Viaggio a Shanghai

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Passano i giorni durante i quali visito una media di tre o quattro fabbriche al giorno.

Di solito, come arriviamo, veniamo condotti all'ufficio dell'owner o del boss, cioè del presunto padrone, che lì il concetto di titolare, secondo me, dopo tanto comunismo, mica è ancora passato.
La via per arrivarvi, comporta la visione di una tigre di ceramica colorata di oro e rosso, di una specie di samurai, di un poster di un jumbo che decolla e una scritta che incoraggia tutti a lavorare per Ningbo, la foto di gruppo della Grande Famiglia col Grande Padre sullo scalino più alto, alberi di ficus, tavolo da bigliardo riscaldato, meeting room e infine, l'ufficio.
L'ufficio in genere è un 150mq con scrivania, tavolo delle riunioni e divano, e basta un'occhiata per capire che non li ha mai adoperati nessuno; il bigliardo invece sì.
La riunione perciò si tiene intorno alla postazione per il tè che è cosiffatta: il padrone di fronte a tutti; alla sua destra un tavolino con tre teiere e un pannello elettronico che gestisce la portata di acqua fredda nelle teiere, la loro temperatura, l'ebollizione...insomma, che sembra una locomotiva. Ogni volta che l'acqua bolle, va lasciata riposare e poi versata in una teiera con dentro le foglie del tè giallo, verde, rosso, di primavera, estivo, al loto, al gelsominio...lo gira e lo rigira col cucchiaino. A questo punto il te viene filtrato e passato in una seconda teiera da dove viene versato nei bicchieri. Intanto un secondo ebollitore inizia bollire e un terzo inizia a riempirsi d'acqua fredda e le lucine del pannello di comando si accendono e spengono in mezzo a nuvolette di vapore. Praticamente il Mago di Oz che ci prepara un clistere dopo l'altro che al terzo te della quarta azienda mi sembra che sono in una clinica per dimagrire.
Il boss non parla nemmeno una parola d'inglese.
Il boss non ha nemmeno un biglietto da visita.
La riunione alla fine avviene tra noi e il broker che abbiamo già visto in fiera e ci ripetiamo esattamente le stesse cose.
Fabbrica dopo fabbrica, sempre lo stesso rituale col Gran Visir silenzioso del tè.
Il boss non sa una parola d'inglese e sono sicuro che lui non sa nemmeno a cosa servano le centinaia di macchine a 50m dal suo ufficio.
Bisognerebbe essere proprio ingenui per non capire che non si sta parlando con alcun owner o con alcun boss.
Quello lì è un uomo di fiducia di qualche politico che è riuscito ad avere i fondi dallo stato o dalla regione, li ha investiti in un'azienda che fa gestire a un altro.
A dire tanto, è una spia politica, un caporale che gestisce la manovalanza, uno che controlla che i soldi vadano a chi devono andare.
Punto.

...scusate ma devo scappare, continuo dopo...
 
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Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Comincia a sembrare una storia di spionaggio
Carcarlo, la spia che venne dal freddo.. delle risaie vercellesi :D
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
insomma, scusate ma ne vengo da qualche giorno spesso così che mi sembra che mi abbiano riempito le mutande di cartone.
Io mi presento con disegni a norma ISO o il cavolo che l'è, parlo di millimetri, di micron, di tolleranze, di gradi vickers, durezza dello strato di cromatura, profondità della tempra...per poi passare ad aspetti produttivi, e quindi al MOQ (minimum order quantity) offerto al prezzo massimo per lotto da cui ricavare un indice che permetta di elaborare una curva logaritmica da cui un rapporto ottimale tra quantitativo e lotto, da cui ottenere un packaging che garantisca l'incolumità della merce ma un costo di spedizione contenuto e quindi ottimizzare quelle condizioni tali per cui il gerundio esplicativo della supercazzola antani prematurata a destra..sì sì quello che vuoi ma poi alla fine davanti a me c'ho il mago del clistere, e alla mia destra il broker dell'aria fritta.
Senti Marco dico a Marco, ce l'hai presente Goldoni?
Eeehh?
Ehh! Arlecchino, Pantalone, Brighella, la commedia delle parti?
Eeeehh?
Eeeh sto cavolo! La vostra generazione, a forza di vedere film dementi non ha il senso del ridicolo. Siete talmente ignoranti che dovreste ricominciare tutti da Fantozzi.


Sembra una favola, ma è tutto vero.
Avevamo visitato i gruppo di aziende A1, A2, A3...facenti capo al broker Alpha, e la sera stessa ci messaggia via wechat (la versione comunista di whatsapp) il broker Beta con il quale avevamo appuntamento il giorno dopo per visitare le ditte B1, B2, B3... e ci chiede se abbiamo visitato in giornata le ditte B1, B2, B3.
Ma no, ma figurati
Mi hanno detto che oggi in ditta c'erano due italiani.
Non saremo mica gli unici italiani in Cina
Sì, ma uno somigliava a Carcarlo
Ben per lui
rispondo io
Eravate voi?
Ma che cavolo vuole sto qui?

Non solo quando sono costretto ad andare ad un karaoke non posso cantare le canzoni di Pupo o di Mario Merola, ma adesso devo anche dirgli dove ero?
Insomma, che manca poco che lo mandiamo a stendere.
La facciamo finita e il giorno dopo ci vediamo con Beta in B1.
Passiamo sotto ad una sbarra uguale a tutte le altre sbarre, e va bene.
Entriamo in una fabbrica come tute le altre, e ci sta.
Trovo una cavolo di tigre rossa e dorata come tutte le altre e OK, perchè se non è l'anno del topo o della scimmia, è quella della tigre o del pangolino morso dal pipistrello infetto.
Poi c'è il solito Jumbo, il solito campionario...
Oh!
Eh?
Alla faccia del dejavu!
Del che?

Insomma, per farla breve, che il broker Alpha, spesso e volentieri rappresenta le stesse aziende del broker Beta, e perciò se vuoi andare fino in fondo sia col primo che col secondo, finisci per visitare sempre le stesse aziende.
Goldoni? Goldoni un fico secco dico io, altro che Goldoni, qui se va bene Gli anni ruggenti di Luigi Zampa con Nino Manfredi che gli mostravano sempre le stesse vacche col corno storto!!
Insomma, per farla breve, non ho a che fare con Arleccchino servitore di due padroni, ma con 2, 3 Arlecchini servitore dello stesso padrone,

Lascio Ningbo attraversando delle risaie.
Mi fa piacere perchè dopo due viaggi in Cina, una risaia non l'avevo ancora vista, e insomma, era un atto dovuto.
Anche perchè una risaia è una cosa seria, se non altro perchè per prendere un ciuffo di riso pieghi la schiena, e dopo l'occorrente per un paio di risotti, alla faccia degli sforzi aerobici, la schiena deve iniziare a fare male.
E lasciando Ningbo, mi lascio indietro una bella mascherata.
Una mascherata dove tanti disgraziati lasciano la vita o la salute a lavorare come automi per un partito che subappalta lo sfruttamento del proletariato a un ignorante che delega la vendita a più pseudo agenti che fingono che ci sia un mercato.
Poi mi faccio dodici ore di sigaro volante, torno qua e spiego che il mercato c'è eccome, eeehh, 'na roba!!
Intanto, le fabbriche qui di steli e sinterizzati chiudono, lasciano le persone a casa con un messaggio whatsapp letto tra un like e l'altro dato alla santanchè, a briatore, a ronaldo, a vacchi, e alla ferragni,

Una tristezza.

Che poi ci ragioni un po' e forse capisci perchè è importante leggere libri e vedere film che siano cinema e non solo ingozzarsi di popcorn vedendo le solite esplosioni nucleari e tsunami che invadono la California in attesa che il solito eroe anabolizzato salvi l'America e quindi il mondo a base di sparatorie, inseguimenti e cazzotti.
Ci ragioni un po' e capisci che un po' di cultura (cioè il succo dell'esperienza altrui) abbinata alla tua di esperienza, ti insegna cosa sia la dignità, come questa ne venga dal lavoro, come debba essere difesa, e come i senso dell'umorismo nonchè del ridicolo, siano delle preziose sentinelle che ti devono mettere in allarme che non sta mica più insieme e un giorno viene giù tutto.
 
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Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Che poi ci ragioni un po' e forse capisci perchè è importante leggere libri e vedere film che siano cinema e non solo ingozzarsi di popcorn vedendo le solite esplosioni nucleari e tsunami che invadono la California in attesa che il solito eroe anabolizzato salvi l'America e quindi il mondo a base di sparatorie, inseguimenti e cazzotti.
Ci ragioni un po' e capisci che un po' di cultura (cioè il succo dell'esperienza altrui) abbinata alla tua di esperienza, ti insegna cosa sia la dignità, come questa ne venga dal lavoro, come debba essere difesa, e come i senso dell'umorismo nonchè del ridicolo, siano delle preziose sentinelle che ti devono mettere in allarme che non sta mica più insieme e un giorno viene giù tutto.
Non è solo una cronaca divertente ma fa pensare.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Il ricevimento di cui parlavo al post #26 era con un capoccia del partito comunista cinese a capo dell'industrializzazione di non so che regione.
Tavolo di venti metri per quattro per un centinaio di invitati.
Ognuno aveva il proprio posto indicato con un biglietto, così ho imparato come si scrive Carcarlo in cinese!
Parte il primo filmato sulle bellezze di quella regione, e allora vedi aeroporti, porti, autostrade, capannoni nuovi circondati da aiuole, grattacieli di vetro che s'illuminano di notte, uomini (tutti giovani e forti) orgogliosi del loro lavoro, donne (belissime) che portano i figli a una scuola modello tutta campi da calcio e palestre, ragazzi che praticano le arti marziali, ragazze con la pelle da pesca che fanno yoga in riva a un fiume, sotto una pagoda circondata da salici piangenti, e poi fenicotteri che s'innalzano in volo all'imbrunire...peggio dei fantocci che in genere fanno da prologo al catalogo dei cuscinetti di cui scrivevo tempo fa in La bellezza della Meccanica penso io.
Poi parte un altro filmato sulle grandi possibilità d'investimento nella regione, le aeree industriali, la logistica, bla, bla, bla
Poi ne parte un terzo su non so cos'altro che però si conclude ripetendo tre volte You are welcome to invest in....
Applauso corale, tutti in piedi, si alzano i calici e kampè! kampè! kampè e giù a bere come cosacchi alla goccia.
Dopo cena, il capoccia e i suoi secondi ci ricevono in un privè dove ci propongono di investire in quella bellissima regione facendo una joint venture (parola toccasana!) in un clima di win-win cooperation (altro passpartout), le basi dell'accordo sarebbero le seguenti:
A. loro ci mettono un capannone (dei 100.000 che ne hanno vuoti e non sanno cosa farsene) e il mercato
B. Noi i soldi e la tecnologia
C. Il partito comunista diventa socio al 51% e noi al 49%, ma non è un problema, perchè il 51% degli utili spetterebbe comunque a noi.
Scusi - chiedo al capoccia del partito comunista - ma a parte che mancano alcuni piccoli dettagli come chi paga i lavoratori, chi decide chi assumere e chi no, chi s'incarica della distribuzione, del marketing, della vendita... ma quando lei dice che ci mette il mercato, vuol dire che costringe 1.500.000.000 di cinesi a comprare quello che produciamo? No perchè se comprano solo se gli piace e hanno i soldi, allora il mercato non ce lo mette lei, ma semplicemente sta lì a guardarci, come i capannoni nuovi quanto dismessi.
Nooo, ma va! Sono stato zitto, l'ho pensato e basta!

Tornati da Ningbo, Marco ed io abbiamo incontrato il resto dei colleghi e abbiamo ripreso a discutere di quella serata.
Per me, l'ho detto chiaramente quando eravamo tra di noi, è una fregatura bella e buona, peggio che comprare un videoregistratore in un'area di servizio.
Perchè?
Per fare società, come minimo ci vuole trasparenza, e in un paese dove non mi permettono di cantare Ricchi e Poveri, vuoi che mi permettano di leggere il bilancio spulciando ogni voce?

Io sono un consulente, mi pagano per consulare, ho consulato, che poi facciano quello che vogliono.
Il fatto che si debba tornare a breve però, mi dà l'idea che abbiano intenzione di pagarmi per continuare a dire che non è una buona idea mentre andiamo avanti.
 
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Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Altri flash che mi sono rimasti in testa.

Dall'hotel all'ufficio, due o tre agenzie immobiliari.
D'altronde, con quel formicaio di palazzi in costruzione, qualcuno dovrà venderli, no?
Quello che non capivo però, è che le agenzie immobiliari fossero aperte e con 4 o 6 agenti in vetrina davanti al PC con la cuffia auricolare in testa, 24/24h.
Cioè, non posso dire di averli visti anche alle 3 del mattino, no, ma alle 23:30 di sabato sì.
Ora io non capisco: ma c'è gente che alle 23:30 chiama Tecnocasa?
Avete mai chiesto il prezzo di un box a mezzanotte?
In effetti non penso che fossero lì per lavorare, ma per soddisfare le stesse manie di grandezza dello shampista pazzo di qualche post fa.

I nostri uffici sono al piano terra, con due ingressi affiancati ma separati da una scala che va su.
Ai lati, negozi e altre attività commerciali.
Proviamo a fare conoscenza, ma non è un successo.
Non gli importa nulla a nessuno di chi siamo e cosa vogliamo, e se domandiamo noi, non rispondono: peggio dei liguri.
Poi ci incuriosisce quella scala che passa in mezzo ai nostri due ingressi.
A guardarci dentro, disordine, sporcizia, carabattole e decorazioni per bambini sui muri.
Chiediamo se possiamo salire e presentarci e troviamo un covo di materassi e brandine ammassati, donne avanti con l'età in ciabatte e vestaglia, pentole che bollono, un fetore di kimchi (cavoli fermentati per anni con rape e spezie) da prendere alla gola.
La prima cosa a cui ho pensato è stato ad un manicomio femminile prima della Legge Basaglia.
Ma che posto è questo?
Mi è venuto un rifiuto e me ne sono andato lasciando lì i miei colleghi a parlottare.
E' un'agenzia di lavoro interinale ha tradotto Marco che è proprio ingenuo e non può capire che è un punto di smercio di contadine arrivate in città a fare qualsiasi lavoro pur di avere un tetto sulla testa.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Il volo d’andata è stato tutto un tirare su di naso e uno scatarramento unico.
Roba che ogni tanto mi guardavo intorno per capire se giocavano a tirassegno sputando alle cappelliere.
In un viaggio così lungo ci sta che il tuo corpo ti chieda (per così dire) di rilassarsi, e infatti ci sono le toilette apposta, ma evidentemente la gente si rilassava spostando un po' il sedere da una parte.
Marco rideva e mi diceva che avrei dovuto vedere le mie facce.
Mi fanno schifo ripetevo.
Anch’io ho fatto le gare di rutti, per carità, ma avevo 16 anni ed eravamo tra amici.
Da grande, su un aereo dove siamo tutti stipati, ti dai una regolata.

A tavola ci si comporta come il padrone: se il padrone non rutta, non biascica, non sorbisce, non ciancica tutto come se fosse senza dentiera, allora nessuno rutta, biascica, sorbisce...
Se il padrone grida kampè e beve alla goccia, tutti gridano kampè e bevono alla goccia anche loro.
Se il padrone non c’è, ognuno fa quello che vuole e il livello cala tanto, ma tanto.

Diciamo che mangiare con forchetta e coltello aiuta tanto, perchè io un modo per portarsi alla bocca una matassa di spaghetti di riso in brodo con le bacchette senza mettere il muso nel ciotolone, non l’ho visto.

Al ritorno da Ningbo, in una specie di autogrill, uno che si tagliava le unghie dei piedi.
Per carità, anch'io me le taglio, ma sul bidet di casa mia, non tra la noce di prosciutto al pepe e la pasta a tre colori per i turisti.

Il marciapiede può essere tutto pieno di sporcizia e scaracchi, oppure lindo perchè evidentemente lì c’è da rispettare la volontà di qualcuno.

Il volo di ritorno è stato notturno, perciò ho dormito qualche ora e non ho sentito nulla (meno male).
 

gamine2612

Together for ever
Non gli importa nulla a nessuno di chi siamo e cosa vogliamo, e se domandiamo noi, non rispondono: peggio dei liguri.
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Carcarlo questa però me la spieghi:unsure::mrgreen:
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Non gli importa nulla a nessuno di chi siamo e cosa vogliamo, e se domandiamo noi, non rispondono: peggio dei liguri.
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Carcarlo questa però me la spieghi:unsure::mrgreen:
I liguri, a differenza dei romagnoli, non siamo certo noti per la nostra ospitalità.
Per farsi un'idea:
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Forse è stato l'ultimo flash del viaggio.

Volo di ritorno.
Do un'occhiata ai film a disposizione: americanate allucinanti, tutto il resto, in cinese.
Per fortuna ho un ettaro di cruciverba senza schema e un libro.
Ogni tanto però, divorato dalla noia, mi guardo intorno e sbircio negli schermi altrui, d'altronde, l'erba del vicino è sempre più verde.
Quello di fronte stava vedendo un film di guerra.
Tutti militari in mimetica.
Erano tutti giovani e forti, e man mano che invecchiavano, erano diventati maggiori, tenenti o generali, e se non erano invecchiati, allora erano diventati eroi.
C'erano anche donne toste e coraggiose, anche una che sembrava una chioccia circondata da pulcini.
Gli sguardi erano spavaldi verso il pericolo, umili verso i superiori.
Avevano qualcosa di dannunziano, ma non ancora inquinato dalla cafonaggine in camicia nera.
Esplosioni a non finire, gente che salta per aria, urla di rivincita, pugni alzati alla riscossa e alla fine, quando ti aspetti che gli americani salvino il mondo, la cartina della Cina piena di elicotteri in volo verso il mare che vanno a liberare la corrotta e capitalista Taiwan.
Peccato: il film finisce senza una panoramica del sottoproletariato taiwanese gaudente di unirsi a quello cinese.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Non so se è la conclusione del viaggio, ma proviamo.

Non è che uno trascorre le due settimane abbondanti lontano da casa più lunghe della sua vita e allora può giudicare un 1.500.000.000 di cinesi; no.
Anche un megalomane, prima di farlo, darebbe al 1.500.000.000 di cinesi le opportunità che lui ha avuto e i cinesi no.
Però credo che si possa giudicare chi, potendo concedere al 1.500.000.00 di cinesi certe opportunità, non lo fa.
Convenite?
Credo si possa giudicare chi ha riempito una nazione di miliardi di telecamere 5G; chi vieta internet; chi controlla tutto; chi vieta di cantare; chi ha trasformato il capitalismo (che potrebbe essere una cosa seria) in una truffa; chi ha trasformato il marxismo (che poteva essere un sogno - non il mio) in un incubo, in special modo per gli operai; chi ha trasformato le città in prigioni; chi ha trasformato l'emigrazione interna in schiavitù....

Ora, uno pensa ma non starò scrivendo una cavolata? in fondo 5.000 anni di storia...perciò vado su Wikipedia, digito Confucianesimo e trovo che

Per Confucio gli uomini sono divisi in tre gruppi:
1) gli uomini perfetti ovvero i saggi, coloro che rappresentano il modello da seguire, avendo raggiunto il più alto grado di perfezionamento, come ad esempio, gli imperatori dell'antica Cina;
2) i nobili ovvero gli uomini superiori (junzi);
3) gli uomini comuni che costituiscono la massa.

Per raggiungere una convivenza sociale armonica... Confucio individuò cinque rapporti fondamentali: sovrano-suddito, padre-figlio, marito-moglie, fratello maggiore-fratello minore, amico-amico.

Insomma, che per una questione di merito e per l'armonia dell'universo, io dovrei stare al penultimo scalino della scala sociale; poi verrebbe mia moglie.

Vogliamo mica parlare del taoismo o preferiamo il maoismo?

In 5.000 anni di storia, la Cina ha avuto solo 45 giorni di libertà, limitatamente alla sola Piazza Tienanmen, e che sono stati spazzati via con un massacro e condannati per sempre all'oblio.
In Cina, Tienanmen non si dice.
Poi è venuta questa follia affaristica dove tutti sono invasati dal far soldi ad ogni costo, anche lavorando di notte per farmi un vestito, per fare finta di essere felici a fare shampoo, per far finta di essere entusiasti di rispondere al telefono di un'agenzia immobiliare...

A me sembra che la Cina sia come uno dei suoi frutti esotici: grande, grosso, ipnotizzante; poi ti avvicini e senti la puzza di cipolle marce.
Sì, in tutto questo, per fare un te ci mettono tre quarti d'ora e gli cambiano di tazzina sette volte, ma la libertà ne sa più di caffè della mia moka che delle loro preziose teiere.

Credo che la giusta conclusione sia dire che in alcuni casi, giudicare male da fuori sia sbagliato, ok, ma in altri casi sia molto più sbagliato pensare di poter giudicare bene senza essere stati dentro, senza essere al posto dei cinesi.
Ecco, io giudico male la Cina perchè non scambierei mai la mia vita con quella di un cinese, e visto che hanno 5.000 anni di storia e sono la maggior potenza economica del mondo, qualcosa di sbagliato in quel paese, in quella cultura (per dire...) ci deve essere.
 
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Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Altro ricordo che trascrivo per non dimenticarlo.

Lasciato l'hotel di Shanghai, connettersi a internet diventò un'impresa.
Infatti, se non hai una scheda telefonica cinese, la connessione diventa lentissima o impossibile.
Se invece ce l'hai, puoi vedere solo quello che il regime permette.
Il problema però, non è il wifi dell'hotel, perchè se hai la VPN che ti permette di aggirare la censura, viaggi bene.
Il problema era che io la VPN non ce l'avevo, perciò, per un qualche strano motivo, venivo rallentato.

Arrivo al terzo hotel di Ningbo, anch'esso con finestra con vista sulla vasca da bagno.
Alla reception, prima di salire in camera, chiedo la password del wifi.
Fanno finta di non capire, glielo diciamo in cinese, titubano, ci dicono che non c'è, e alla fine capisco che siamo alle solite e per leggere una e-mail dovrò aspettare qualche ora.
Però dicono che manderanno il tecnico a guardarmi il PC.
Intanto, due ragazzine sui sedici anni ci vengono incontro e provano a prenderci i trolley.
Marco che c'ha le mani molli, lo lascia andare; io non ci penso nemmeno.
Ci dicono che ce le porteranno in camera e insistono affinché io ceda la mia.
- Ma non ti vergogni? - canzono Marco nell'ascensore che sale verso le camere - ti fai portare la valigia da una ragazzina? -
- E' che me l'ha presa senza che me ne accorgessi... - e giù io a rimbrottarlo.
Poi Marco scende a un piano e io a un altro, col mio trolley per mano e la ragazzina dietro tutta compunta e silenziosa come una suora.
Entro in camera e lei mi segue.
Lei non parla inglese e io non parlo cinese.
Non so cosa dirle e non saprei come farlo.
Da solo, con una ragazza in camera, col vetro che vedo la vasca da bagno, mi sento in imbarazzo, non so cosa fare.
Appoggio il trolley sul portavaligie, apro il trolley, prendo le ciabatte e me le metto e lei ferma impalata che mi guarda discreta.
Siccome devo lavorare, apro lo zainetto, tiro fuori il PC, lo appoggio sulla scrivania, lo apro, lo accendo e vedo che lei mi sorride dolce.
Io resto come di gomma che non sapevo cosa fare, quando lei gira intorno alla scrivania e inizia a smanettare.
Capisco allora che lei non è solo una facchina, ma anche il tecnico dei PC.
Le dico di sedersi, che lavora meglio, e io resto in piedi curioso.
Poi la osservo (e cavolo!) come si districa bene tra i comandi in italiano!
Un po' troppo bene.
Secondo me l'inglese lo sapeva eccome.
Insomma che mi collega il PC a internet e io ringrazio con una lauta mancia (per lei).
Al che si esalta e mi fa segno tutta contenta che tornerà.
- Per cosa? Boh! -
Infatti, dopo un po' torna con una cavetto ethernet e mi dice fast, fast.
Io lo collego tutto contento, ma dopo un paio d'ore mi accorgo che non scarico più nulla.
Tolgo il cavetto e riprende, e dopo un paio d'ore riesco a leggere le mie e-mail.

Come l'altra volta, stare tanto tempo fuori casa e non riuscire mai ad avere un rapporto normale con nessuno, scambiarsi una cortesia, un sorriso, stanca e lascia un amaro in bocca.

A volte ho pensato a Sharon, la ragazza che avevo incontrato in metropolitana nel 2019, e che siccome mi ero comportato cavallerescamente con lei (le avevo tenuto il posto, perciò pensa te che cavaliere!) mi subissò di messaggini per settimane fino a quando mia moglie si intromise mica tanto contenta.
Cambiando il cellulare ho perso il suo contatto: peccato.
Se lo avessi conservato, di sicuro l'avrei contattata per andarci a cena una sera e ascoltare e capire, come ho fatto in tanti altri posti, ma qui è proprio difficile, proprio difficile.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Il peggio si è avverato.
Il 22 agosto parto dall'International Bunga Bunga's Airport of Milano per andare a Pechino, dove saranno spietati e specializzati in torture millenarie ma anche un po' più seri e l'aeroporto lo avranno intitolato ad uno peggio ma che almeno non se ne vantava per prendere i voti.
Comunque, da lì mi spediscono a Chongqing, un altro formicaio in mezzo alla Cina.
Se sopravvivo, mi fanno di eparina e mi catapultano a Guangzhou (Canton).
Se sarò ancora in condizioni, una siringa di adrenalina nel cuore e via per Shanghai, dove le mie ceneri verranno messe in bustine del te e spedite alla mia vedova che nel frattempo si sarà rifatta una vita, perciò è inutile che le scriviate per consolarla e dirle che ero tanto bravo.

Vorrei tanto tornare raccontando di palazzi imperiali, biblioteche, muraglie, templi buddo-taoisti, ragazze in kimono che mi offrono il sakè, canali tra il bambù e tifoni nel Mar Giallo.
Invece mi sa di no, che racconterò di altri luoghi e situazioni.

Vorrei tanto ritornare in Sardegna a bere il Cannonau con il porcetto o la pecora bollita, un vermentino con il pesce fritto, infilare un dito nel casu marcu e leccarmelo, fare il bagno nel Coghinas... ma è già un ricordo che pare vissuto da un altro. :cry::cry::cry::cry::cry::cry::cry::cry::cry:
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Per capire come ragionano:

A. scrivo a diverse aziende cinesi (Fornitori) per conto del mio Cliente che ci legge in copia, chiedendo loro che rispondano con un'offerta ma tenendo sempre in copia il mio Cliente.
Poi, roba che uno si domanda se sono pazzo o cosa (perchè si dà per scontato), aggiungo che non voglio una percentuale sottobanco.

B. Jazmin mi risponde in PVT con la sua offerta e specificando che include un 5% per me.

C. Le rispondo in PVT ringraziandola ma chiedendole di trasformare quel 5% per me in uno sconto dell'8% per il mio cliente.

D. Jazmin mi risponde mettendo in copia il Cliente di tutta la conversazione privata (e perciò col tentativo di corruzione!!!) e con uno sconto del 15%.

Non so se scandalizzarmi :eek: di più per l'immoralità 🏴‍☠️ o per la pasticcioneria 🤡 !

Channel invece, mi ha risposto con un'e-mail che finiva con un piedino contenente le immagini dei loro principali prodotti come trafilati in alluminio, valvole per gas ad alta pressione, sex-toys di silicone, prodotti di cartoleria...
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Sono in partenza per Milano dove mi riunirò con i colleghi e domani partiamo.

Dal primo viaggio nel dicembre 2019 da cui tornai col covid che mi alitava dietro le orecchie, le cose sono cambiate.
Non vado più né a cercare clienti, né fornitori, né a controllare la qualità del prodotto.
Ormai si dà per scontato che le cose vadano di bene in meglio, che ci sia solo da riscuotere una caterva di soldi, perciò si parte a fare la ns marcia trionfale che nemmeno l’Aida.
Saranno due settimane di incontri al vertice durante i quali non mi leverò la cravatta nemmeno per fare la doccia, e a me piace stare in ciabatte.

Incontri al vertice è proprio un’espressione stronza ma rende l’idea di quanto la gente possa essere megalomane, soprattutto i maschi, soprattutto dopo una certa età.
Però è vero: non saranno incontri con gente che lavora ma con quella che non ha mai lavorato perché fanno lavorare gli altri.
Quegli incontri da cui tutti escono vincitori perché sono i migliori, fino a quando si accorgono di aver sbagliato tutto e allora è colpa degli altri.

Per me il lavoro è fare una mole di piccole cose in una certa direzione, poi fermarsi la sera, fare il punto nave, capire se ho seguito la rotta giusta, se no correggere il timone, e se invece l’ho seguita, domandarmi se ce n’è una migliore, perciò quando vedo tutti andare diritti come fusi senza mai sporcarsi le mani, mi viene la pelle d’oca, anche perché di marce trionfali finite contro un muro me ne hanno già fatto fare due nella mia vita.
Vorrei tanto che Natalia Ginzburg e Primo Levi venissero con me, anzi no: vorrei andare da solo con loro a vedere, fare domande, cercare di capire, imparare dalle mille perplessità de L’altrui mestiere e Il sistema periodico, e dalla grande educazione che c’è nel fare tutti i nostri piccoli doveri quotidiani che traspare da Le piccole virtù.
Ecco, vorrei fare un viaggio di lavoro per capire tante piccole cose e poi magari farne una bene io, invece mi sa che sto partendo con tre quattro beniti per fare una campagna di Russia da Sergente nella neve.

L’ultimo incontro si è svolto qui in Italia.
I capoccia di là, che sono proprio dei capoccia, si sono portati anche il codazzo comprensivo di due professoresse universitarie.
E che c’entrano loro?
- Interesting! And what do you teach? –
- Atomic. –
- Oh! And you? –
- Environment –
Cosa insegna? Atomico!
Cioè, in Italia sarebbe stato come minimo Teorie e tecniche superiori dei sistemi atomici dislineari.
Via! Ma chi ci crede che queste insegnino all’università!
Passo numero due: pensare male -> Ci vanno a letto.
No, mi dispiace essere grossolano, ma in Cina, tra 750 milioni di donne, i capoccia trovano di meglio da portarsi in Italia.
O sono le figlie dei capoccia o ce l'ha spedite qualcun altro per controllare che i capoccia facciano il loro lavoro fedelmente.
Anche a Cuba (1999) mi ero trovato seduto di fianco a uno che nessuno sapeva cosa ci facesse lì.
Infatti questo non è un viaggio per cercare clienti, fornitori o esaminare la qualità del prodotto, perciò è bene essere prudenti, stare attenti a cosa si dice e soprattutto a cosa si scrive, anzi: meglio ancora non scrivere nulla fino al ritorno e intanto fare logout.
Ci sentiamo a settembre, saluti!
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Partenza

Per adesso siamo in sei di un’azienda sola e facciamo Malpensa-Pechino su un Airbus A350 dell’Air China che, volo dopo volo, riesce a offrire un meta-cibo sempre peggiore, ma soprattutto sempre meno vino: ormai siamo alle dosi omeopatiche.
Per fortuna alla mia destra ho il corridoio e posso stare un po’ comodo, e poi ancora a destra un mio collega con cui parlare, mentre alla mia sinistra c’è un posto vuoto e poi una signora con la quale, dopo 7 ore di noia mortale, attacchiamo a parlare.
Si chiama Ludovica, ha studiato arte e poi si è trasferita a Londra dove ha lavorato come gallerista e critica d’arte; si è pensionata bene, è tornata a Verona e adesso gira il mondo, in particolare la Cina, studiando e apprezzando l’arte locale. Beata lei. Atterrata a Pechino e vuole andare a visitare i templi che ci sono a nord.
- Ma rimane ancora qualcosa da vedere? – chiedo io
- Sì, certo! I cinesi ci tengono tantissimo alla conservazione della loro storia. –
- Veramente avevo letto che durante la Rivoluzione Culturale avevano distrutto tutto, soprattutto templi e biblioteche –
- Sì, qualcosa hanno danneggiato, ma poi l’hanno restaurato, ma il grosso del dànno lo fecero i giapponesi durante la guerra sino-giapponese e gli europei, anche gli italiani. –
Ecco, in questi casi la mia mente vive delle pause spazio temporali come in Matrix, durante le quali si pone delle domande, altrimenti non riesce ad andare avanti nel ragionamento e curiosamente a distanza di giorni non mi ricordo quali ho tenuto per me e quali invece mi sono scappate di bocca. Insomma, ragiono tra me e me che sì, che i giapponesi furono un disastro, soprattutto a Shanghai e a Nanchino, ma non mi sembra che abbiamo mai devastato il Tibet, e gli italiani anche, parteciparono a schiacciare la Ribellione dei Boxer, ma via, in quanti erano? Non credo che abbiano potuto radere al suolo la Cina come Gengis-Khan!
Comunque non importa, non mi impunto, va avanti lei e spiega che in Cina hanno un concetto del restauro diverso dal nostro, perchè loro il Colosseo non lo lascerebbero così in rovina ma lo riporterebbero esattamente nelle condizioni in cui era anticamente.
Le faccio presente che in realtà, in Cina, tanti templi, soprattutto i più famosi che visitano i turisti, non sono stati restaurati, ma ricostruiti altrove, tutti insieme, così i turisti non devono perdere tempo a girare da uno all’altro.
Lei allora mi spiega che appunto, quello è il loro concetto di restauro.
Mi immagino allora un Mao italiano che per fare l’uomo nuovo rade al suolo la torre di Pisa, il Colosseo e la Valle dei Templi, e poi sessantanni dopo le fanno restaurare tutte insieme a Serravalle Scrivia, così i turisti si sbrigano a visitarle tutte insieme e poi possono passare anche all’omonimo Outlet Village.
Mentre riflettevo sul fatto che sì, che avevo bisogno di parlare ma non fino al punto di sopportare simili scemenze, la Ludovica inizia il secondo tempo con tutti gli undici giocatori all’attacco e parte in tromba col suo attivismo sui social per sfatare alcuni miti sulla Cina.
- Quali per esempio? – chiedo io che non vorrei essermi bevuto qualche fake news come il massacro di Tienanmen.
- Sulla dittatura e la censura, per esempio –
- Be’, insomma! Come atterro, se non ho fatto la VPN per aggirare la loro censura, non ho whatsapp, internet, SMS, nemmeno la mia gmail; e se invece la VPN la faccio, sono passibile di arresto: proprio libertà sfrenata non è! –
- Eh ma in Inghilterra non siamo mica messi meglio, sai? Una mia amica l’hanno arrestata per quello che ha detto su Israele anche se non è antisemita... –
...insomma che avrei tanto voluto avere Malafi a bordo e pregarlo di continuare lui la conversazione educatamente al posto mio mentre andavo a cercare una camicia di forza e uno straccio da metterle in bocca. o_O
 
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Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Transito a Pechino

Il mio collega seduto dall’altra parte del corridoio lamenta che il suo schermo è rigato:
- Ma che ti frega, tanto al massimo ci devi giocare a scacchi! -
Dopo dieci ore arriviamo a destinazione in un aeroporto megagalattico, scendiamo e compiliamo il solito modulo stretto e lungo con le solite domande.
Al controllo passaporti però, ci dicono che siccome non c’è più bisogno del visto non avremmo dovuto compilare quel modulo ma l’altro, che invece è lungo e basso e fa esattamente le stessissime domande.
Non so se scoprire che una dittatura che controlla tutto e tutti col riconoscimento facciale e il 5G ha una burocrazia totalmente stupida deve lasciarmi un barlume di speranza o terrorizzarmi.
Comunque, anche se qualcuno compila il volantino a caso, ci appongono a tutti il timbro e passiamo.
Prendiamo un trenino di 4 vagoni ma di cui solo 1 fruibile, entrando dalle sole 2 porte funzionanti delle 4 esistenti, e arriviamo in un altro terminal dove controllano che abbiamo il timbro e la ricevuta del modulo d’ingresso.
Siccome la sicurezza del primo terminal ha fatto bene il proprio lavoro, la sicurezza del secondo terminal ci lascia passare e siamo dentro pronti per un altro decollo.
Cerchiamo di capire il gate del ns volo cercando il solito megatabellone digitale, ma alla fine scopriamo che c’è solo una TV dove sono indicati esclusivamente i numeri e gli orari dei voli, non le loro destinazioni.
Per avere più informazioni bisogna scaricare l’app, che è molto pratico soprattutto se hai la batteria del cellulare scarica o – come spesso accade – il roaming non parte e ti mangia tutto il credito, così il roaming non parte mai più.
Insomma che troviamo il ns gate, camminiamo un quarto d’ora, scendiamo tre piani e arriviamo in una sala d’aspetto dove...ma guarda un po’, troviamo una delle professoresse universitarie che ci avevano fatto visita in Itaslia con una collega che prendono il ns stesso volo!
Forse è la mia immaginazione, ma a me sembra un po’ un film di spionaggio e non mi fido molto.
Intanto noto una ragazza cinese con una maglietta rossa con la scritta LO UNICO QUE QUIERO ES VIVIR EL RESTO DE MI VIDA LIBRE, in spagnolo, che in cinese non l’avrei capito e comunque sarebbe stato un suicidio.
Prendiamo un bus, io mi appoggio ad una porta che in curva si apre ma per fortuna mi aggrappo a qualcosa e non volo di sotto.
Si ferma, scendiamo, entriamo da una porticina, saliamo quattro comode rampe di scale ed entriamo nel finger, e da lì su un Airbus A350 dell’Air China per scoprire che non solo era lo stesso aereo partito di Malpensa, ma eravamo anche negli stessi sedili, infatti il mio collega si è ritrovato lo schermo rigato!


 
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