Lauretta
Moderator
Ciao a tutti,
da qualche mese mi sono orientata ad affiancare i miei innumerevoli contratti a progetto con una pratica privata e sento, da quando sto lavorando per la promozione del sito e per farmi conoscere, una carica molto positiva che mi fa pensare che questa cosa potrebbe andare bene.
Nessuno ancora mi ha cercato né chiamato per un appuntamento, ma dei colleghi iniziano a fare il mio nome, esprimono fiducia e riconoscenza, cosa che da dipendente nessuno ti riconosce. Vi faccio un esempio: l'altro giorno mi ha chiamata una collega pedagogista che dice di aver dato il mio nome ad altre due colleghe, dicendo loro "e' una proprio brava!". In sei anni di lavoro da dipendente nel pubblico, mai nessuno si è minimamente avvicinato a riconoscermi anche solo l'impegno nel portare avanti un progetto, anzi, ci si aspetta che si ringrazi per il rinnovo di contratto che arriva ogni sei mesi.
Questo per condividere anche la solidarietà tra professionisti, il sostegno e l'utilizzo dell'altro per completare delle competenze ed offrire un servizio migliore.
Io non so se questa cosa andrà bene nella mia vita, ma devo dire che il tempo che dedico ad essere imprenditrice è il migliore che abbia mai speso per l'ambito lavorativo.
Mi piace la definizione imprenditore di me stesso, perché la sento proprio vera. Si prende in mano la propria vita e si sceglie di correre il rischio, ma anche di esplorare un mondo che è possibile costruirsi con le sfumature che che si vogliono utilizzare; scegliere che cosa fare, per quanto tempo farlo e in che modo farlo, rispondendo sì ai bisogni del cliente, ma di fatto solo a te stessa.
Mi piacerebbe sapere da voi se ci è capitato di affrontare una cosa simile e con quale entusiasmo.
da qualche mese mi sono orientata ad affiancare i miei innumerevoli contratti a progetto con una pratica privata e sento, da quando sto lavorando per la promozione del sito e per farmi conoscere, una carica molto positiva che mi fa pensare che questa cosa potrebbe andare bene.
Nessuno ancora mi ha cercato né chiamato per un appuntamento, ma dei colleghi iniziano a fare il mio nome, esprimono fiducia e riconoscenza, cosa che da dipendente nessuno ti riconosce. Vi faccio un esempio: l'altro giorno mi ha chiamata una collega pedagogista che dice di aver dato il mio nome ad altre due colleghe, dicendo loro "e' una proprio brava!". In sei anni di lavoro da dipendente nel pubblico, mai nessuno si è minimamente avvicinato a riconoscermi anche solo l'impegno nel portare avanti un progetto, anzi, ci si aspetta che si ringrazi per il rinnovo di contratto che arriva ogni sei mesi.
Questo per condividere anche la solidarietà tra professionisti, il sostegno e l'utilizzo dell'altro per completare delle competenze ed offrire un servizio migliore.
Io non so se questa cosa andrà bene nella mia vita, ma devo dire che il tempo che dedico ad essere imprenditrice è il migliore che abbia mai speso per l'ambito lavorativo.
Mi piace la definizione imprenditore di me stesso, perché la sento proprio vera. Si prende in mano la propria vita e si sceglie di correre il rischio, ma anche di esplorare un mondo che è possibile costruirsi con le sfumature che che si vogliono utilizzare; scegliere che cosa fare, per quanto tempo farlo e in che modo farlo, rispondendo sì ai bisogni del cliente, ma di fatto solo a te stessa.
Mi piacerebbe sapere da voi se ci è capitato di affrontare una cosa simile e con quale entusiasmo.