Viaggio a Shanghai

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
E rieccoci.
Intanto diciamo che l'ultima volta che sono stato qui sono tornato con dietro il fantasma del covid, che senza che me ne rendessi conto, mi correva dietro, perciò speriamo che sta volta vada un po' meglio.

Il viaggio è stata una fotocopia del precedente.
Il cibo della China Airlines è letteralmente cibo per cani: in-toc-ca-bi-le.
- to drink? -
- wine please - e me ne danno un dito (nel senso di 2 centimetri)
- little bit more please - e già mi guardano come un ubriacone in stazione.
Insomma, ormai so qual è il trucco con le donne cinesi: siccome non hanno mai ricevuto un sorriso, una gentilezza, basta dire please e madame un paio di volte e non dico che mi portino il fiasco, ma mi riempiono 2 bicchieri.
Faccio la prova dopo quattro ore con lo steward, che gli dico please ma non madame, e infatti mi dice NO (perchè avevo già avuto la mia razione) e se ne va.

Arrivo all'aeroporto di Shanghai e trovo una grande sorpresa: si vede il cielo azzurro, anche le nuvole.
L'altra volta non ero mai riuscito a vederlo a causa dell'inquinamento.
Adesso è un cielo normale di città, ma meglio di Milano per intenderci.
Si vede che le auto elettriche fanno il loro e rendono la città vivibile.
Sarei curioso di sapere però, come se la passano quelli nelle vicinanze della centrale a carbone che inquina al posto della città.

Viaggio di un'oretta verso il centro.
Centro è una parola che può avere un senso a Genova, a Napoli, a Bari, ma qui che sono 20 milioni di abitanti o qualcosa del genere, no.
Puoi fare 20km ed essere ancora in centro: ma allora che centro è?
E' come quando alle esercitazioni di disegno tecnico dovevi lavorare con righello, squadra e compasso per un'ora, e se alla fine le due rette si incrociavano in quel punto, allora avevi fatto bene il disegno; ovviamente, siccome le due rette s'incrociavano un po' più in là, tu facevi un punto grosso come un acino d'uva moscatella e l'esercizio ti era venuto lo stesso.
Qui lo stesso, ma il punto è grosso come mezza Lombardia.

Mi ricordo che dall'aeroporto alla città c'era un minimo di campagna, cioè di terra brulla.
Adesso non più: c'è la foresta.
Una foresta alta e fitta di grattacieli in costruzione, tutti uguali, di 35 piani (li ho contati), che si estende all'infinito.
Sembra un termitaio gigante.
Fa venire l'angoscia.
Poi finiscono e riprendono i palazzi di solo 15 piani già abitati con le gabbie in acciaio inox per i bambini fuori dalla finestra: agghiacciante!

L'hotel di 5 stelle è molto bello e dalla camera posso alzare la tendina e osservare la vasca da bagno.
Peccato sia vuota....
Costa solo 70€ al giorno: in Italia nemmeno all'agriturismo con quei soldi.

Scusate ma devo scappare: a dopo
 
Ultima modifica:

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Vado a dormire un paio d'ore, mi sveglio e vado a fare colazione a base di brodo e ravioli, salsine allucinati, pollo fritto e funghi.
Discreto, ma alle otto di mattina preferirei qualcosa di meno esotico.

Poi vado in ufficio a piedi camminando lungo un viale con tanto di corsia per i motorini e controcorsia delle biciclette frequentata da motorini.
I motorini adoperano la corsia delle biciclette perchè poi devono fermarsi a consegnare pacchi e pacchetti e...a fare il pieno!
Infatti devi stare attento alle centinaia di prolunghe che dai negozi arrivano ai posteggi dei motorini (elettrici anche loro).

Lavoro un po' e poi fado a farmi un giro.
Sono ina una zona iper-residenziale, nel senso che le case costano circa 20.000€ al metro quadrato.
Ciò significa che, in una casa di 50 metri quadrati da due miliardi di lire, ci vivono in sei (se va bene).
Giù di sotto le macchine posteggiate, per lo più Tesla e Porsche; se uno è proprio un morto di fame, allora c'ha la Volkswagen Tiguan.
Insomma, sotto i 50.000€ di macchina, nessuno.
Resto impietrito: se i ricchi fanno una vita così, chissà i poveri!
Che poi uno osserva delle inezie, e magari ci costruisce dei castelli in aria oppure no e capisce delle cose.
Le macchine sono sudice lerce, peggio della mia che abito in campagna e ci faccio di tutto.
E uno dice e allora?
Che la mia è sudicia lercia perchè la sporco e nopn la lavo, ma i vetri sono puliti perchè la adopero.
Qui invece i vetri sono oscurati dalla polvere e dalla cacca degli uccelli, segno che sono ferme da settimane, segno che non le adoperano.
Non le adoperano per andare al lavoro (e va bene) ma è ovvio che non le adoperano nemmeno nei weekend.
D'altronde, dove dovrebbero andare visto che è tutto uguale per centinaia di chilometri?
Anche perchè verso nord, finita Shanghai inizia un'altra metropoli, e se invece attraversi il fiume e provi a scappare verso sud, trovi Ningbo che è la zona industriale, per altro grossa come il Piemonte.
Mamma mia: se penso ai bambini (i figli dei ricchi!) chiusi in questi alveari tutta la vita.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Bom: sono le 17:30 perciò andiamo a cena.
Può sembrare un'ora strana per andare a cena, ma bisogna capire che per me sono ancora le 10:30 del mattino, perciò tutto torna!

- Cosa volete per cena? -
- Qualcosa di leggero, senza impegno
- dico io
- Dai, andiamo a mangiare l'anatra! - dice uno
- No, no... - supplico io - magari domani - sperando che se ne dimentichino, che l'altra volta era disossata, tiepida e con tutto il grasso rappreso che sembrava un cuscinetto a sfere.
- Allora cibo di strada, dai! Vi garantisco che è buono. -
Facciamo 100 metri e quando sento dire - siamo arrivati - mi cade l'occhio su un negozietto con gabbie di gatti e uno che lava un cane, ma non faccio a tempo a dire la mia, che il posto non era quel negozio di animali ma per fortuna quello dietro l'angolo.
Il posto è una graticola coi carboni ardenti e quattro disperati che girano spiedini.
C'è un frigo come quello dei gelati pieno di spiedini di carne, lattuga, funghi stranissimi e uno con una sardina.
- Che carne è? - domando io, che vedo che non è nè manzo nè maiale.
- Agnello - mi rispondono
- Se va bene montone - penso io che l'unica cosa che mi preme è evitare cani e gatti, che dell'altra volta non serbo bei ricordi.
Aprono il frigo e l'odore non è promettente perchè il grasso di agnello s'irrancidisce e puzza subito, ma almeno è una garanzia che faceva beee e non bau bau.
I gestori, mi spiega quello del posto, sono musulmani, uiguri.
Entriamo nel localino abbastaza gremito, perciò ce ne andiamo al piano di sopra dove siamo liberi di servirci di bottiglie di birra.
Dopo un po' arrivano con gli spiedini di costine, pezzetti di magro, pezzetti di magro con grasso, come dei mezzi champignons, pollo e pane, tutto ricoperto di peperoncino e una polverina verdastra.
Quello di fianco a me che ha lo stomaco delicato, abbandona subito, che il piccante lui proprio no, perciò gliene facciamo fare una porzione a parte.
Io parto dalle costine che erano discrete e poi passo ai mezzi champignons che avevo capito cos'erano.
- Cosa sono? - mi domanda uno
- Animelle o simili -
- Cioè? -
- Frattaglie -

Assaggio e poi sentenzio che sono rognoni o granelli.
- Cosa sono i granelli? - mi chiedono e io rispondo con un gesto eloquente, ma poi correggo e dico che sono rognoni, per altro molto buoni, e ce li siamo mangiati tutti in due.
La birra era discreta, poi bella fredda faceva piacere.
Usciamo soddisfatti anche se ci si legge chiaro in faccia che uno vorrebbe un fernet liscio, un altro un alka seltzer e un altro un petardo.
- Ci vorrebbe un gin tonic - dice uno - che è la cosa migliore per digerire -
- No meglio evitare dico io -
- Perchè?
- chiede uno giovane e inesperto - cos'ha che non va il gin tonic? -
- La tonica e il gin vanno benissimo. Quello che non va è il ghiaccio fatto con acqua del rubinetto, che rischi di stare tre giorni a tremare sul gabinetto -
- Guarda: siamo proprio di fronte ad un negozio di liquori
- osserva uno.
Entriamo, chiediamo una bottiglia di gin ma non sanno cosa sia; in compenso avevano vodka, whisky e Jagermeister.
Poi ci sono un sacco di bottiglie locali: alcune sono una specie di grappa fatta con le patate di cui non capisco il prezzo, che poi invece mi confermano costare tra i 150 e i 1.000€.
- sì, vabbeh... e questa cos'è? -
- una specie di grappa
- mi dicono
- scusa ma di nuovo non capisco il prezzo -
- due euro-
- due euro? E come fanno a costare così poco?-
- perchè fanno schifo -

Tra questa seconda offerta, ci sono diverse bottiglie, tutte sullo stesso prezzo e l'occhio mi cade in una di birra con una stella rossa e le scritte in cinese.
- Volevate il gin: eccolo! -
- Cos'è?
- mi chiedono
- E' il Gin della Vittoria - dico io portando una bottiglia alla cassa
- Eh? - mi rispondono con la faccia stranita di chi non ha letto 1984.

Torniamo in hotel, chiediamo se c'è il bar ma ci viene detto che è chiuso.
Decidiamo di andare tutti in camera a restituire la birra uigura e rivederci in mezzora.
Ne approfitto per assaggiare il Gin della Vittoria e mi accorgo che ho fatto un bell'acquisto: infatti per meno di 2€ ho mezzo litro di disinfettante per le mani che non è appiccicoso come il gel, un'ottimo dopobarba da vero macho e in più mi lucida gli occhiali perfettamente. Secondo me, va bene anche come antigelo per la mia Hyundai.
Per il resto, imbevibile, come nel libro di Orwell.

Sono il primo a scendere perciò aspetto gli altri fuori.
L'hotel, dicevo, è di lusso.
E' talmente di lusso che quando arrivi puoi salire con la macchina sul marciapiede, scendere e fare le scale di granito fino all'ingresso dove due favolosi leoni di finto bronzo fanno la guardia alla porta rotante. Sembra di salire in Campidoglio.
Onestamente, fumarmi il mio mezzo toscano lì, come se fossi stato un goffo bronzo di Riace sul piedistallo, mi genava un po'.
Intanto arrivano gli altri e si chiacchiera del più e del meno.
Dopo un po' arriva un taxi, si ferma e dalla porta posteriore sinistra scende una signora sui sessant'anni con tre borsoni di roba.
Lì posa davanti al primo scalino, apre la portiera posteriore destra e inizia ad armeggiare.
Dopo un po' esce una seconda persona.
Fa freddo, siamo tutti coperti e perciò è difficile apprezzare l'agilità o meno delle persone, ma dopo un po' è chiaro che la seconda persona è in difficoltà, anche perchè tra l'aiuto della prima che non è molto pratica, i borsoni, la portiera che batte sullo scalino, gli scalini e i leoni che aspettano in cima, sarebbe stato in difficoltà chiunque.
Io però sono straniero, non parlo la lingua, perciò aspetto un secondo, se non altro perchè spetterebbe al tassista.
Poi, quando la situazione è palese, le sposto i sacchi, infilo un braccio sotto l'ascella della seconda signora, e in un attimo la lascio in mezzo ai leoni. Da lì in poi procedono da sole che tutti dentro al tornello non ci stavamo.
-Shen shen - mi dicono
- shen shen - ripeto io che so come si dice grazie ma non prego.
Torno al mio sigaro ma imbarazzato dalla compagnia dei felini, mi sposto un po' più in là e rifletto sull'assurdità del posto: lussuosissimo, esclusivissimo, nè per molti nè tanto meno per tutti, ma pieno di barriere architettoniche e un'acqua che se la bevi ti caghi addosso.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Oggi, mentre facevamo un giretto nella zona iper residenziale per api di lusso, il mio cliente dice ma guarda che posto! Che meraviglia! Tutto a posto, tutto ordinato, tutto pulito.
- Eh sì
- faccio io contento di non far parte dell'arredamento.
Che poi, dico io, non c'era nessuno. Ma nessuno nessuno. Ci saranno state migliaia di persone sopra di me, ma solo noi due a camminare.
Che uno, in una città, vorrebbe vederci della gente.
Poi ci pensi un po' e capisci che uno quando arriva nel suo residence di lusso dove l'unica cosa che c'è sono le macchine scacazzate dagli uccelli non può far altro che rinchiudersi in casa: d'altronde, cosa dovrebbe fare? Stare giù a meditare tra il bambù della guardiola?
Non che io ami la folla, anzi, ma quell'aria da Survivors non mi piaceva, anzi, mi venne un brivido quando pensai che mi sembrava un cimitero verticale.

- Che dall'anno prossimo qui dovrai venirci spesso -
- Eh... -
- almeno quattro o cinque volte all'anno -
- Eh... sì, sì, vedremo. -
- Che poi magari, meglio dell'hotel, conviene che ti affitti un'appartamento qui in zona, che ci stai meglio, più tranquillo -
- Oh Madonnina!
- pensai io.
Per un attimo fu un po' come in Matrix, solo che invece di fermare il tempo per correre sui muri (che poi non si capisce perchè uno non possa correre per terra!) riflettei un secondo sul fatto che va bene che il proletariato scambia il proprio tempo, la propria forza lavoro in cambio di soldi, finendo così per scambiare la propria vita in cambio di merce, OK, ma un conto è scambiare tempo durante il quale lavoro, e un altro è scambiare settimane della mia vita durante le quali mi sento mummificato.
No no: io non sono un soldato di terracotta!
- Buona idea! - dico io quando voglio dare torto - ma per adesso forse è meglio stare ancora sulle spese variabili, che tra affitto, spese del residence, pulizia, luce, riscaldamento, aria condizionata diventa una spesa fissa. -
- Sì, magari aspettiamo un po' -
Fiuuu!
Sospirai di sollievo io.

Poi mi immaginai la scena che dico a mia moglie che mi hanno affittato un'appartamento in Cina: non faceva ridere.
Che poi è segno che a casa qualcuno mi ci vuole.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
FRUTTA

Ci sono tanti fruttivendoli e sono bellissimi.
Sembrano gioiellerie.
Ogni tipo di frutta in una cassetta, la cassetta sempre piena e sempre tutto impilato perfettamente.
Ogni frutto avvolto nella carta, la carta avvolta in una rete di spugna e il tutto incelofanato.
Roba che ti mangi una mela e hai inquinato come una fabbrica di vernici.
- Perchè tutto sto spreco? - domando
- Perchè la frutta la vogliono perfetta e se la vedono ammaccata non la prendono. Perciò, visto che l'imballaggio non costa nulla, meglio abbondare. -

Ne prendo un po', poi vado su internet e cerco di capire cosa ho preso.

A. Mini-mandarini
Sembrano kumquat, ma in realtà sono un po' più grossi e più neutri come sapore.
I kumquat sono più buoni però.

B. Canna da zucchero
Sul momento ti spellano una canna da zucchero, te la tagliano a pezzi e te la mettono in un sacchjetto.
Tu poi la mordi, la mastichi e succhi una specie di acqua dolciastra.
Buona. Mi ricordo che in Brasile me ne facevo un sacco.

C. Mangostano
Sembrano dei piccoli cachi ma dal colore viola-nero.
La buccia è spessa e dentro rossastra.
Dentro poi, c'è una specie di testa d'aglio dal gusto dolce e delicato.

D. Jackfruit
Te la danno già pronta in scatolette di plastica.
Sembrano pezzi di ananas, ma rugosi.
Non capivo se dovevo mangiare quella roba gialla o quello dentro.
Assaggio il giallo anche mezzo puzzolente e insomma...
Apro e vedo dentro e trovo un seme duro, segno che devo mangiare quello fuori.
Lo riassaggio e l'odore non è buono.
Il gusto insomma, ricorda un po' l'anas, un po' la pera, bo!

E. Il non so cosa
Sono grappoli di frutti dorati e duri grossi come ciliegie, un pelo di più.
Rompi il guscio e dentro ci trovi un lichis.
Uno tira l'altro.

Mi sa che per colazione è meglio la frutta.
Anche i ravioli in brodo non erano male, neppure le alghe e il kimchi (cavolo fermentato), ma come dicevo prima, almeno a colazione, una cosa un pelo più normale.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Scusate ma sono stati 4 giorni di fuoco.
Potrei raccontare di tutto, ma forse sarebbe più uno sfogo fine a se stesso che un racconto.
Per concludere i post precedenti espelliamo quanto segue:

La cena della prima sera si è dimostrata devastante per due persone del gruppo, perciò la seconda sera abbiamo cambiato locale e siamo finiti in un altro ristorantino che abbiamo scoperto essere musulmano (ma più musulmano di quello della prima sera, perciò da bere solo the in latta, acqua del rubinetto e cocacola. Birra? NO!),
In compenso il cibo era di gran lunga peggiore perchè tutto al vapore, servito in scodelle piene di brodo e solo con le bacchette.
Domanda: come si mangiano gli spaghetti di riso scotti in brodo trasparente con le bacchette?
Comunque non importa: il giorno dopo sul gabinetto quasi tutti.
Non scendo nei particolari.
Però, per me, colpevole anche tutta quella frutta che ci siamo portati in camera la prima sera.

Terza sera, a cena in ristorante italiano di lusso.
Io bistecca, una cosa dura che intasi. Punto.

Comunque i primi tre giorni li trascorro dall'hotel all'ufficio, dall'ufficio all'hotel e a cena in un localino dove ci avvelenano.
Vado e vengo e mi cadono gli occhi su dettagli lì per lì insignificanti: la frutta incelofanata, i cavi dei motorini, una ragazza che alle 07:00AM cuce a macchina in un sottoscala.
Cammini, ti guardi intorno, immagazzini quello che vedi, ogni tanto fai andare l'antivirus del cervello e pensi:
1. ma in Cina, che sono un miliardo e mezzo, ci sono anche le donne?
2. attento a non inciampare nei cavi per la ricarica dei motorini
3. dai, ci devono essere!
4. attento al motorino elettrico che non si sente che sfreccia sul marciapiede con otto stie di galline!!!
5. guarda! Lì ce n'è una!! Ma perchè non l'avevo vista?
...
Poi, scherzi a parte, ci ragioni un po' su.
Le donne in Europa, in America e in Africa hanno delle forme che le differenziano parecchio dagli uomini; qui diciamo che le forme tendono a scomparire, ad appiattirsi parecchio.
Poi, sempre in quei continenti, le donne mettono in risalto le loro forme; qui hanno più o meno tutti gli stessi vestiti.
La Cina è uniformante.
Diciamo che negli altri continenti c'è il piacere di vedere e notare le donne.
Non voglio dire nulla di volgare, davvero.
Anzi, voglio dire una cosa bella.
Avete presente quel 50% dell'umanità che ha la schiena, le orecchie e il naso non peloso e se ce l'ha fa qualcosa?
Ecco: a me piace, e non notarlo mi dispiace un po'.
E' come non vedere più fiori: ecco, qui non ce ne sono!
E intanto vai avanti e indietro scartando i cavi dei motorini, evitando la frutta marcia e rivedo la ragazza che cuce anche alle 20:00PM

Che poi non è vero: se guardi bene, le vedi, solo che devi guardare bene, perchè hanno gli stessi abiti degli uomini: la tuta del netturbino, la divisa da portinaio, la tuta da giardiniere, quella da lavascale...
In Italia, le donne, le puoi vedere con la divisa della Polizia di Stato, con quella dell'Alitalia, e se sei in fabbrica, con la tuta ma un po' personalizzata, un po' di trucco, i capelli un po' così.
Qui no.

Che poi si fanno notare in altre mansioni.
Per esempio, alle vendite, ci sono quasi sempre loro.
Si chiamano Summer, Spring, Leela, Sheyla, Sarah... sembra di essere in una telenovela.
All'inizio: poi invece sono spigliate e in gamba.
Avanti e indietro, e i cavi dei motorini, e gli scarti della canna da zucchero e quella che cuce nel sottoscala anche all'ora di pranzo.

Oggi per esempio ho incontrato Sheyla, sui 35 anni, molto in gamba: a domanda risponde.
Poi non so perchè ho notato il suo cappotto; di lana (boh!) bianca, carino, con la cintura che lo cingeva in vita.
Solo che il nodo della cintura sembrava l'avesse fatto un boia.
Le scarpe poi, sembrava fosse scappata di casa.
Ci vorrebbe Ila78 a mettere un po' di ordine ho pensato! :oops: ..............:)

Insomma, dicevo, che era un via vai dall'hotel all'ufficio ai localini dove ci avvelenano col cibo per cani.
Avanti e indietro, e sempre cavi e cavetti, odori di cibo che si mescolano con gli odori del cibo che fu e che esce dai tombini, e quella ragazza che cuce sempre, anche alle 23;00.

Poi viene fuori che c'è un ricevimento.
Quando?
Domani sera.
OK.
Avete tutti l'abito?
Che abito?
Per il ricevimento.
Io c'ho calzoni, camicia e cravatta.
E la giacca?
Io ho solo il giubbotto.
Non hai un completo?
No.
Come mai?
Perchè sono 25 anni che giro come una trottola, e si suppone che se mi devo portare la tuta da meccanico, la muta da sub o il completo da prima comunione, mi si avvisa prima della partenza, altrimenti nei 23Kg di bagaglio non ci rientro con il tutto per tutte le evenienze.

Che poi non ero il solo: come me altri due.
Non c'è problema e andiamo al centro commerciale dove alle 19:00 mi prendono le misure, poi scelgo il tessuto e per soli 70€ mi fatto un completo stile Valentino + cravatta (mediocre) omaggio e alle 11:00 del mattino, me lo ritrovo in camera dell'albergo.
In 16 (sedici) ore mi avevano fatto e consegnato a domicilio un completo di giacca e braghe.
La giacca perfetta; le braghe un po' larghe, soprattutto di coscia; pazienza!
70€.
Bello eh! Ben rifinito. Non una cosa dozzinale, per niente.
Che poi andiamo al ricevimento e tutti i cinesi con le scarpe da ginnastica e la giacca che sembravano quel coreano matto che lancia missili nell'oceano alla cazzo e prima o poi becca un giapponese.

Poi continui ad andare avanti e indietro, anche alle 11:00 del mattino alzando il trolley ogni volta che trovi i fili dei motorini caricati con la USB, respirando le esalazioni che provengono da sottoterra e guardandomi intorno, vedo la ragazza del sottoscala che dorme sulla macchina da cucire.
Mai che sia passato e quella ragazza non fosse stata a cucire. mai.
Piuttosto ci dormiva sopra.
E io per 70€ avevo avuto il mio completo fatto di notte, nemmeno fosse stato un intervento di peritonite acuta.

Poi rifletti un'attimo su quella cosa lì che le donne qui somigliano agli omini della playmobil, e ti viene da chiederti (perchè io esperienza in merito non ne ho) se è che per sembrare donne ci voglia un minimo di tempo libero.

Poi ci ho pensato su e ho detto: se lo scrivo si pensano che mi sono inventato una storia in stile Edmondo De Amicis.
Ve lo giuro che è vera.
Ritornando sulla mia strada, la ragazza era di nuovo lì, probabilmente senza fard nè mascara, che cuciva.
Di nascosto, le ho fatto una foto, una foto da guardare ogni volta che mi rimetterò quel completo a righette del cavolo.
(non so come si postano le foto, ma Minerva può confermare che glil'ho spedita e non mento)
 
Ultima modifica:

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Tiziano Terzani ha girato in lungo e in largo la Cina.
Io invece ho percorso sempre i soliti 100m dall'hotel all'ufficio non so quante volte.
Un po' come quando c'era la pandemia e potevo girare solo per i boschi davanti a casa fino a conoscere uno per uno i fili d'erba.
Ecco: qui questi 100metri di strada, lo stesso.

C'è uno che in Cina ci vive da circa 20 anni (e si vede) che ci convince a provare un durian; quel frutto enorme, spinoso, carissimo e puzzolente di cui credo aver accennato prima.
Ha un odore particolare, che non piace a tutti.
Di cosa ne sa?
Come di cipolle marce.
E non piace a tutti?
penso io. Ma va!
Però il gusto è speciale.
Embè si spera, senno perchè mangiare una cosa che puzza!
All'inizio è strano, ma una volta che lo assaggi ti cambia la mente e lo apprezzi.

Insomma che avete presente i camion dei calabresi che all'uscita dell'autostrada vendono le arance di Calabria, il peperoncino, le reste d'aglio e il viagra calabrese?
Ecco, simile, un motocarro carico di frutti enormi, spinosi e puzzolenti di cipolle marce.
Che sballo penso io: quasi quasi mi drogherei stasera!
Insomma che l'energumeno che vende queste mostruosità, stranamente somigliante ai venditori di cocomero sul Grande Raccordo Anulare di Roma, similmente dotato di infradito con la muffa, apre uno di questo cocomeri marcescenti e ti tira fuori quattro reni gialli filacciosi.
Diciamo che non era proprio uno spettacolo.
Sembrava di assistere ad un aborto plurigemellare, ma invece che all'ospedale, in mezzo alla strada, nel senso che eravamo nella prima corsia con i camion che ci passava accanto.
Insomma, che invece di metterci i quattro organi in formaldeide, ce li mette in tre tapperuer (si scrive così?) e via.
Andiamo in uno dei localini a farci avvelenare ancora un po'.
Io riso alla cantonese e carne senza cose, grazie.
Senza cosa?
Che non l'abbiamo impanata e fritta, nè fritta con le noccioline, nè cotta con la soia, nè ricoperta di gelatina agrodolce, nè piccante, nè niente: carne e riso alla cantonese.

Infatti arriva una ciotola di riso bianco e un'altra di brodaglia collosa con dentro pollo, pelle di pollo, peperone crudo, cipolla autogestita, zenzero autonomo, roba strana che potrebbe essere interpretata solo dal Mago Gabriel al citofono della Gialappa's Band e un uovo cotto nella soia.
Ti piace?
Mi ricorda il rancho di Alcatraz.
Preferirei dividere la sbobba con gli Sturmtruppen di Bonvi.
Pensa che ci sono quelli che filmano tutto e mettono su youtube.
Pensa che ci sono quelli che gli mettono i like.
Venissero qui a dargli i like.
Oh, ma una forchetta, non ce la possono proprio dare?
No-o: so-lo bac-chette!
Dai, assaggiamo una fetta di Legge 194
Sei di cattivo gusto: a tavola certe associazioni non si fanno
Sì, perchè è di buon gusto 'sta roba qui.
Io voglio tornare da mia mamma.
Io da mia moglie.
Io rifarei anche la naja.

...
insomma che apriamo quella specie di autopsia e nessuno che si fosse messo quella specie di pomata che si mettono i coroner sotto il naso quando sventrano uno rigurgitato da una palude.
Che schifo!
Madonna!

Io zitto zitto mi faccio avanti con un cucchiaio di porcellana e ne prendo un pezzetto pieno di filamenti.
Ma te lo mangi per davvero?
Beh, se voglio assaggiarlo...

Glub!!
Com'è?
Insomma...
e ne prendo un altro pezzo.
Allora? mi chiedono tutti, e con un sorriso quello che vive qui da non so quando.
Ma'... la consistenza è un po' quella del caco ma meno gelatinosa, diciamo tra il caco e la prugna secca; tra il sapido e il dolce e alla fine ha una punta forte come di zenzero.
Ma è buono o no?
Io non dico faccia schifo, ma a me la mente mica me l'ha ancora cambiata!

Insomma, che alla fine se l'è portato a casa quello che è qui da 20 anni e la mente gli deve essere cambiata, che preferisco l'uva e i fichi.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Conosco Nancy da sei anni.
Nancy, a dispetto del nome, non è nè una baywatch, nè una bambola di Giochi Preziosi, nè l'infermiera di un film porno.
Nancy è un caimano cacciato dalla palude perchè a tutto c'è un limite.
Nancy ti arriva ad una fiera e davanti a tutti prende un campione e urla how much?
What?
How much? How much this?
No sorry, we can't provide prices during the exhibition.
And this?
prendendone un altro.
No sorry...
And this?
urlando ancora più forte
Avete presente Crudelia De Mon? Identica ma alta un metro e cinquanta.
Tu le parli e lei non ti sente.
Ti urla e basta, e pretende una risposta senza se e senza ma.
Sei anni che la conosco e ogni volta le stesse scenate.
Io penso che le possibilità siano due: o è ridotta così perchè è stata tre anni segregata in uno scantinato da uno di quei maniaci dei film americani che crede all'invasione degli alieni gay e comunisti, o suo padre era un capò della polizia, e quando si portava il lavoro da finire a casa, vedeva torturare la gente; se no non me lo spiego.
Il mio cliente però, dice che prima o poi le venderemo qualcosa.
Io taccio ma spero che non ci compri mai nulla, che una così paga solo col tetano.
Ma qui gioca in casa, perchè è cinese.

Insomma che ci è venuta a trovarci in ufficio, col marito e la figlia.
Il marito aveva un segno intorno al collo e un altro intorno al naso, perchè si vede che prima di scendere dalla macchina gli aveva tolto collare e la museruola.
La figlia invece, sui 24 anni, era di porcellana.
Qui molte ragazze si truccano di bianco.
Ma non che - per dire - si annullano il colore del viso, no, no.
Bianche che sembra si siano date la biacca sul muso con la pennellessa.
Le labbra invece, color ciliegia.
Sembrano di porcellana, come un bidet.
Tuo fratello fa il Pierrot nei dipinti dei depressi? vorrei domandare io che invece sto zitto perchè mi pagano.
Insomma, che l'oggetto delicato ha fatto l'università: Marketing, administration, controlling dei poveration o nonsocosetion
Che brava!
Eeeh, sì, complimenti
dico io pensando al mio abito appeso nel guardaroba dell'hotel.
Ma oh, che sembra di essere in una serata di gala del Gattopardo, l'educanda ci sorprende tutti leggendoci un report stilato da lei stessa con le sue stesse manine in cui riassume tutte le buone maniere in cui ognuno ha detto che sarebbe tutto molto bello se fosse gratis da una parte, e se pagaste anticipato e in porto assegnato dall'altra.
E giù un applauso a cui partecipo perchè una triste presa per il culo così non me la posso perdere (perchè come dicevo, mi pagano), se no me la perderei volentieri.
E lei che fa la commossa.
Ecco: nel fingere la commozione, strizza gli occhi e a dispetto della sua giovane età, proprio dai bordi degli occhi, dalle rughetta che hanno anche i neonati, lo strato d'intonaco salta via rivelando che la pelle, sotto sotto, è scura tendente al giallognolo.
Be', d'altronde, mica può sembrare una cubana come mia figlia penso io.
Poi, timida timida, si copre il viso col report e ne approfittà dell'intimità offerta da un formato A4, per passarsi uno strato di minio all'amarena Fabbri sulle labbra.
E ritorna splendente come una di quelle statuine che ti regalano nei ristoranti cinesi coi punti se non muori prima.

Ma perchè?
Ma perchè sta messinscena pietosa?
Uno che fa finta di vendere, l'altra che fa finta di comprare, l'altretta che fa finta di ricamare il nulla e io che faccio finta di essere sveglio.
Ho capito che mi pagate, OK: ma non potevate risparmiarmela?
Io fatturavo un po' meno, ma pazienza!

Che poi, sono pronto a scommettere, tra altri sei anni, nel 2029, sarà ancora lì a urlare e non avrà ancora comprato nulla.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Ho visto anche segni di vita:

1. si vedono tanti motorini elettrici con davanti un cappotto trapuntato che serve a proteggere chi guida dal freddo. Tra il pilota e il manubrio però, a volte la mattina c'è un bambino rigorosamente senza casco, che viene portato a scuola.

2. un paio di volte mi è capitato di passare davanti ad una scuola e vedere i bambini che vengono ivi recapitati.
Stanno tutti bravi e sono tutti silenziosi: peccato.

3. ho visto ben due coppiette camminare a braccetto, ma mi ha stupito che entrambe fossero over 65.
Sotto quell'età, pare non vi sia spazio per i sentimenti, che evidentemente, qui, da un punto di vista sociale, invece di rinforzare, indeboliscono.

I segnali di vita li sento pure.
Dalla camera accanto si sentono urla femminili.
Diciamo un po' particolari....
Ma non è che cinque minuti e poi basta.
No, no: roba che fai in tempo a uscire dalla doccia e lei che urla ancora.
Esci in corridoio e via di dolby surround.
Vai giù, parli coi colleghi, vai a cena, torni un po' più avvelenato di ieri ma neo di domani, esci dall'ascensore e lei ancora lì che urla come se fosse attaccata alla 220V e con un piede nella vasca.
A me e al mio collega scappa da ridere e ci infialiamo ognuno in camera nostra.

Funziona così: verso una certa ora, vedi entrare delle ragazze tutte in tiro che vanno dritte verso l'ascensore.
Poi la mattina verso le sette, le vedi uscire dall'ascensore e andare dritte verso l'uscita.
A colazione invece, quasi tutti uomini, o soli, o soli in compagnia di altri uomini soli.
Io sono pronto a scommettere che chi paga, paga più per far finta che chi incassa gode, che per godere veramente.
Non per niente, ma credo più alla follia che ai superdotati.

Ancora un paio di giorni e mi compro un citofono per farci una chiacchierata.
Meno male che ci siete voi che mi ascoltate passivi, che quando chiamo mia moglie, dopo trenta secondi deve mettere giù che i bambini le si arrampicano addosso.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Scusate lo sfogo.
Domani mattina presto lascerò Shanghai, attraverserò il fiume Qiantang e andrò qualche giorno a Ningbo: un distretto industriale, giusto per rallegrami un po' lo spirito.
Non so se riuscirò a scrivervi qualcosa.
Saluti
 

gamine2612

Together for ever
Carcarlo: i tuoi racconti sono sempre oltre a stupirci e svelarci certe realtà che non potremmo mai vivere, veramente esilaranti:giggle: io mi diverto!
PS: Ho imparato a mangiare con le bacchette in Giappone . Quasi ovunque non c'era altro, se andavi in posti veramente tipici.
Per due settimane ho usato solo quelle , ma non facevo quei rumori che fanno loro (che a noi danno i brividi) dei risucchi che se li fai da piccolo i genitori ti massacrano. Poi da nuove lasciavo le bacchette attaccate alla base usandole come pinze:mrgreen:, dopo si staccano ma intanto hai quasi finito.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Carcarlo: i tuoi racconti sono sempre oltre a stupirci e svelarci certe realtà che non potremmo mai vivere, veramente esilaranti:giggle: io mi diverto!
Grazie mille dei complimenti.
Mi fa piacere che il mio sfogo sia divertente per gli altri.

In Giappone non ci sono mai stato, però c'ho lavorato insieme qui in Italia e mi hanno veramente sorpreso.
A tavola, i giapponesi con cui ho avuto a che fare, si sono comportati sempre benissimo, tant'è che li ho invitati anche a casa mia.
I cinesi invece no, ed è un tasto dolente che non so come affrontare senza offendere....:rolleyes:
 
Ultima modifica:

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
L'ultimo ricordo di Shanghai è dell'altra notte mentre tornavo camminando verso l'hotel.
Vetrina di un negozio, cinque dipendenti vestite con la minigonna di Babbo Natale, sull'attenti, serie, incupite, che ascoltano uno che fa loro un cicchetto.
- Ma cos'è questo? -
- Deve essere l'inizio di un film porno sado-maso natalizio. -
- Bella depravazione! -

Poi vedo che in fondo alla fila ci sono anche tre dipendenti vestiti anche loro da Babbo Natale, ovviamente seri e sull'attenti.
Che poi non erano vestiti da Babbo Natale: è che quello era la bottega di un coiffeur e quella la loro divisa da lavoro, e quel puttano da balera con le manie di un goebbels in salsa di soia, faceva loro un discorso che sembrava sul balcone di Piazza Venezia.
A me mi ha preso ... OK, lo so che non si può dire, solo che mi ha preso a me, non è che mi ha preso a un altro, perciò, per logica... un magone che non ti dico e ho tirato diritto dove non potevo nè vederli nè essere visto.
L'altro invece guardava incuriosito: ha fatto loro anche un filmato.
Io che mi vergognavo come un ladro,
Insomma, che a un certo punto l'oratore all'aloe vera rigenerante per il cuio cappelluto ci dà un taglio,e tutte e tutti ad applaudire come se avesse segnato il 3-0 contro il Liverpool, e io che sbircio di nascosto.
Mamma mia...
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Stamani partiamo per Ningbo.
Ningbo è una provincia industrializzata a sud di Shanghai.
Per arrivarci bisogna attraversare la baia di non so cosa, e lo si fa passando su un ponte gigantodontico lungo non so quante miglia sul mare: impressionante.
Il tassista guida da paura perchè non smette di zigzagare tra le macchina e fare il pelo a tutti.
Prima o poi si fa la fiancata: speriamo non contro un camion.
In macchina, oltre a 'sto scemo che guida la Buick come se fosse una roulette russa, ci siamo Marco ed io.
Marco è giovanissimo e sa il cinese veramente bene.
Non sa cosa dire, ma a quello ci penso io.

Come finisce il ponte, ricominciano i casermoni, ma dopo un po' finiscono e si vedono sprazzi di verde qui e là.
Addirittura qualche collinetta e qualche monte.
Poi ricominciano i casermoni: 20 piani l'uno che si estendono come la gramigna: roba che hanno fatto dei quartieri dal niente per almeno 2 milioni di persone!
Poi ricomincia il verde che si alterna a canali e a un po' di campagna.
Diciamo che sembra un po' la campagna lombarda, toh!
Il paesaggio si fa umano e vedi anche gente pescare nei canali e nei laghi artificiali.

Poi inizia Ningbo ed è una cittadona, ma non così grande, caotica e opprimente come Shanghai, perchè tra un grattacielo e l'altro c'hanno lasciato un po' di spazio (grazie).
Arriviamo in una zona industriale a visitare un'azienda, ma siccome siamo in anticipo ci portano a mangiare in un ristorante con le vasche di granchi e frutti di mare, e tanto pesce, ma morto, non come al mercato di Shanghai 4 anni fa.
Aprono una bottiglia di vino cinese che ne sa di vino vecchio, ma bevibile, e iniziano a portarci l'impossibile: maiale in salsa agrodolce, vitello incipollato, gamberi al vapore, granchi e frutti di mare bolliti, pesce di fiume fritto, un pesce di mare al guazzetto (diciamo...) ma cotto intero, non pulito, un paio di pagari che però sono neri invece che rossi (buoni), poi un'altra bottiglia di vino rosso cinese fatta col Cabernet, poi spaghetti alla non so cosa, riso, verdura...
La tavola è rotonda e nel centro c'è una specie di giostra rotante dove il cameriere mette i piatti, e tu la fai girare fino a portarti il piatto che vuoi davanti.
A quel punto, con le bacchette bianche, prendi dal piatto di portata e metti nel tuo; poi con le bacchette nere, prendi dal tuo piatto e metti in bocca.
Io invece mi sono fatto portare forchetta e coltello, così evito di sbrodolarmi la camicia.
Si mangia fino a scoppiare e poi si va in fabbrica, che sembra di essere in Italia negli anni 60.
In fabbrica vedo due ragazze al tornio coi capelli lunghissimi!
Mamma mia, non si fa!!
Se ti finiscono nel mandrino ci vai dentro con la testa!!!
Avrebbero dovuto tagliarseli o mettersi una cuffia o farcisi su il moccio.
Facciamo la riunione e tante belle promesse: poi si vedrà.
Intanto mi devono spedire una campionatura da approvare, ma non marca bene, perchè il controllo della qualità che dovrebbe essere a livello millesimale, la fanno a palmi.

Salutiamo e andiamo via, a Ningbo City.
Albergo galattico prenotato dal fornitore di domani.
Nel bagno ho doccia + vasca, e il muro adiacente alla vasca è scorrevole, perciò se per esempio nella vasca ho una bionda e una mulatta e nella doccia una cinese, posso scorrere il muro e godermi lo spettacolo. Ma sono da solo e al massimo posso fissare il lavandino col phon appeso.
Comunque non c'è dubbio che sti cinesi hanno la fissa di guardarle in bagno, perchè due hotel e due vetrine.
Lavoro un po' e scendiamo in strada.
Che si fa?
Prendiamo un taxi e andiamo in centro.
Moderno, pieno di luci e palazzi bassi, a misura d'uomo.
Ma quello è il lungo fiume?
Andiamo a vedere!

Ed è una sorpresa perchè finalmente una cosa moderna, luminescente, tutto quello che vuoi, ma non opprimente.
Dai prendiamoci qualcosa da bere... e mentre lo diciamo sento urlare My friend! My best friend!!
Ma chi è
chiedo io.
Coso... farfuglia Marco
Siamo messi bene dico io che non ricordo nomi e volti in Italia figurati qua.
Insomma, che era uno di Shanghai che avevamo fatto i salti mortali per scrollarcelo di dosso e in mezzo a 1.500.000.000 di persone me lo devo trovare davanti!
Vabbè che il mondo è il piccolo, ma stavolta si esagera proprio!!
Niente, che sto qui dà di matto e ci trascina insieme a un russo per le strade di Ningbo: prima ci fa fare la foto con un gruppo di cinesi che facevano una rappresentazione teatrale per strada (Minerva mi è testimone!) e poi c'infila in un disco pub con karaoke incorporato.
Cosa volete da bere?
Io una birra, voglio stare leggero.

Gli altri gin tonic, perciò arrivano 3 gin tonic e dodici birre, che una volta finite diventano 18 e poi 24.
Bevi che ti bevi, Marco chiede di cantare al karaoke.
A volte Marco ed io facciamo coppia: lui suona e canta, io invece rovino tutto.
Cosa canti? Vagabondo dei Nomadi?
No, voglio cantare Chi Chao Wuan ..
. o qualcosa del genere, che lui oltre a parlare in cinese, scrive, legge e canta sempre in cinese.
Dai, forte: se canti in cinese spacchi!
Ma prima gli chiedono 100 remembì per cantare (circa 7 euro) poi però gli chiedono scusa e gli dicono che lui non può cantare.
Perchè?
E li vedi ch
e fanno melina per non rispondere.
Poi dicono che per questioni di sicurezza e ci siamo capiti: un occidentale col microfono in mano qui non va bene.

Insomma che iniziamo a bere come cosacchi.
Ogni volta che si brinda, si scontrano le bottiglie e si urla Kampè.
Tra un kampè e l'altro, noto due ragazze.
Una molto bella, da concorso, tutta di nero con le spalle scoperte e la minigonna, che dopo un po' va a cantare e fa il coro con quello che all'inizio gestiva il karaoke.
Kampè urla uno, e tutti in coro Kampè, Kampè e giù a bere
L'altra ha un viso particolare, che mi ricorda qualcuno, mi intriga, la fisso più di una volta, incrociamo lo sguardo e mi sorride.
Poi si beve ancora a base di Kampè, e ad un certo punto, uno del tavolo vicino a noi si leva la camicia e resta a petto nudo con su un bel paio di pantaloni di spugna (spettacolari!), e si mette su un giubbetto senza maniche.
Ma chi è quel fenomeno domando io
E il matto che ci trascina di consiglia di lasciarlo perdere che è della mafia cinese.
Bene! Grazie del consiglio.
Lascio perdere e tra un kampè e l'altro, rifisso la ragazza che mi attrae come un magnete.
Poi la ragazza in minigonna attacca con Hotel California e cantiamo tutti.
Poi di nuovo altri cento Kampè.
A un certo punto capisco e mi accorgo che la ragazza che non potevo evitare di fissare, aveva gli occhi e gli zigomi di mia mamma: per quello la fissavo!
Kampè! Kampè!
Ci portano anche i dadi e chi tira più basso, deve bere.
Kampè, Kampè.
Insomma che si fa tardi, usciamo tutti e quattro, la ragazza che canta mi saluta e non becchiamo un locale dove altre quattro ragazze tutte agghindate come alberi di natale cantano Katiuscia?
Ovviamente il russo ci si butta dentro e attacca a fare il coro con un altro russo bello imbenzinato pure lui.
Io non sapendo Katiuscia in russo, faccio coro in italiano, qualcuno se ne accorgono e mi passano il microfono, e mi faccio tutta la strofa di Soffia il vento, urla la bufera, scarpe rotte eppur bisogna andar, a conquistare la rossa primavera, a conquistar il sol dell'avvenir. Ogni contrada è patta coi ribelli, ogni donna a lui deve un sospir, ma se ci coglie la crudele morte, dura vendetta sarà del partigian!
Poi applauso corale, soprattutto dei russi commossi.
Usciamo e dico a Marco sì, però chi cantava questa in Italia lottava per un paese libero, mica per queste dittature di merda che hanno qui e ci siamo messi a ridere pensando alla censura del karaoke.

Insomma: sono le 00:30 e domani alle 06:00 ho la sveglia.

Buone cose.
 
Ultima modifica:

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Giornata a Ningbo visitando fabbriche su fabbriche e capendo perchè il proletariato dovrebbe ribellarsi contro il padronato.
Peccato che essendo in un paese socialista governato dal 5G e controllato dalle telecamere, non ci si possa più ribellare più a nulla.

Ricorderò sempre le due ragazze del reparto di qualità che, dopo averci visto, hanno attaccato a ridere e non hanno più smesso.
Avrei tanto voluto chieder loro cosa avete da ridere. Su, ditemelo! Che voglio ridere anch'io, che sono lontano da casa da due settimane!!
Ci hanno portato a mangiare in un ristorante carino dove nuotavano tartarughe e capitoni.
What do you prefer?
Qualcosa di già morto penso io,
ma poi non vedendo maiali grufolare tra i tavoli, dico pork and chicken please.
Comunque comincio veramente a stufarmi: se proprio va bene, si mangia spezzatino, una volta in salsa dolce, un'altra in salsa piccante, poi con la soia, poi col bambù, poi in brodo di pipistrello, in sugo di vampiro...ma una cosa intera che so cos'è, mai, vero?

Arrivo in hotel, litigo con la password del uaifai ma alla fine riesco a spedire la posta e ritagliarmi un po' di tempo per me.
Marco mi fa ti va se torniamo al fiume?
Si può fare, è stata la cosa migliore finora
e andiamo.
Ceniamo cibo da strada dalle bancarelle lungo il fiume.
Se fossi uno iutuber in cerca di laic che mi rendano miliardario, vi direi che è un mix di sapori incredibili, fantastici, che dovreste provarli di corsa, prendere un aereo e correre qui che è la cosa migliore che vi possa capitare nella vita.
Invece sono lontano da casa da un sacco di tempo, non è ancora finita e comincio a fumare, perciò diciamo la verità:
1. ci accolgono uno stuolo di ragazze e signore infreddolite che se le leccavi ne sapevano di calippo
2. mi dia un po' di questo... poi scopro che è carne di vacca secca (vabbè anche a Zermatt l'ho mangiata) solo che qui ne sa di sapone, ma non sapone per modo di dire: hai presente quando lavando la teglia dell'arrosto ti schizzi il Mastro Lindo nel naso? Ecco, quello.
3. guardi, me ne dia un po' di quell'altra lì: Mastro Lindo ma col peperoncinmo.
4. OK, yes, yes, fantastic, amazing, that one please
5. mi dànno un pesce secco e poi scopro che è ricoperto di miele e sesamo e non so che spezia amara... ma dai, ma per favore!
6. prendiamo una porzione di tortellini?
7. sì dai, sembra la cosa più sensata,
e ci dànno un tapperuer usa e getta di tortelloni al vapore mezzi crudi (diciamo al dente...) con dentro non si sa cosa, però, onestamente, mangiabili.
8. infine uno che vende tofu bollito aromatizzato al granchio, al gambero, al maiale, al vitello... facciamo al gambero dico io, e mi dànno uno spiedino in una tazza di brodo e mi accorgo che sto mangiando il succedaneo del surimi, cioè l'imitazione dell'imitazione del gamberetto.
9. infinissimamente, trovo uno che vende cubetti neri con sopra dei ghirigori colorati.
10. hi, what is this? ma mi risponde in una lingua un pelo diverso dal genovese, perciò non capisco se è mortadella di mammut o torrone di alici marinate
11. per fortuna interviene Marco e mi spiega che la traduzione letterale è ''tofu puzzolente''
12. no guarda, scusa, ringrazia, digli che torno ieri e gliene prendo una cesta.

Insomma che vedo un negozio di varie ed eventuali ed entro a vedere se hanno un sigaro, e sono fortunato.
Uno di quelli lì: how much?
100 remembi.
100 remembi per un sigaraccio cinese? Mi dia uno di quelli lì che sono più piccoli.
150.
Me ne dia uno grande o piccolo, basta che non sia proprio una rapina
e mi da un pacchetto da due e andiamo a fumarcelo all'aperto.
Io chiedo un brandy e lui un gin tonic, e ci portano tutti e due col ghiaccio: delinquenti!
Però, devo ammettere, il sigaro non era male: era pessimo.
Fate conto che appena lo appizzo prende fuoco come un divano da 199€ trasporto compreso.
Insomma che lo lascio sul portacenere.
Al che arriva uno messo veramente male, e osserva che è tropo lungo per una persona sola.
Io taccio, tengo una mano in tasca sul portafogli e l'altra sul cellulare.
Sto qui lo prende e lo guarda e io che mi vergogno per lui.
Digli dico a Marco se lo vuole
Quello farfuglia qualcosa e Marco mi traduce tutto
E io gli faccio segno di sì e gli do anche la borsa di carne al sapone di marsiglia.
Quello che ringrazia che attacca con sei sei, sei sei che vuol dire grazie, Marco che ride e io che avrei voluto farmi ingoiare dalla Terra.
Quello se ne va tutto contento e io dai Marco non ridere, che sembra sciarlò.
Chi?
Sciarlot. Hai presente Charlie Chaplin in Tempi moderni, dai, non ridere.


Ce ne torniamo al bar di ieri sera dove il matto ci ha lasciato pagate una dozzina di birre, perciò giusto per pagare qualcosa, ci prendiamo una pipa ad acqua.
La cantante era quella di ieri sera, solo che invece di essere vestita di nera sciabadàn, è tutta bianca come una meringa in un manga.
Non so nè come nè perchè, facciamo conoscenza con tutti quelli intorno che ci chiedono di dove siamo?
Italian!
Lippi! Roberto Baggio! Lippi! Totti! Lippi! Balotelli!
E Trapattoni no?
domando io.
Selfie a non finire con tutti: sembrava quasi che fossimo felici, invece avevamo la vescica come una damigiana mezza piena.
Poi una volta fuori chiedo a Marco: ma che gli frega di Lippi?
Perchè ha allenato la Cina.
Aaah...
inciampo io scendendo dal mio snobbismo.

Adesso sono in camera: ho davanti a me sei ore di sonno + 2 giorni, e poi mi aggrappo ad un Airbus A350 e torno a casa mia come sia.
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Aaah... inciampo io scendendo dal mio snobbismo.
Certe volte hai dei lampi di creatività da non credere.
E oltre a ciò, credo che tu abbia inventato lo stile No-cani, il che detto un po' più lungo suona come "Me ne frego della Treccani", un misto di scoppiettante umorismo e di voluta trasandatezza.
Oh, guarda che non sto denigrando, anzi.
Buon riposo:sleep:
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Certe volte hai dei lampi di creatività da non credere.
E oltre a ciò, credo che tu abbia inventato lo stile No-cani, il che detto un po' più lungo suona come "Me ne frego della Treccani", un misto di scoppiettante umorismo e di voluta trasandatezza.
Ciao Pathurnia,
grazie per il complimento: fanno sempre piacere.
Cerco di riflettere un po' su quello che vedo e non prendere troppo sul serio il mio viaggio.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
A Ningbo le cose non vanno affatto male.
La città ha zone carine, a misura d’uomo, un po’ finte ma piacevoli.
La sera, Marco ed io usciamo e ci facciamo due birre (per modo di dire) e ci facciamo anche una pipa ad acqua.
A pranzo e a cena siamo coi clienti che ci fanno mangiare proprio bene, soprattutto pesce.
Ti riempiono questa giostra in mezzo alla tavola e tutti con le bacchette di portata si servono.
Solo che il pesce bollito o cotto al vapore non ne vuole sapere di farsi prendere con le bacchette, perciò, sperando di non essere passato per maleducato, chiedo se la cernia posso servirla io adoperando coltello e cucchiaio.
Il cibo è buono, perché almeno capisci quello che mangi, ma non eccezionale perché di mettere sale non ne vogliono proprio sapere, e poi quello è pesce di acque calde, non come quello dell’Atlantico che è bello gustoso perché stando in acqua fredda è bello grasso, o del Mediterraneo che è bello gustoso perché l’acqua è bella salata.
Comunque apprezzo molto, soprattutto i granchi proprio dolci.

In una cena organizzata dentro ad un privè, troviamo la broker (Sunny, che conoscevo già di vista) vestita che sembra una spia bulgara degli anni 60: praticamente una abatjour di Mary Poppins.
Lo vedevi che si era vestita peggio di me, che ce l’aveva messa proprio tutta per non essere apprezzata per la sua bellezza.
Tutti gli altri uomini.
Dopo cena, ci portano in un altro privè a fare il karaoke, dove ci sono due inservienti vestite in maniera sensuale ma non sguaiato.
Mi viene da pensare che forse Sunny si era vestita così per chiarire che non aveva nulla a che fare con le due inservienti.
Non so se la sera avrebbe potuto prendere una piega diversa, ma per fortuna Marco non si stacca dal microfono e canta tutta la sera in cinese mentre io con la scusa di apprezzare la grappa cinese (buona) sto lontano dalle inservienti.
Chiediamo una canzone non in cinese, ma non c’è.
Capisco che non ci fosse nulla di Pupo o di Mario Merola, ma che non ci fosse nulla dei Beatles, di Simon and Garfunkel…
Perciò decidiamo di cantare Vagabondo dei Nomadi a cappella.
Alla fine torniamo in camera che ne vedevo due, e il giorno dopo, alle 07:30, pronti a partire.
Io a posto; Marco che faceva i gattini.
 
Ultima modifica:

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Visito diverse fabbriche, principalmente di steli cromati per cilindri idraulici e sinterizzati.

Gli steli cromati si ottengono partendo da barre di acciaio che vengono messe su una cinghia fatta di rete di acciaio, che passa dentro ad un forno lungo circa 10 metri alla velocità di circa mezzo metro al minuto. Tempo che escono, sono stati cotti da fiammate che temprano il materiale, cioè lo rendono molto più tenace e resistente.
Poi ricevono una tornitura che rende la sezione della barra bella circolare.
Successivamente, le barre vengono caricate su due stringhe di poliuretano parallele che le portano in rettifica dove due rulli le rendono belle lucide.
Infine vengono pulite e portate in cromatura, dove diventeranno dure e lisce come uno specchio, l’ideale per scorrere con poco attrito e non danneggiare i sistemi di tenuta dei cilindri.
Al forno ci stanno uomini, che è un lavoro pesante.
Secondo me, d’inverno se la passano anche bene, ma d’estate, soprattutto con quell’umidità, deve essere la porta dell’inferno.
Al tornio e in rettifica invece, quasi tutte donne coi capelli lunghi, lisci e raccolti a coda di cavallo.
A me sembra una follia, perché una macchina utensile con un semplice sistema di sicurezza, non l’ho vista.
Tutte manomesse in modo che vi si possano infilare le mani dentro mentre sono in movimento e si velocizzi il cambio pezzo.
In Italia, per una cosa così, ti chiudono l’azienda; se poi c’hai cento operai, ti impalano.

Il sinterizzato è una procedura particolare.
Immagina di dover fare una maniglia di ferro con una forma sinuosa.
Come fai?
Col trapano? No, perché quello buca e basta.
Al tornio? No, perché (in genere) con quello puoi ottenere solo forme simmetriche rispetto all’asse orizzontale.
Alla fresa? Impossibile!
Potresti ottenerla per fusione, che se devi fare una statua va anche bene, ma se devi fare 60 maniglie al minuto, come fai?
Ti costruisci migliaia di stampi?
E allora?
E allora, invece di partire da un pezzo solido, parti da polvere di ferro e di qualche altro metallo come il rame che aiuti a creare una amalgama, le metti dentro uno stampo e ci fai crollare addosso un maglio con una pressione tra i 300 e i 500 megapascal, cioè quasi 5.000 atmosfere (cinquemila, come se foste a 50 chilometri di profondità!) che compatta il tutto.
Appena il maglio se ne va, un cilindretto che stava nascosto sotto allo stampo (diciamo che nessuno vuole mai incontrare un maglio, che stanno un po’ antipatici a tutti) spunta e butta fuori il pezzo compattato che rotola lungo uno scivolo, mentre altra polvere prende il suo posto grazie ad una specie di iniettore e si ricomincia.
La fase di stampo dura circa un secondo, perciò 60 pezzi al minuto vengono fuori come nulla.
I pezzi vengono temprati per essere induriti, e poi pressati di nuovo in un secondo stampo ma di maggior precisione del primo.
Successivamente, possono essere rifiniti al tornio (per esempio per eseguirvi delle gole circolari) o al trapano (per esempio se vanno forati).
Vedere un maglio che viene giù con quella forza e a quel ritmo, incute un po’ di rispetto.
Per fortuna la produzione è tutta automatica, ma se per disgrazia si devono fare pochi pezzi (mettiamo 1.000), allora si lavora ad una pressa semiautomatica, nel senso che invece di andare da sola, viene gestita da un operatore.
E fino a lì, niente di strano, a parte che a stare lì davanti s’impazzisce: BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM!
In tutto il mondo, l’operatore mette le mani sotto il maglio (in pausa), fa quello che deve fare, poi sposta le mani su due pomelli belli distanti tra loro (così si è sicuri che tutte le due mani sono lontane dal maglio), li preme contemporaneamente, il maglio viene giù e via.
Se uno prova a barare e tira via le mani dai pomelli, il maglio si ferma o viene su.
In Cina no.
In Cina il maglio viene comandato da un pedale, in questo modo l’operatore può tenere il viso vicino allo stampo e così vedere bene cosa succede, e le mani dentro per tenere fermo lo stampo, o centrare qualcosa, o cosarne un’altra.
Mi ricordo un mio collega che diceva che non bisogna avere paura delle macchine utensili, perché se la macchina si accorge che ce l’hai, ti prende sotto.
Il mio collega morì con il cranio fracassato, ma non subito, no: dopo un mese di agonia in ospedale.
I pezzi finiti poi, vanno in mano alle donne che lavorano ai trapani a colonna, ovvero dei trapani verticali che non si fermano mai: loro mettono il pezzo sotto alla punta con la mano sinistra, e con la destra abbassano la leva che tira giù la punta e fora.
Se i pezzi non ti scappano di mano o le punte non si spezzano prendendoti la faccia, sei sicura di morire di silicosi prima di un minatore, perché io non ho mai visto lavorare in una nuvola di polvere di ferro e rame senza una mascherina per gli occhi, il naso, la bocca e le orecchie.

Gli orari però sono di sole otto ore al giorno, su tre turni, sei giorni alla settimana, anche se a volte possono essere sette su sette.
Bambini, niente.
Diciamo che nel Biafra ho lavorato in stabilimenti che erano molto peggio.

BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM! BUM!.......
 
Ultima modifica:
Alto