40° Poeticforum - Le poesie che amiamo

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ecco la prossima poesia da commentare :)

La tenda

Tieni la tenda della nostra finestra a nord chiusa.
Notte dopo notte ci abbracciamo stretti
nel nostro unisono appartato
sotto le coperte pesanti della Baia di Hudson
come fossimo due clarinetti sotto
i bassi e i violoncelli del mondo. Siamo privi
di essenza, due esistenze, quindi niente
vecchio né giovane, né maschio né femmina,
né carne né pietra,
che nell'esistere e attraverso l'esistere sono
qualcosa di unico, unico, perfetto – o quasi.
La nostra canzone è una felice canzone di fusa.
Eppure
la tenda è sempre abbassata e nel retro
della mente mi chiedo perché – perché tu al mattino
scacci l'unica pura luce pulita del mondo
che ci arriva dal nord oltre il nord,
dalla chiarezza di là, invisibile, decisa e sincera.

Hayden Carruth
 

shvets olga

Member
Penso che sia una descrizione poetica della dipendenza affettiva. Desiderio di mantenere e non perdere contro la voglia di liberarsi dalla gabbia dorata d’amore, che non permette di respirare, sentirsi libero, è un desiderio irresistibile di libertà.
 

qweedy

Well-known member
Un amore che avrebbe potuto essere una canzone felice, invece fa mancare il respiro. Eppure: la pesantezza di questo "eppure" rivela quanto sia claustrofobico questo legame, chiuso al mondo. Avrebbe potuto essere qualcosa di unico, perfetto o quasi, eppure.... manca la luce, manca l'aria, manca la libertà.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Non conoscevo questo scrittore e ho letto che le sue poesie spesso si soffermano sulla descrizione della natura, da lui ammirata e amata durante gli anni passati nel Vermont, descrivendo anche la povertà delle campagne, e che il suo stile linguistico è ispirato a quello musicale del jazz e del blues.
Era anche professore di scrittura creativa.
Il riferimento alla Baia di Hudson e ai due clarinetti sotto i bassi e i violoncelli del mondo mi piace molto a livello di immagini.
Il significato trasmette una sensazione di costrizione, un amore troppo esclusivo, un amore fatto di apparenza e non di essenza.
Grazie per avermelo fatto conoscere olga.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Anche a me piacciono i riferimenti alla realtà, come la Baia di Hudson e la tenda.
Meglio vivere pienamente un amore intenso, ma soffocante ed esclusivo o fuggire verso la libertà?
Forse, quando si incappa in un amore simile, non è perché lo si è scelto, è la vita che ha scelto per noi e non si può far altro che lasciarsi avviluppare dal sentimento.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Siamo arrivati a commentare l'ultima poesia di questo poeticforum!


L'acrobata

Ogni notte quest’agile giovane donna
Riposa fra lenzuoli
A brandelli sottili come fiocchi di neve
Finché un sogno non ne solleva il corpo
Dal letto ad ardue sfide
D’acrobazie sul filo.
Tutta la notte in equilibrio
Con destrezza da gatta sulla perigliosa fune
In una sala gigantesca
Balla delicate danze
Allo schiocco di frusta ed al ruggito
Degli ordini del suo maestro.
Dorata, avanza precisa
Attraverso quell’aria greve.
Un passo e si ferma, sospesa
Al fulcro del suo gesto
Mentre grossi pesi le cadono attorno
Ed incominciano a volteggiare.
Addestrata a tal punto, la ragazza
Para l’affondo e la minaccia
Di qualunque oscillazione;
Con un improvviso slancio e una piroetta
Chiama l’applauso, la corda luccicante
Le affonda affilata in ogni coraggioso arto.
Poi, finito il difficile esercizio, fa un inchino
E serenamente si lancia giù
attraverso il pavimento di vetro
in salvo verso casa; ma, roteando occhi allenati
un domatore di tigri ed un pagliaccio sogghignante
si accovacciano, lanciandole palle nere.
Alti carri rotolano dentro
Con tuono di leoni; tutto s’adopera
Ed avanza sgraziato
Per intrappolare questa oltraggiosa leggera regina
E sbriciolare in atomi
Le sue nove vite cosi inafferrabili.
Ma lei s’accorge dello stratagemma
Di pesi neri, palle nere e carri neri
E con un’ultima abile finta salta
Attraverso il cerchio del suo rischioso sogno
Per balzar sù seduta del tutto desta
All’arrestarsi dello squillo della sveglia.
Ora come punizione per il suo talento
Di giorno è costretta a camminare temendo
I guanti d’acciaio del traffico, terrorizzata
Dalla paura che, per dispetto, tutta
L’elaborata impalcatura del cielo sopra la sua testa
Cada alla fine fragorosamente sulla sua fortuna.

Sylvia Plath
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Questo componimento fa parte di un piccolo gruppo di poesie che Sylvia Plath scrive negli anni del college, fra il 1950 e il 1955, talvolta come compiti assegnati dal suo professore di letteratura inglese, Alfred Young Fisher.
In questa poesia emerge il vissuto di Sylvia negli anni del college, anni in cui era potente il suo bisogno di approvazione, bisogno atavico e che non l'ha mai abbandonata.
Il suo desiderio di essere perfetta, il suo continuo mettersi in paragone con le sue compagne di corso e il suo conseguente senso di inferiorità, di inadeguatezza, in un perenne stato di equilibrio alternato ad uno stato maniaco depressivo, in un perenne funambolismo.
La scrittura, dal punto di vista poetico, è forse ancora un po' acerba, manca un vero e proprio stile e sembra quasi un esercizio di prosa ma la forza di questo scritto è già ampiamente evocativa e coinvolgente, profonda e personalissima.
Trovo nei componimenti della Plath una naturalezza disarmante nel descrivere se stessa che me la rende particolarmente cara.
 

qweedy

Well-known member
Quest'agile giovane donna appare fragile, tesa allo spasimo nel cercare di reggere tutto al meglio. Di notte neppure il sonno le dà pace, di giorno ha il terrore che tutta l'impalcatura di perfezione crolli. L'immagine dell'acrobata è interessante, vivida, ma evidenzia un'ansia terribile per la crudeltà del mondo e una grande paura della realtà della vita!
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Mi sorprende il modo in cui Sylvia Plath riesca a definire in modo "fisico" ogni sensazione. Non è semplice.
Vive un continuo sognare, risvegliarsi, cadere e poi rialzarsi e poi cadere ancora, adeguarsi cercando di raggiungere il massimo, sembra che non abbia un momento di tregua. Non ha retto a tutto questo, poverina.
 
Alto