Carcarlo
Nave russa, vaffanculo!
Passano i giorni durante i quali visito una media di tre o quattro fabbriche al giorno.
Di solito, come arriviamo, veniamo condotti all'ufficio dell'owner o del boss, cioè del presunto padrone, che lì il concetto di titolare, secondo me, dopo tanto comunismo, mica è ancora passato.
La via per arrivarvi, comporta la visione di una tigre di ceramica colorata di oro e rosso, di una specie di samurai, di un poster di un jumbo che decolla e una scritta che incoraggia tutti a lavorare per Ningbo, la foto di gruppo della Grande Famiglia col Grande Padre sullo scalino più alto, alberi di ficus, tavolo da bigliardo riscaldato, meeting room e infine, l'ufficio.
L'ufficio in genere è un 150mq con scrivania, tavolo delle riunioni e divano, e basta un'occhiata per capire che non li ha mai adoperati nessuno; il bigliardo invece sì.
La riunione perciò si tiene intorno alla postazione per il tè che è cosiffatta: il padrone di fronte a tutti; alla sua destra un tavolino con tre teiere e un pannello elettronico che gestisce la portata di acqua fredda nelle teiere, la loro temperatura, l'ebollizione...insomma, che sembra una locomotiva. Ogni volta che l'acqua bolle, va lasciata riposare e poi versata in una teiera con dentro le foglie del tè giallo, verde, rosso, di primavera, estivo, al loto, al gelsominio...lo gira e lo rigira col cucchiaino. A questo punto il te viene filtrato e passato in una seconda teiera da dove viene versato nei bicchieri. Intanto un secondo ebollitore inizia bollire e un terzo inizia a riempirsi d'acqua fredda e le lucine del pannello di comando si accendono e spengono in mezzo a nuvolette di vapore. Praticamente il Mago di Oz che ci prepara un clistere dopo l'altro che al terzo te della quarta azienda mi sembra che sono in una clinica per dimagrire.
Il boss non parla nemmeno una parola d'inglese.
Il boss non ha nemmeno un biglietto da visita.
La riunione alla fine avviene tra noi e il broker che abbiamo già visto in fiera e ci ripetiamo esattamente le stesse cose.
Fabbrica dopo fabbrica, sempre lo stesso rituale col Gran Visir silenzioso del tè.
Il boss non sa una parola d'inglese e sono sicuro che lui non sa nemmeno a cosa servano le centinaia di macchine a 50m dal suo ufficio.
Bisognerebbe essere proprio ingenui per non capire che non si sta parlando con alcun owner o con alcun boss.
Quello lì è un uomo di fiducia di qualche politico che è riuscito ad avere i fondi dallo stato o dalla regione, li ha investiti in un'azienda che fa gestire a un altro.
A dire tanto, è una spia politica, un caporale che gestisce la manovalanza, uno che controlla che i soldi vadano a chi devono andare.
Punto.
...scusate ma devo scappare, continuo dopo...
Di solito, come arriviamo, veniamo condotti all'ufficio dell'owner o del boss, cioè del presunto padrone, che lì il concetto di titolare, secondo me, dopo tanto comunismo, mica è ancora passato.
La via per arrivarvi, comporta la visione di una tigre di ceramica colorata di oro e rosso, di una specie di samurai, di un poster di un jumbo che decolla e una scritta che incoraggia tutti a lavorare per Ningbo, la foto di gruppo della Grande Famiglia col Grande Padre sullo scalino più alto, alberi di ficus, tavolo da bigliardo riscaldato, meeting room e infine, l'ufficio.
L'ufficio in genere è un 150mq con scrivania, tavolo delle riunioni e divano, e basta un'occhiata per capire che non li ha mai adoperati nessuno; il bigliardo invece sì.
La riunione perciò si tiene intorno alla postazione per il tè che è cosiffatta: il padrone di fronte a tutti; alla sua destra un tavolino con tre teiere e un pannello elettronico che gestisce la portata di acqua fredda nelle teiere, la loro temperatura, l'ebollizione...insomma, che sembra una locomotiva. Ogni volta che l'acqua bolle, va lasciata riposare e poi versata in una teiera con dentro le foglie del tè giallo, verde, rosso, di primavera, estivo, al loto, al gelsominio...lo gira e lo rigira col cucchiaino. A questo punto il te viene filtrato e passato in una seconda teiera da dove viene versato nei bicchieri. Intanto un secondo ebollitore inizia bollire e un terzo inizia a riempirsi d'acqua fredda e le lucine del pannello di comando si accendono e spengono in mezzo a nuvolette di vapore. Praticamente il Mago di Oz che ci prepara un clistere dopo l'altro che al terzo te della quarta azienda mi sembra che sono in una clinica per dimagrire.
Il boss non parla nemmeno una parola d'inglese.
Il boss non ha nemmeno un biglietto da visita.
La riunione alla fine avviene tra noi e il broker che abbiamo già visto in fiera e ci ripetiamo esattamente le stesse cose.
Fabbrica dopo fabbrica, sempre lo stesso rituale col Gran Visir silenzioso del tè.
Il boss non sa una parola d'inglese e sono sicuro che lui non sa nemmeno a cosa servano le centinaia di macchine a 50m dal suo ufficio.
Bisognerebbe essere proprio ingenui per non capire che non si sta parlando con alcun owner o con alcun boss.
Quello lì è un uomo di fiducia di qualche politico che è riuscito ad avere i fondi dallo stato o dalla regione, li ha investiti in un'azienda che fa gestire a un altro.
A dire tanto, è una spia politica, un caporale che gestisce la manovalanza, uno che controlla che i soldi vadano a chi devono andare.
Punto.
...scusate ma devo scappare, continuo dopo...
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