Ecco le risposte che state cercando :wink: ...
Io volevo la tua opinione, non una fotocopia, che per altro dà delle definizioni di massima che di certo ben si adattano agli scrittori che hai citato.
Il romanzo-mondo non è un "grande" romanzo in senso qualitativo. È "grande" nel senso che abbraccia il mondo intero perché si fa capire un po da tutti. Che di certo non è cosa da poco.
A me personalmente il cosiddetto "romanzo-mondo" non fa impazzire, preferisco quelli che si calano nel micro. Ma sono gusti.
Io credo che non esistano capolavori assoluti. E credo che questo valga per ogni modalità espressiva, anche non artistica. Com’è ovvio ognuno ha i propri gusti e assolutizzare la bellezza o la validità di un’opera significa implicitamente sminuire chi la pensa diversamente.
Se “La montagna incantata” è indiscutibilmente un caposaldo della letteratura del ‘900, io che non l’ho apprezzato sono forse scemo? (è una domanda astratta, a me è piaciuto parecchio).
Per altro questo libro, alla sua uscita (ma ancora oggi) è forse tra i più discussi del secolo scorso; non a tutti è piaciuto, molti, anzi, lo reputarono (e lo reputano) una bufala.
Se il “capolavoro assoluto” non dovrebbe esistere in nessun contesto, a maggior ragione nei libri e nella letteratura il concetto di “valore” deve essere relativo. Il libro è un elastico che si tende a seconda della prospettiva e del contesto dal quale guardiamo le cose. In molti corsi di scrittura creativa, ogni anno, docenti di fama internazionale si trovano tra le mani romanzi che reputano meravigliosi. Scritti da profani della parola, da gente che fino al giorno prima pensava a tutt’altro. Eppure la maggior parte di questi libri non verrà nemmeno pubblicato. I perché sono tanti, ma il valore intrinseco dell’opera non ha nulla a che vedere con il fallimento.
Assolutizzare il concetto di bello in un libro, definire con certezza quali siano i capisaldi senza i quali la letteratura di un determinato secolo non sta in piedi, significa negare il campo stesso all’interno del quale si muove la parola scritta, che è una cosa difficilissima da spiegare, che ha bisogno di molti secoli prima di stabilizzarsi.
Possiamo (forse) dire quali siano i capisaldi della letteratura “romanza” dei suoi inizi. E (forse) possiamo dirlo solo oggi perché il tempo ha dato modo di valutare l’indirizzo, il senso e in un certo senso la piega che ha preso la storia stessa.
Il libro perfetto non esiste e, personalmente, mi piace sempre parecchio chi la pensa diversamente da me, a patto, però, che lo faccia ragionando con la propria testa e a patto che voglia semplicemente instillarmi una goccia di dubbio, facendomi pensare in modo diverso e che soprattutto non pretenda di istruirmi.