Benioff, David - La città dei ladri

qweedy

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"È l'inverno del 1941 a Leningrado. La città è sotto l'assedio delle truppe tedesche e i suoi abitanti non hanno mai patito tanta fame. Per Lev, diciassette anni, naso grosso e capelli neri, e Kolja, giovane cosacco con la faccia impertinente, la fame, tuttavia, è ben poca cosa rispetto a quello che li aspetta. Lev ha rubato il coltello a un paracadutista tedesco morto assiderato e Kolja ha avuto la brillante idea di disertare. Reati gravissimi in tempo di guerra, per i quali la pena prevista è una sola: la fucilazione. Dopo qualche giorno trascorso in un cupo carcere sulla Neva, i due si ritrovano al cospetto di un colonnello dal collo taurino e le stelle ben in vista sulle mostrine. Il colonnello dapprima li squadra, poi li invita a seguirlo fino ai margini del fiume. Sulla Neva ghiacciata una ragazza, capelli corvini legati in uno chignon morbido, pattina esibendosi in piroette strette e veloci. È sua figlia e sta per sposarsi. Un matrimonio vero, alla russa, con musica e danze e... un solo problema: la torta nuziale. Ci sono lo zucchero, il miele, la farina e tutti gli altri ingredienti, ma mancano le uova, una maledetta dozzina di uova introvabili in tutta Leningrado per gli eroici soldati dell'Armata Rossa, ma non forse per una volgare coppia di ladri..."

Questo romanzo del 2008 è davvero godibile e anche surreale, l'ho apprezzato tantissimo perché la narrazione storica dell'assedio di Piter (Leningrado) è raccontata con straordinaria leggerezza e ironia, con gli occhi delle persone coinvolte: civili e militari russi, e traspare tutto l’amore degli abitanti per la loro città ferita e ridotta alla fame.
E' una storia di amicizia ambientata nell'inferno di Leningrado nel 1941, un romanzo di formazione molto coinvolgente con avventure picaresche, ambientazione storica documentata, e linguaggio scorrevole e cinematografico.
Un punto di vista inusuale, un modo diverso di raccontare la vicenda, credo sia il pregio principale di questo libro.

L'autore è nato a New York nel 1970, ma proviene da una famiglia ebraica di origini tedesche e russe. Si sente la sua origine, ma il taglio così particolare del suo romanzo credo sia dovuto alla mentalità di giovane americano contemporaneo.

Consigliato! Voto 5, a me è piaciuto molto.
 

MonicaSo

Well-known member
Letto con piacere fino alla conclusione, per me, inaspettata.
Mi ha ricordato un po' il telefilm "Mash" per il modo di raccontare la guerra con leggerezza e ironia. Però alla fine la guerra è guerra e rimane addosso una grande tristezza.
 
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