1990, le calde notti magiche del mondiale in Italia, il figlio di un ricco imprenditore e una ragazza povera: sembra l'inizio di un sogno, ma i due giovani spariscono nel nulla. Michele Balistreri indaga svogliatamente, stretto tra affaristi e malavitosi, donne troppo determinate o troppo emancipate, un magistrato nordista e un collaboratore meridionale che litigano su tutto, pure sulle colpe dei napoletani nell'eliminazione degli azzurri da parte di Maradona. Poi tutto precipita e alla fine un uomo viene arrestato. Ma è davvero lui il colpevole? 2018. Un macabro ritrovamento riapre il caso mentre l'unico condannato, uscito di galera, va in cerca di verità e vendetta. Balistreri è in pensione e non ricorda, o non vuole ricordare. L'indagine è condotta dal suo ex vice Corvu e dalla giornalista Linda Nardi. Si scatena una lotta all'ultimo sangue tra uomini molto potenti e donne molto forti.
Sesto volume della saga che ha per protagonista il commissario Michele Balistreri. Chi ha letto i precedenti romanzi sa che Balistreri non è né un poliziotto né un uomo comune: ha un passato tutt'altro che immacolato, i rapporti familiari sono stati e sono a dir poco controversi, ha sempre avuto un carattere difficile, pieno di rabbia, irruenza, inquietudine. E come scrive Roberto Costantini, Balistreri è forse l'uomo meno condivisibile del mondo, il più solo e per questo mai solo: accanto a sé ha una schiera di amici – Graziano Corvu, Giulia Piccolo, Angelo Dioguardi – una compagna e una figlia entrate tardi nella sua vita, ma diventate insostituibili. In questo libro lo ritroviamo diverso, certamente invecchiato, in pensione anticipata, ma ancora profondamente stimato ed estremamente utile alla polizia: un complicato caso solo in apparenza risolto riaffiora dopo 28 anni e Balistreri deve sforzarsi di ricordare fatti ed impressioni perse nel tempo. Ma i ricordi proprio non vogliono ritornare… è come se la sua mente ne rifiutasse alcuni… e mentre l'indagine torna alla ribalta scuotendo il sistema, Balistreri dovrà riprendere le armi e condurre la sua personale battaglia tra coscienza e memoria. A differenza del passato, al suo fianco ora ha due preziose alleate in più. Quanto al libro in sé, anche qui ritroviamo tutte le caratteristiche tipiche della saga che ci hanno fatto appassionare alle vicende raccontate ed apprezzare tanto questo commissario così sui generis: ci sono i salti temporali, ci sono le indagini mai banali, gli intrighi di potere messi in luce e scardinati, ma in questi romanzi c'è anche – sempre – una profonda e sottile riflessione su alcuni aspetti della nostra società. In quest'ultimo caso, ad esempio, attraverso le vicende dei personaggi possiamo soffermarci sulla violenza domestica, sulla considerazione della donna in un mondo ancora profondamente al maschile nonostante gli anni, sulla criminalità organizzata, sull'arrivismo di alcuni personaggi chiave della politica e della magistratura che pur di fare carriera non si fanno scrupoli a manipolare, insabbiare, alterare indagini a scapito della verità, della giustizia e di altre vite.
Quelli di Roberto Costantini sono libri densissimi di storie, particolari, intrighi e non si allontanano mai troppo da una plausibile realtà… e forse è per questo che ci piacciono tanto: non sono storie vere, ma verosimili.
Sesto volume della saga che ha per protagonista il commissario Michele Balistreri. Chi ha letto i precedenti romanzi sa che Balistreri non è né un poliziotto né un uomo comune: ha un passato tutt'altro che immacolato, i rapporti familiari sono stati e sono a dir poco controversi, ha sempre avuto un carattere difficile, pieno di rabbia, irruenza, inquietudine. E come scrive Roberto Costantini, Balistreri è forse l'uomo meno condivisibile del mondo, il più solo e per questo mai solo: accanto a sé ha una schiera di amici – Graziano Corvu, Giulia Piccolo, Angelo Dioguardi – una compagna e una figlia entrate tardi nella sua vita, ma diventate insostituibili. In questo libro lo ritroviamo diverso, certamente invecchiato, in pensione anticipata, ma ancora profondamente stimato ed estremamente utile alla polizia: un complicato caso solo in apparenza risolto riaffiora dopo 28 anni e Balistreri deve sforzarsi di ricordare fatti ed impressioni perse nel tempo. Ma i ricordi proprio non vogliono ritornare… è come se la sua mente ne rifiutasse alcuni… e mentre l'indagine torna alla ribalta scuotendo il sistema, Balistreri dovrà riprendere le armi e condurre la sua personale battaglia tra coscienza e memoria. A differenza del passato, al suo fianco ora ha due preziose alleate in più. Quanto al libro in sé, anche qui ritroviamo tutte le caratteristiche tipiche della saga che ci hanno fatto appassionare alle vicende raccontate ed apprezzare tanto questo commissario così sui generis: ci sono i salti temporali, ci sono le indagini mai banali, gli intrighi di potere messi in luce e scardinati, ma in questi romanzi c'è anche – sempre – una profonda e sottile riflessione su alcuni aspetti della nostra società. In quest'ultimo caso, ad esempio, attraverso le vicende dei personaggi possiamo soffermarci sulla violenza domestica, sulla considerazione della donna in un mondo ancora profondamente al maschile nonostante gli anni, sulla criminalità organizzata, sull'arrivismo di alcuni personaggi chiave della politica e della magistratura che pur di fare carriera non si fanno scrupoli a manipolare, insabbiare, alterare indagini a scapito della verità, della giustizia e di altre vite.
Quelli di Roberto Costantini sono libri densissimi di storie, particolari, intrighi e non si allontanano mai troppo da una plausibile realtà… e forse è per questo che ci piacciono tanto: non sono storie vere, ma verosimili.