata. "Per due anni l'ho proposto alle case editrici, ma le trovavo tutte e pagamento - dice - finalmente una mi propose editing e pubblicazione gratuiti. Dopo più di quattro anni di attesa mi rifiutai di continuare per non perdere altro tempo con persone poco serie".

Per questo ha stilato una lista di case editrici affidabili "per gli aspiranti scrittori", che si trova sul suo sito Valentina Bellucci. Grazie all'auto-pubblicazione con Amazon il romanzo è uscito a marzo.

"Black Angel" è animato dallo spirito delle grandi saghe fantasy e dalle loro versioni cinematografiche, perciò trasporta il lettore in una dimensione tutta sua, su un pianeta dove il genere umano è una presenza accidentale. Qui vive Elia, un avvenente vampiro biondo e il suo tutore, Raphàel, che mira a conquistare il regno delle fate.

Dalla Terra del Rogno viene Mayah, giovane strega con occhi verdi ammalianti. La loro amicizia è fatta di attrazione e battibecchi, poiché il loro destino è inconciliabile come le specie cui appartengono. Seguendo il disegno perverso che Raphàel ha in mente per Elia - eliminare con l'inganno l'erede al trono delle fate - le loro strade si incrociano fio a toccarsi. Passando per maghe, pietre dai bagliori sinistri, ricordi lontani che diventano incubi per Elia, e una prodigiosa metamorfosi per Mayah. Oltre tutti gli ingredienti del fantasy, il romanzo esplora l'interiorità dei personaggi, i loro pensieri e i dubbi sulle sfide cui sono chiamati. Ma rivela anche l'ammirazione per i vampiri dell'autrice, che ne descrive in dettaglio abitudini e comportamenti. "Ho voluto esprimere alcuni tormenti interiori, e ho trovato che la natura dannata e tormentata del vampiro fosse il miglior modo possibile - afferma - i vampiri sono creature affascinanti: demoni dal viso d'angelo, che portano con sé tutti i tormenti della loro natura ammaliante. Hanno scopi puramente egoistici e tendono a vivere la vita in modo complicato, si creano e si risolvono i problemi. Perciò o si amano o si odiano. E io ho scelto di amarli".

Il libro si acquista su [URL="http://www.amazon.com"]www.amazon.com[/URL] o nelle librerie di Cecina e Rosignano.

Federica Lessi

Complimenti Valentina, acquisterò e leggerò il tuo libro con molto piacere.
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Da leggere gratis su Amazon!

Dovevo apparirgli un angelo della notte: lo avevo chiamato a me con voce suadente e adesso restavo immobile a fissarlo sotto la luce del lampione che aumentava i riflessi dorati dei miei capelli biondi.
Sorrisi dell’idea che lui poteva farsi su di me: per lui potevo essere un demone incarnato nel corpo di un angelo; e come un angelo indemoniato planai su di lui e la sua morte non fu atroce.
Sentii il suo corpo immobile, mentre lo abbracciavo; probabilmente non si era neanche accorto del mio movimento fulmineo. Il suo fiato puzzava di vino, ma non mi importava perché adesso lo tenevo stretto a me e l’odore del sangue mi riempì le narici.
«Non avere paura», gli sussurrai all’orecchio.
Poi affondai i canini nella pelle del collo e fu in quel momento che il druido iniziò a dibattersi. Aveva capito, aveva intuito che stava per morire, che la morte era scesa su di lui in una fredda notte d’inverno, dove la neve ricopriva i marciapiedi e le strade. Il suo istinto gli suggeriva di ribellarsi, ma la mia ferrea presa non lo lasciò un attimo. Finalmente, poi, sgorgò il sangue!
La mia bocca si riempì del liquido scarlatto e i miei denti affondarono ancora di più nel collo taurino del vecchio. La pace e il piacere stavano riempiendo i miei sensi ubriacandomi ed elettrizzandomi; sentivo scorrere il suo sangue nelle mie vene e percepivo nitidamente il suo cuore battere a tempo con il mio.
Era un cuore in lotta, un cuore che non voleva arrendersi tanto facilmente alla morte, ma il suo sangue continuava a fluire dentro di me e io ne assaporavo con ebbrezza folle ogni sorso che mi inondava la bocca. Voleva morire, l’aveva desiderato lui stesso e adesso che gli si presentava l’occasione tentava di tirarsi indietro.
Mi dispiace, mio amante, mio signore così perverso. Donami il tuo sangue e non pensare alla morte, non temerla, vivrai meglio in paradiso.
E il sangue scorreva impetuoso, mentre il suo cuore batteva e quel pulsare forte e costante mi invadeva le tempie e non sentendo altro che quel rumore sordo e il piacere era totale da non riuscire a descriverlo.
Qualche altro secondo e il cuore del vecchio druido iniziò a rallentare con una frequenza esasperante e la sua lentezza raggiunse livelli angoscianti. La vita stava per abbandonare per sempre quel corpo.
Lasciai cadere il corpo morto del vecchio che andò a posarsi con un tonfo sordo sulla neve; sul collo due piccole fessure e sull’impermeabile soltanto due gocce di sangue.

Link alla lettura --> Black Angel Il Figlio dei Demoni (Le Rose del Male Vol. 1) eBook: Valentina Bellucci: Amazon.it: Kindle Store

 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Un estratto :)

Era molto tardi quando uscii di casa. Abbassai la maniglia della porta molto lentamente, cercando di fare il minor rumore possibile per non svegliare Greg che dormiva al piano di sopra e sgattaiolai fuori nell’oscurità. La mezza luna illuminò il mio cammino accompagnandomi fino a casa di Haris. La trovai ancora sveglia, quando entrai dalla porta sul retro facendo piano.
«Sono sveglia», disse. La sua voce arrivava dalla poltrona all’angolo. C’era poca luce in quella casa. «Puoi fare tutto il rumore che vuoi, non mi infastidisci».
Sembrava irritata, ma le sorrisi comunque e richiusi la porta alle mie spalle, poi avanzai nella cucina. Il camino era spento, ma le braci ardevano ancora.
«Te ne andrai, vero?», quella domanda echeggiò tra di noi restando sospesa nell’aria in attesa di risposta. Annuii con la testa. Non volevo darle questo dolore, ma non potevo fare al-trimenti.
«Non immischiarti nei piani di Raphàel», mi avvertì.
«Io non mi immischio…», feci per dire.
«Lo fai per l’altro», disse. «Quel vampiro biondo. Elia», pronunciò il suo nome con un senso di ripugnanza che mi fece rabbrividire.
«Veramente è che…», provai a dire.
«Perché?» volle sapere. «Perché vorresti aiutarlo? Tu non sai chi è lui, ti consiglio di stargli lontano».
«Ma…».
Haris scosse la testa. «Bambina mia», disse. «Ti ho presa con me dal giorno in cui tua madre se ne andò lasciandoti sola».
A quel ricordo ebbi una scossa.
«Avevi soltanto tre anni», mormorò. «Ti ho cresciuta come se fossi stata mia figlia, anche se non lo eri. I tuoi capelli ramati e i tuoi occhi così verdi non facevano altro che ricordarmi tua madre, le somigli così tanto…», sospirò. «Per tutti questi anni ho sperato che tornasse, ma lei non lo ha fatto, e tu nel frattempo sei cresciuta, sei diventata bellissima e… Io Mayah mi preoccupo per te. Pensi forse che non abbia notato il tuo attaccamento a quel vampiro? Chiunque lo noterebbe. Sareste fatti l’uno per l’altra se lui non fosse quello che è!».
Quelle parole mi ferirono nel profondo. Strinsi i pugni, ma non volevo litigare.
«Io voglio soltanto che lui stia bene», dissi.
«Quel vampiro…», esclamò Haris.
«Elia», dissi a denti stretti.
«Tu non sai chi sia. Ti metterai in guai molto seri se andrai a cercarlo. Mayah, io non voglio che tu vada da quel vampiro».
Mi morsi il labbro inferiore cercando di trattenere la rabbia. «Elia», ripetei, come a voler essere convinta io stessa di quello che stavo per dire. «Lui è manovrato da Raphàel e ha bisogno di qualcuno che lo aiuti. Greg e io possiamo…».
«Mayah…», mormorò il mio nome molto lentamente. «Tu ti stai attaccando a una pia illusione; le tue intenzioni sono buone, ma devi capire che non puoi rincorrere un sogno. Raphàel è perverso, potrebbe usarti per i suoi scopi se capisse quanto tieni a quel vampiro. Potrebbe farti del male, usarti come arma, come esca… potrebbe…».
«Non mi interessa che cosa potrebbe farmi Raphàel», esplosi. «So cosa sta facendo fare a Elia, e la cosa non mi piace».
«E invece la cosa non dovrebbe importarti!»
«Sì, invece!», replicai in tono più alto di quanto avessi voluto.
«Raphàel lo sta usando per i suoi scopi…», continuai.
«Potrebbe farlo anche con te».
«Non m’importa!».
«Sei soltanto una ragazzina! Pensavo di averti cresciuta con un minimo di buonsenso e invece, guardati: non mi dai ascolto e per di più vorresti metterti nei guai, per chi? Per un vampiro!», Haris stava quasi gridando.
«Sì», dissi convinta.
«Sei una sciocca a voler rischiare la vita per… per uno come lui!».
«Io non voglio perderlo!», dissi a denti stretti. «Io.. io..», non riuscivo a finire la frase, sapevo che se lo avessi fatto mi sarei esposta più di quanto avessi voluto. «Io non so cosa provo per lui… ma so che voglio scoprirlo, e non mi va di perderlo; perché il solo pensiero di vivere la vita senza di lui è inaccettabile».
Feci un respiro profondo e alzai il mento. Ormai lo avevo detto, non potevo tornare indietro.
«Ah, è così», Haris mi guardò. «Bene».
Il silenzio calò nella stanza; minuti inesorabili, che pareva-no ore. Odiavo tutta quella tensione e odiavo dover litigare con Haris. Ma come potevo farglielo capire? Avrei voluto precipitarmi da lei e stringerle le mani, ma non lo feci.
Invece, mi mossi per andarmene. Misi il palmo della mano sulla maniglia e iniziai ad abbassarla.
«Mayah…», Haris mi chiamò in un sussurro.
Non mi voltai, ma lei sapeva che la stavo ascoltando.
«Torna presto», disse.
Annuii.

Quando mi richiusi la porta della casa di Haris alle spalle emanai un lungo sospiro e guardai le stelle. Sorrisi, mentre con una mano scacciavo una lacrima che era sfuggita al mio controllo. All’alba saremmo partiti e anche se dovevo essere a letto non riuscivo a sentirmi stanca. Ero talmente elettrizzata all’idea di partire per il viaggio che non riuscivo neanche a stare ferma.
Mi diressi verso casa a passo svelto, ma una volta giunta davanti al portone decisi di fare una deviazione e mi allontanai raggiungendo il mare poco distante.
Mi tolsi gli stivali e camminai sulla morbida sabbia fino alla riva, dove le onde iniziarono a bagnarmi i piedi. L’acqua era gelida, ma non sentivo freddo. Improvvisamente era come se un fuoco si fosse impadronito di me, e mi divorava lentamente.
Iniziai a sciogliere i lacci del corpetto e abbassando una a una le spalline feci cadere il vestito ai miei piedi. Lo oltrepassai immergendomi nell’acqua fino ai fianchi. Accarezzai la superficie argentea e rabbrividii: era davvero gelata. Mi immersi completamente fino alle spalle e chiusi gli occhi, assaporando l’odore del mare.

La musica si spandeva nella grande sala da ballo. Mi guardai a uno specchio per controllare come mi stava il vestito e sistemai le pieghe della gonna passandoci le mani.
La festa era iniziata da pochissimo, ma la sala era già gremita di gente. Le mie compagne di corso all’accademia delle streghe stavano ridendo e ammiccavano i giovani lanciando loro sguardi languidi e sorrisi provocanti.
Sorrisi alla mia immagine riflessa e feci per voltarmi quando qualcuno mi sussurrò all’orecchio.
«Non guardare», disse la voce. E quel suono glaciale mi impietrì. Non riuscivo a vedere né lo specchio né chi mi stava parlando.
«Sei incantevole stasera», sussurrò quella voce sul mio collo. Ero abbastanza certa di conoscere quella voce e avrei voluto voltarmi per vedere a chi appartenesse.
«Non farlo», sussurrò ancora sul mio collo. Il mio cuore prese a battere più veloce, era come se mi avesse letto nel pensiero. Sentii che quel qualcuno ispirò profondamente nell’incavo dietro il mio orecchio e rabbrividii di piacere.
«Chiudi gli occhi».
Chiusi gli occhi.
Delle labbra mi sfiorarono il collo e trattenni il respiro, mentre scendevano fino a una spalla scoperta. Rabbrividii di nuovo. All’improvviso non m’importava sapere chi fosse, lo volevo, e basta. Era un desiderio così semplice.
Le labbra tornarono indietro, sul collo, mi baciarono leggermente e si staccarono.
“No”, avrei voluto dire. “Continua”.
Sentii una mano prendere la mia e desiderai aprire gli occhi, ma li tenni ancora chiusi. Poi sentii qualcosa sul palmo della mano, qualcosa che pungeva, che faceva male, ma non troppo.
«Au Revoir», sussurrò la voce vicino alle mie labbra.
Aprii di scatto gli occhi. Non c’era nessuno: solo chi ballava e chi chiacchierava, fermo, in mezzo alla pista, eppure mi sembrò ugualmente di vedere un lampo biondo scomparire tra la folla.
Guardai l'oggetto che aveva posato sulla mia mano: era una rosa rosso sangue.
 
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