La lavagnetta magnetica con le letterine colorate in plastica! Un trip. Era possibile un bellissimo gioco di spin off oltretutto. Si potevano togliere le calamitine a barretta innestate in apposito scasso sul retro delle lettere e divertirsi ad appiccicarle tutte, ovvero, sfruttando l'opposta polarità, spingerne una con l'altra fino all'estremo bordo del tavolo
senza farla cadere.
Secchionissimo io, per pura necessità vitale. Mio padre mi leggeva sempre qualcosa per farmi addormentare: era di scarsissima fantasia e pessimo narratore per raccontarmi storie a braccio ma gli piaceva molto leggere e quindi suppliva così, leggendo. Mi leggeva veramente di tutto. Ricordo per esempio Salgari, le favole al telefono di Rodari ed una edizione per bambini dell'Odissea dove c'era disegnato un Polifemo spaventoso tutto barba e peli inc... come un bufalo che lanciava un masso in mare ed una Calypso da sogno vestita di veli come una fata.
Quando dico sempre intendo sempre in senso letterale, non ricordo una sola eccezione: se aveva il turno di notte lo sostituiva mia madre, perchè senza non mi addormentavo, sviluppando così una dipendenza da lettura che dura tutt'ora.
Quando si cerca la droga, si sa, ci si organizza. La crisi di astinenza acuta arrivò tra i quattro ed i cinque anni, insieme a Verne: 20.000 leghe sotto i mari e Dalla terra alla luna. Non ci sono parole per dire quanto ho fantasticato sul Nautilus. Gli chiesi di insegnarmi, che di aspettare questa mitica maestra di prima che non arrivava mai m'ero scocciato. Fu così che si mise di santa pazienza e spuntò fuori la lavagnetta magnetica per cominciare.
Iniziai la prima elementare che scrivevo benino, anche se ancora con qualche difficoltà ma leggevo perfettamente più o meno come ora.
Micidiale cosa riesce a fare un bisogno.