Mi trovo in uno scriptorium in S.Apollonio di Canossa.
L'abate mi condusse ad uno scrittoio dove un monaco giovane sedeva solo compilando un manoscritto copiando da fogli di appunti con grafia elegante delle note su pergamena. Ai lati della pagina aveva lasciato lo spazio necessario per far miniare il testo da una mano anche più abile della sua. Non lo avevo mai visto prima o, se lo avevo visto, non lo avevano notato poiché non aveva niente di notevole più giovane di me forse di una decina d'anni, aveva un viso comune occhi castani ,capelli d'un castano chiaro, il naso regolare. Un volto che non restava impresso. Come la voce dell' abate lo richiamò lui si volse ,mi vide e spalancò io gli occhi, alzatosi potei vedere che anche la sua figura, né grassa e né magra e d'altezza media ,era del tutto comune. Il giovane mi venne presentato come Donizone e L'abate mi informò che il tomo al quale stava lavorando, e che aveva da poco iniziato era la storia della mia vita .
"Della mia vita? "
Donizone annuì , arrossendo come una fanciulla .
"Si mia signora voi avete già compiuto grandi opere e questa sarà la più grande di tutte: la sottomissione dell'imperatore al potere della chiesa .Un simile fatto merita di essere tramandato ai posteri. E anche tutti gli altri", aggiunse con giovanile entusiasmo, animandosi ,"ed io li scriverò così che possano essere conosciuti. Io vi ammiro moltissimo" mormorò tornando ad abbassare lo sguardo turbato...
Donizone di Canossa
Visse tra il sec. XI e il XII, e fu monaco benedettino nel monastero di Canossa, in cui entrò circa il 1090 e di cui divenne più tardi abate. Oltre una Enarratio Genesis di scarsa importanza in distici (368 versi), scrisse la Vita Mathildis, composta negli ultimi anni di vita della contessa (morta nel 1115).