C’è una donna ferma sulla soglia di un convento. Deve entrare, ma ha paura. Oltre quella soglia, lo sa, avverrà la resa dei conti. Perché è lí che si trova sua figlia, un’adolescente scappata di casa dopo l’ennesima lite con lei. Ed è lí che vive la persona che molti anni prima l’ha abbandonata senza una parola, per seguire la propria vocazione.
Dopo il successo de L’animale femmina, Emanuela Canepa torna a scandagliare i conflitti sotterranei che si annidano in ogni rapporto. Stavolta, lo fa attraverso tre figure femminili indimenticabili. Una madre, alla quale la figlia rimprovera un’esistenza di rinunce. Una figlia, che la madre ha sempre sentito inaccessibile. E una suora, che ha lasciato tutto, anche la sua piú grande amica, per abbracciare senza riserve il proprio destino. Tre donne profondamente legate tra loro, eppure in costante fuga l’una dall’altra. Perché ogni legame d’amore può diventare un cappio, e ogni distacco trasformarsi in battaglia.
Emma è una donna che ha fatto molte rinunce per la figlia, una figlia in principio non desiderata, ma amata profondamente e totalmente da sua madre e da Fausto, un giovane uomo che ha deciso consapevolmente di farle da padre. Matilde, però, crescendo ha ricambiato in modo sempre più disomogeneo questo amore: sempre di più al padre con cui parla, si confida e condivide momenti ed interessi, sempre meno alla madre che tiene, invece, rigorosamente a distanza con ostinata freddezza. La situazione precipita quando, a diciott'anni, Matilde incappa in qualcosa che avrebbe dovuto minare le sue certezze, la sua saccenza, il muro che ha eretto per dividersi dalla madre, ma inspiegabilmente, invece di rivolgersi a colei che le sarebbe stata più d'aiuto non fosse altro che per prossimità, Matilde interpella Irene, una donna che non ha mai conosciuto e che a sua madre ha fatto del male. Emma ha un'unica possibilità per recuperare il rapporto con sua figlia: affrontare il dolore ed andarsela a riprendere.
Questa è la storia di tre donne diversissime, di tre vittime di scelte che sofferte ed importanti, di tre donne che devono, loro malgrado, smettere di fuggire e guardare in faccia la vita, con tutti i rapporti e i legami che la animano. Con una prosa lucida, dura e insieme partecipata, Emanuela Canepa traccia profili netti che si stagliano nella nebbia dell'incomunicabilità e rimangono impressi nella mente per forza emotiva e tenacia nel seguire il percorso che hanno tracciato. Insegnami la tempesta è un libro che chiede di essere letto e metabolizzato, perché le storie, i dolori, le incomprensioni possano uscire dalle pagine e fare il paio con le nostre, aiutandoci così a superare le barriere del non detto. Una lettura che consiglio e che non dimenticherò.
Dopo il successo de L’animale femmina, Emanuela Canepa torna a scandagliare i conflitti sotterranei che si annidano in ogni rapporto. Stavolta, lo fa attraverso tre figure femminili indimenticabili. Una madre, alla quale la figlia rimprovera un’esistenza di rinunce. Una figlia, che la madre ha sempre sentito inaccessibile. E una suora, che ha lasciato tutto, anche la sua piú grande amica, per abbracciare senza riserve il proprio destino. Tre donne profondamente legate tra loro, eppure in costante fuga l’una dall’altra. Perché ogni legame d’amore può diventare un cappio, e ogni distacco trasformarsi in battaglia.
Emma è una donna che ha fatto molte rinunce per la figlia, una figlia in principio non desiderata, ma amata profondamente e totalmente da sua madre e da Fausto, un giovane uomo che ha deciso consapevolmente di farle da padre. Matilde, però, crescendo ha ricambiato in modo sempre più disomogeneo questo amore: sempre di più al padre con cui parla, si confida e condivide momenti ed interessi, sempre meno alla madre che tiene, invece, rigorosamente a distanza con ostinata freddezza. La situazione precipita quando, a diciott'anni, Matilde incappa in qualcosa che avrebbe dovuto minare le sue certezze, la sua saccenza, il muro che ha eretto per dividersi dalla madre, ma inspiegabilmente, invece di rivolgersi a colei che le sarebbe stata più d'aiuto non fosse altro che per prossimità, Matilde interpella Irene, una donna che non ha mai conosciuto e che a sua madre ha fatto del male. Emma ha un'unica possibilità per recuperare il rapporto con sua figlia: affrontare il dolore ed andarsela a riprendere.
Questa è la storia di tre donne diversissime, di tre vittime di scelte che sofferte ed importanti, di tre donne che devono, loro malgrado, smettere di fuggire e guardare in faccia la vita, con tutti i rapporti e i legami che la animano. Con una prosa lucida, dura e insieme partecipata, Emanuela Canepa traccia profili netti che si stagliano nella nebbia dell'incomunicabilità e rimangono impressi nella mente per forza emotiva e tenacia nel seguire il percorso che hanno tracciato. Insegnami la tempesta è un libro che chiede di essere letto e metabolizzato, perché le storie, i dolori, le incomprensioni possano uscire dalle pagine e fare il paio con le nostre, aiutandoci così a superare le barriere del non detto. Una lettura che consiglio e che non dimenticherò.