Ciao Minerva scusa se sono stata così latitante
Il libro l'ho finito da tempo.
Si capisce che Altan ha lasciato Iza perché in realtà lei non è in grado di amare veramente nessuno, come se lui fosse l'unico che ha capito che dietro la sua sollecitudine, il suo amore per la famiglia, il lavoro, i pazienti non c'è in realtà l'anima, ma un assurdo senso del dovere e di controllo di se stessi e quindi degli altri.
Però forse questo giudizio su Iza è un po' impietoso e ingiusto. Tutti i personaggi nel libro fanno del loro meglio, tentano per lo meno di fare davvero il bene degli altri. Ma l'amara conclusione è che sembra che sia impossibile. Alla fine anche Altan che è il personaggio più positivo del libro è costretto a lasciare Iza per non soccombere lui stesso.
Il libro mi è piaciuto molto; la Szabò riesce a rendere i suoi personaggi incredibilmente vivi e veri. Ma è un'autrice che almeno per me, va presa in piccole dosi, un libro ogni tanto, perché mi crea dentro un gran senso di inquietudine e di amarezza.
Francesca
Il libro l'ho finito da tempo.
Si capisce che Altan ha lasciato Iza perché in realtà lei non è in grado di amare veramente nessuno, come se lui fosse l'unico che ha capito che dietro la sua sollecitudine, il suo amore per la famiglia, il lavoro, i pazienti non c'è in realtà l'anima, ma un assurdo senso del dovere e di controllo di se stessi e quindi degli altri.
Però forse questo giudizio su Iza è un po' impietoso e ingiusto. Tutti i personaggi nel libro fanno del loro meglio, tentano per lo meno di fare davvero il bene degli altri. Ma l'amara conclusione è che sembra che sia impossibile. Alla fine anche Altan che è il personaggio più positivo del libro è costretto a lasciare Iza per non soccombere lui stesso.
Il libro mi è piaciuto molto; la Szabò riesce a rendere i suoi personaggi incredibilmente vivi e veri. Ma è un'autrice che almeno per me, va presa in piccole dosi, un libro ogni tanto, perché mi crea dentro un gran senso di inquietudine e di amarezza.
Francesca