Arpino, Giovanni - Il buio e il miele

estersable88

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Il capitano Fausto, protagonista del libro, l'ufficiale che per un incidente di pace e non di guerra ha perso la vista e una mano, è un Achab senza Balena
Bianca, prigioniero di un mondo nero, un Ulisse senza Iliade, al quale resta la possibilità di una piccola Odissea (una settimana, cinque più due come
si dice nel gergo delle caserme), tra Genova e Roma, con tappa conclusiva Napoli dove lo attende (proprio a Napoli, la città del sole) un appuntamento
con la morte. Lo strano destino di questo romanzo è di essere più famoso con il suo nome di battaglia cinematografico, "Profumo di donna", che con il suo
titolo originale. "Il buio e il miele" ha ispirato memorabili interpretazioni a due grandissimi attori come Vittorio Gassman (1974) e Al Pacino (1992).

Ho visto ed apprezzato, in tempi e gradi diversi, i due film tratti da questo libro, e mi è venuta la curiosità e la voglia di leggere l’opera che li ha ispirati.
“Il buio e il miele” di Giovanni Arpino, pubblicato per la prima volta nel 1969, è il racconto reale e senza fronzoli, del soldato in licenza designato a trascorrere una settimana “in compagnia” del capitano Fausto G, un uomo che ha perso una mano e la vista durante un “gioco di pace e non di guerra”, giocando con una bomba durante un’esercitazione. Uomo a dir poco particolare questo capitano, che vive secondo le sue regole badando a soddisfare solo le proprie voglie ed interessandosi poco agli altri, tanto che non si disturba a voler conoscere il nome del soldato: per lui sarà sempre e solo Ciccio, come tutti quelli che l’hanno preceduto. Il capitano fausto e Ciccio – lo chiameremo anche noi così – intraprendono un viaggio in treno che li condurrà a Napoli, passando per Genova e Roma. A Napoli li attende Vincenzo, un capitano che si ostina a voler essere chiamato tenente, anche lui rimasto invalido per un gioco di pace, probabilmente lo stesso di Fausto. E li attendono anche alcune ragazze, fra tutte Sarah, che è innamorata di Fausto. Ma i piani di Fausto e Vincenzo non prevedono l’amore.
Il racconto, che ci giunge dalla viva voce del soldato accompagnatore, è schietto e senza fronzoli, lo stile è nervoso, spoglio, quasi si tratti di appunti dettagliati scritti solo per non dimenticare ciò che è stato. Una lettura interessante perché lascia qualcosa – qualcosa di indefinito a dire il vero – sia che la si legga en passant, sia che ci si soffermi a studiarla dal punto di vista stilistico o comportamentale. Molto fedele la trasposizione di Risi, meno fedele ma molto più appassionante a mio giudizio quella di Pacino.
 

gamine2612

Together for ever
L'impeccabile commento di Estersable lascia poco altro a me da dire.
Ho trovato il libro in un mercatino, non sapevo del film, ma dopo poche pagine mi sono detta:ma questo ha ispirato il film Profumo di donna?
Infatti così è. La scrittura di Arpino mi è piaciuta e mi sono chiesta se si fosse ispirato ad un personaggio da lui conosciuto.
Come persone diverse affrontano uguali tragedie; come la paura di un sentimento vero che possa invece esser pietà trasforma la tragedia in un'altra tragedia.
D'accordo che il film di Risi abbia rispettato maggiormente il libro.
 
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