Colombani, Laetitia - Il palazzo delle donne

estersable88

dreamer member
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È il coraggio a spingere la giovane Blanche a voltare le spalle a una vita di agi per lanciarsi nella più logorante delle battaglie: quella contro la povertà, la fame e l'umiliazione. A sette anni dalla fine della Grande Guerra, Parigi è ancora in ginocchio. Eppure Blanche si rende conto che alla metà dei bisognosi è negato ogni aiuto: tutti gli sforzi, infatti, sono rivolti agli uomini; nessuno tende la mano alle centinaia di donne che ogni giorno mendicano agli angoli delle strade, si privano del cibo per sfamare i propri bambini e dormono all'addiaccio per sfuggire ai mariti violenti. Per Blanche, quella è un'ingiustizia intollerabile. E, quando viene a sapere che in rue de Charonne è in vendita un intero palazzo, combatterà fino all'ultimo per regalare un luogo sicuro a tutte le donne in difficoltà... È la disperazione a portare Solène al Palazzo delle Donne. Avvocato di successo, Solène è crollata il giorno in cui un suo cliente si è gettato dalla finestra del tribunale. Come parte della terapia, lo psicologo le ha suggerito il volontariato, così Solène ha scelto di aiutare le donne che hanno trovato rifugio tra le mura di quel grande edificio in rue de Charonne. Qui, Solène entra in contatto con un mondo lontanissimo da lei, fatto di miseria, di sfruttamento, di perdita. Ma anche di condivisione, di resilienza e di riscatto. A poco a poco, Solène capisce di non essere tanto diversa dalle ospiti del Palazzo: come lei, pure loro sono state sconfitte dalla vita. Però non si arrendono. Loro continuano a lottare per un futuro migliore, traendo forza l'una dall'altra, come legate da un filo invisibile di solidarietà e comprensione. E sarà proprio quel filo ad avvolgere anche il cuore di Solène e a cambiare per sempre la sua esistenza.


Il palazzo delle donne è un gradevolissimo romanzo al femminile nato dalla penna di un'autrice molto promettente e sensibile. sSi tratta di una storia ripartita su due piani temporali, uno risalente al 1926 e l'altro riguardante l'oggi; entrambe le parti della storia sono ambientate a Parigi, in entrambe le donne hanno un ruolo preponderante e in entrambe c'è di mezzo la voglia di fare del bene, di accogliere ed aiutare e tutto ruota attorno ad un palazzo, Le palais de la femme. Questo palazzo fu il coronamento della missione di altruismo e abnegazione di Blanche – giovane donna energica e combattiva che non esitò a spendere la sua vita per gli ultimi – e di suo marito Alvin: un palazzo che, invece che cadere in rovina, accogliesse tutte le donne sole, diseredate, senza famiglia né un posto dove dormire e mangiare. È in questo palazzo che, per puro caso, quasi cent'anni dopo si imbatte Solène, giovane avvocatessa che, a seguito di un gravissimo incidente occorso ad un suo cliente, è colta da burn out e deve riprendersi. Due storie, due epoche, due delle tante facce della povertà che si compensano e alleviano il dolore. Una storia raccontata con semplicità e grande onestà, un libro da leggere.
 

qweedy

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"Qui sei benvenuta. Qui sarai protetta. Qui troverai molto più di ciò che cercavi".

Basato su una storia vera, dedicato alla figura di Blanche Peyron (1867 – 1933), nota per aver creato a Parigi nel 1926 il “Palazzo delle donne” racconta con grande semplicità la storia e la forza delle donne che abitano questo palazzo, esistenze piegate ma non spezzate.
Soupe, savon, salut. Minestra, sapone, salvezza. Queste erano le tre parole che riassumevano lo scopo della vita di Madame Peyron: aiutare i più bisognosi. Ed era anche il credo dell'Esercito della Salvezza.

Consigliato! A me è piaciuto molto, grazie Estersable! E' merito della tua recensione se l'ho letto!

"Ho scoperto questo palazzo per caso: un pomeriggio, mentre attraversavo l’XI Arrondissement, mi sono persa. A un certo punto, tentando di orientarmi, mi sono ritrovata davanti a questa bellissima costruzione e, sulla facciata, ho letto la scritta «Palazzo delle Donne». Quel nome mi ha colpito subito: non «ricovero», non «casa», ma «palazzo», una dicitura che gli conferiva subito dignità e importanza. Tornata a casa ho fatto qualche ricerca, scoprendo che del Palazzo si sapeva poco (ma quel poco sembrava già nascondere una storia bellissima), e che pure la sua fondatrice, Blanche Peyron, pareva essere caduta nel dimenticatoio. Il marito, Albin Peyron, aveva una pagina Wikipedia, lei no. Mi è sembrata un’ingiustizia enorme. Ho trascorso i mesi seguenti a fare ricerche sul Palazzo e su Blanche, e io stessa sono stata ammessa nell’edificio di rue de Charonne, dove ho potuto conoscere chi ci lavorava e chi ci viveva. Non sono andata a caccia di testimonianze – non volevo certo rubare le storie alle ospiti del Palazzo! – ho atteso che fossero loro a venire da me, e anche allora mi sono limitata ad ascoltare. Mi è subito apparso chiaro che raccontare la storia del Palazzo delle Donne era non solo doveroso, ma necessario. Lo dovevo a Blanche, e a tutte le donne che, grazie a lei, hanno avuto una seconda occasione."
 
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