Pavese, Cesare - La spiaggia

Ondine

Logopedista nei sogni
Ne La spiaggia la voce narrante è quella del protagonista, un anonimo professore torinese che racconta la sua villeggiatura estiva in compagnia di un amico di gioventù, Doro, e della di lui moglie, Clelia. La spiaggia è un romanzo fortemente meditativo in quanto il narratore è continuamente incline all'autoanalisi, all'introspezione e all'autocensura. Le meditazioni del professore sono pervase da un senso di alienazione tanto che vive l'esperienza della villeggiatura con sofferenza e vergogna, si respira un'atmosfera di non-detto sebbene ci siano molti dialoghi. L'entrata in scena nel romanzo di un secondo rivale del protagonista, Berti, produce nuove tensioni fra i personaggi. Berti e il professore, infatti, si scoprono entrambi invaghiti di Clelia; ma ancor prima che queste tensioni possano collassare in una vera crisi, si viene a sapere della gravidanza della donna. La gravidanza di Clelia, allora, interrompendo la villeggiatura, lascia ancora una volta il protagonista in balìa delle sue osservazioni malinconiche. Il professore, in profondo controtempo, prende coscienza solo al termine della villeggiatura dell'irripetibilità della sua miracolosa vicinanza con la fantasticata moglie di Doro trattenendo così, gelosamente, una segreta quanto effimera felicità: "nulla è più inabitabile di un luogo in cui si è stati felici".
 

isola74

Lonely member
Quest'anno ho letto quasi tutta l'opera di Pavese e col senno di poi posso dire che ho imparato a "riconoscerlo".
Anche qui sono presenti la sua narrazione pacata, le descrizioni di vita semplice e quotidiana. Più che la trama che non è riuscita mai ad entusiasmarmi davvero, vale la pena la lettura in sè.
 
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