261° MG - Notturno cileno di Roberto Bolano

qweedy

Well-known member
“può un uomo sapere, sempre, quello che è bene e quello che è male?”

Sono poco oltre l'80% del libro.

Simbolica la scena delle lezioni di marxismo impartite dal protagonista a Pinochet e bella l'immagine di Don Sebastian che spiega e traduce a Pinochet L'infinito.
Don Sebastian si sente in colpa per aver fatto lezioni di marxismo a Pinochet e ai suoi generali, o si sente in colpa anche per altre più gravi complicità?
Immagino che aver scelto come protagonista un prete dell'Opus Dei rappresenti un atto di accusa di Bolaño alla Chiesa, spettatrice silenziosa se non complice del regime di Pinochet.

Non so se risponde al vero che Pinochet fosse un uomo di cultura, che amava leggere e scrivere.
 

qweedy

Well-known member
Comunque devo tristemente ammettere a me stessa che faccio parecchia fatica... non so, questo saltare da un episodio all'altro, anzi da un'allucinazione all'altra mi spiazza... A me l'irrazionalità nei romanzi piace purchè essa stessa abbia un senso, magari nella psicologia del personaggio... Ma qui l'anima di Urrutia ci è negata nella sua profondità, perciò i brani restano "spezzoni" di qualcosa che non riesco a collegare, se non si tratta di veri e propri "deliri". Mi sa proprio che io e Bolano non siamo fatti l'uno per l'altra! :MM

Non sei l'unica, anch'io trovo estremamente ostica la scrittura di Bolaño, è un delirio di parole, un flusso di coscienza senza interruzione, senza capitoli e senza paragrafi, un fiume in piena di parole che lascia il lettore senza fiato. Ma è il terzo libro suo che leggo, e non sarà l'ultimo, i suoi romanzi mi incuriosiscono, anche se fatico a comprenderli, molte citazioni mi sfuggono e i suoi protagonisti non mi piacciono molto.

Infatti anche Don Sebastian non mi ispira molta simpatia, non sembra neppure un prete, è più un letterato-poeta che viene ospitato e viaggia ovunque, fa la bella vita ed è anche poco caritatevole con i poveri (mi riferisco all'episodio iniziale del pane dei contadini), mentre è molto disponibile verso i potenti.
 
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Dallolio

New member
p. 99.

Se davvero oggi hai letto così poche pagine allora mi sa che vi ho (quasi) raggiunto! Però Oido e Aruap non li ho ancora conosciuti...
Comunque devo tristemente ammettere a me stessa che faccio parecchia fatica... non so, questo saltare da un episodio all'altro, anzi da un'allucinazione all'altra mi spiazza... A me l'irrazionalità nei romanzi piace purchè essa stessa abbia un senso, magari nella psicologia del personaggio... Ma qui l'anima di Urrutia ci è negata nella sua profondità, perciò i brani restano "spezzoni" di qualcosa che non riesco a collegare, se non si tratta di veri e propri "deliri". Mi sa proprio che io e Bolano non siamo fatti l'uno per l'altra! :MM

A me, come dicevo, ha ricordato fin dall'inizio l'Io narrante de La palude definitiva di Giorgio Manganelli; ciò mi ha portato fin dall'inizio ad attendere pazientemente... credo che al termine dell'opera molti elementi si incastreranno in un quadro generale e alcune scene e immagini resteranno necessariamente al di fuori, in una sorta di "apertura" che è la cifra fondamentale dei veri classici... La scena di far lezione al Dittatore e al suo Stato Maggiore l'ho trovata davvero divertente, così come la preoccupazione di Pinochet di non dare l'idea di un uomo colto.
Sulla cultura di Pinochet una piccola riflessione: era in effetti preparato, aveva una cultura settoriale ma comunque non smise di informarsi sulle correnti nuove (per quali fini, in certi casi, lascio indovinare); questo aspetto era presente anche in Mussolini, che era onnivoro di saggi e quotidiani, e, se diamo credito a ciò che afferma, anche dei classici di Platone... a mio parere comunque questo episodio non è che la preparazione per altri incarichi di fiducia per Urrutia, che non necessariamente verranno narrati.

D'altra parte qualcosa c'è stato per forza: il giovane invecchiato lo accusa per le sue preferenze sessuali e per il fatto che è dell'OPUS DEI e quindi è verosimile che il nostro ammalato non possa o non voglia dirci davvero tutto.
 

Dallolio

New member
Conclusione.

Si conclude il romanzo e forse la scena madre, per varietà e ricchezza di suggestioni, è quella che delinea il periodo di feste alla casa di Marìa Canales; più volte l'interesse di Urrutia viene a cadere sul bambino della Canales, avendo intuito che i suoi occhi avevano visto troppo... anche in questa situazione l'interesse di Urrutia è per l'Innocenza, come nel caso delle poesie del suo periodo "petroso"; l'orrore che si nasconde nella casa della Canales è in parte preparato proprio dalla tristezza del piccolo Sebastian... sembra potersi escludere che il nostro Urrutia sia a conoscenza del segreto, sebbene in più punti nel romanzo mostra un forte senso di colpa che non deriva da fatti effettivamente narrati (se ci basiamo solo su ciò che è narrato non ci sono eventi in cui il protagonista è realmente colpevole).
Come immaginavo, nel finale, ritorna la morte di don Anselmo e la fuga del suo Falco, questa volta in modo allucinatorio, tanto che nel delirio il falco è posato sull'albero di Giuda e ciò sembra dare credito e concretezza all'ipotesi di Ondine: se Falchi e Piccioni rappresentano clero conservatore e clero progressista e nella metafora Urrutia ha liberato il falco che ha divorato i piccioni e lo stesso falco si è posato nell'allucinazione sull'albero di Giuda l'interpretazione diventa coerente.
Nel finale ritorna il Delirio... Urrutia comprende di essere il giovane invecchiato, forse una versione di sé che si ribella della sua acquiescenza alle cose mondane e al potere e rivede tutta la sua realtà, con il suo letto che ormai naviga nell'Allucinazione, perdendosi a rotta di collo... finale forte che è a mio avviso rovinato dall'ultima frase, elaborata da Bolano o dal suo traduttore: perché scendere da un'altezza Lirica a un lessico così gergale, specialmente in un momento supremo come l'agonia della Morte?

Ringrazio Ondine per avermi fatto conoscere questo interessante autore e scrivo il mio giudizio in PB, naturalmente continuando a leggervi e commentarvi.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Grazie a te Dallolio, un altro consiglio di lettura: se ti è piaciuto questo non può non piacerti Amuleto!:)

@qweedy

Quale altro libro hai letto di Bolano, oltre questo e Amuleto?
 

qweedy

Well-known member
Finito!

«Cile, Cile. Come sei potuto cambiare tanto?, gli dicevo a volte, affacciato alla finestra aperta, guardando il bagliore di Santiago in lontananza. Che cosa ti hanno fatto? I cileni sono impazziti? Di chi è la colpa?»

Il senso di colpa di Don Sebastian aumenta d'intensità mentre si prosegue la lettura. Centrale è l'episodio dei numerosi inviti per serate di festa, trascorse a parlare di letteratura, a casa di María Canales (che al secolo è Mariana Callejas, scrittrice e moglie dell’agente DINA e torturatore Michael Townley).
Credo che il grande senso di colpa del protagonista derivi non da atti gravi compiuti, ma da omissioni e silenzi, dal non vedere, dal non agire. E credo che essendo lui un prete venga coinvolta in questa accusa anche la Chiesa, per il silenzio e la complicità con la dittatura. L’estremo tentativo di Urrutia di discolparsi e assolversi prima di morire mi dà l'impressione che lui si senta davvero colpevole.

Quando ho letto l'interesse di Urrutia per il bambino triste di Maria Canales, ho addirittura pensato che fosse uno dei bambini rubati, fatti nascere e sottratti alla mamma torturata e uccisa, e poi dati a persone di fiducia del regime, che magari non potevano avere figli.

“Abbiamo l’obbligo morale di essere responsabili delle nostre azioni e anche delle nostre parole e perfino dei nostri silenzi, sì, dei nostri silenzi”.

Grazie Ondine, per me questa è stata una rilettura, l'avevo già letto tempo fa, ma quando si tratta di Bolaño preferisco sia con un Gruppo di Lettura, mi sembra di capirlo un po' meglio, anche se sicuramente molto mi sfugge.
 
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qweedy

Well-known member
@qweedy

Quale altro libro hai letto di Bolano, oltre questo e Amuleto?

Un romanzetto lumpen (Un romanzetto canaglia)

Non ho avuto finora il coraggio di leggere i suoi libri più impegnativi, I detective selvaggi, La letteratura nazista in America, Stella distante e 2666, però confesso che mi piacerebbe, ma solo in un GdL, non da sola!
 

Shoshin

Goccia di blu
https://www-labalenabianca-com.cdn....della-traduzione-intervista-ilide-carmignani/


https://www.archiviobolano.it/intervista-di-roberto-bolano-a-ilide-carmignani


Ho seguito i vostri commenti e i riferimenti precisi ad alcuni
passaggi impegnativi legati alla lettura di Roberto Bolaño .
Vi ringrazio.Mi avete fatto riflettere molto.
Vi lascio alcuni contributi .Si tratta di interventi di Ilide Carmignani,che ha tradotto quasi tutti i lavori di Bolano e anche di Sepulveda e altri pilastri della letteratura contemporanea.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Ho terminato (mi sono fatta prendere!).
A vent'anni Bolano tornò in Cile dal Messico proprio pochi giorni prima del colpo di stato, si unì alla resistenza e venne arrestato.
Successivamente si trasferì in Spagna dove visse con serie difficoltà economiche. Per mantenersi svolse diversi lavori: lavapiatti, cameriere, vigilante notturno, netturbino, scaricatore di porto, vendemmiatore, fino a quando riuscirà a mantenersi grazie alle partecipazioni ai concorsi letterari. Tutte esperienze di vita che diventeranno materia della sua narrativa.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Anche io vi sto seguendo, mi mancano gli ultimi commenti da leggere.
Mi sono pentita di non aver partecipato, ma per me purtroppo non è periodo adatto per gruppi di lettura.
 
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