Stevenson, Benjamin - Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno

bouvard

Well-known member
Sfido chiunque a non avere la curiosità di leggere un libro con un simile titolo!

Eh già messa così la famiglia Cunningham non è proprio una famiglia da cartolina di Natale, ma si sa le cose non sono mai come sembrano (nella vita e a maggior ragione in un giallo), e considerato che neppure il diavolo è brutto quanto lo si dipinge, forse dopotutto anche questa famiglia ha i suoi lati buoni. State pensando che l’autore vi ha fregato con un titolo falso? No, state tranquilli, effettivamente tutti i Cunningham, in un modo o in un altro, hanno ucciso qualcuno, su questo potete metterci la mano sul fuoco, ehm forse meglio di no, intendo che forse è meglio lasciar perdere fuoco e affini in questo libro.

Bene io non sono un’esperta di gialli, sono una “lettrice passiva”, insomma perché devo affaticare le mie cellule cerebrali a scervellarsi a trovare il colpevole quando c’è una Miss Marple o un Poirott di turno a sbrogliare la matassa? (variante moderna della volpe che non arriva all’uva!). Quindi fatta questa premessa posso dire che a me il libro è piaciuto tantissimo, i colpi di scena mi hanno soddisfatto, non ne avevo previsto manco uno (ma come dicevo, io sono una neofita e pure poco attenta del genere), certo c’è un punto che non ho trovato per niente credibile, però il libro lo promuovo lo stesso a pieni voti. Divertente anche il modo in cui è scritto.

Consigliatissimo​
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Wow, mi sa proprio che sarò costretta a leggerlo!
 

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Affronto questa recensione con una certa soggezione, dato che in parte ho aperto le porte della curiosità verso questa storia.
Tipico giallo classico, soprattutto per ambientazione e (poca) trasparenza dei personaggi. Simpatico e accattivante che il narratore si rivolgesse spesso a chi legge, con una certa dose di umorismo sadico direi; apprezzabili e d'effetto i riferimenti ai maestri del genere, e non solo visto che è citato anche James Bond. Non sono fra quelli che riesce a collegare tutti gli indizi, però un paio di intuizioni esatte le avevo avute; non abbastanza per fortuna da rovinarmi il momento in cui tutti i pezzi sono andati al loro posto, e trovo che l'autore sia stato davvero in gamba perché di tessere da incastrare ne ha inserite parecchie. Certo forse un paio di punti nella storia complessiva sono debolucci, però considerando che l'intreccio copre più di trentacinque anni il lavoro è stato ammirevole.
 
L'idea che mi da questo libro è come quella di un oggetto compreso tra due specchi.

Abbiamo uno scrittore "Stevenson" che scrive manuali di giallistica, il protagonista è uno scrittore cheanche'esso scrive manuali di gialistica basandosi sulle regole del periodo d'oro dei gialli (anni venti), ma il protagonista è anche al centro di un giallo in cui veste i panni sia di probabile obbiettivo del killer, sia quello di investigatore.

La trama è in tutto e per tutto una riuonione famigliare, con tutte le simpatie o meglio antipatie fra i vari componenti.
La location è la stazione sciistica più in quota d'Australia, che è un po' come dire il fantino più alto del mondo! :D (parole dell'autore).

Stevenson da all'inizio alcune dritte su come devono svolgersi i fatti in un giallo onesto verso il lettore, attraverso queste regole è facile capire chi sia il killer. Personalmente mi è stato chiaro da subito, ma fino in fondo non ho capito il motivo per cui fosse coinvolto.

Lettura scorrevole, si passano belle ore.
I capitoli prendono il nome dai vari parenti, quindi mano a mano verranno presentati tutti con le loro "piccole" curiosità.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Ho concluso da poco la lettura di questo romanzo e devo dire che mi è piaciuto. Mi sono imbattuta in alcuni commenti negativi e non li condivido, se non altro perchè l'autore "gioca pulito". E come potrebbe essere altrimenti, dal momento che il protagonista e narratore, uno scrittore di manuali per giallisti, introduce il suo racconto riportando il “decalogo di Knox” sulle regole del giallo perfetto? Questo decalogo si basa proprio sull'assoluta onestà dello scrittore nei confronti del lettore: niente trucchi e niente inganni. Gli indizi devono essere sotto gli occhi di tutti e chiunque, almeno teoricamente, dovrebbe essere in grado di smascherare il colpevole (salvo che poi difficilmente ci riesca).
Ed è talmente onesto il nostro narratore, che ci avvisa subito di avere una certa tendenza allo spoiler e, ad esempio, ci elenca le pagine nelle quali si parlerà di un assassinio! Capite bene, quindi, che il rapporto che si instaura fra scrittore e lettore è molto particolare e totalmente incentrato sull'oggetto libro; il protagonista non dimentica nemmeno per un istante che noi stiamo leggendo il “suo” libro e ce lo ricorda di continuo, in innumerevoli riferimenti ricchi di ironia: ci interpella, ci chiede scusa e si giustifica se ha commesso qualche apparente infrazione al decalogo di Knox, che è un po' la sua Bibbia. Di sicuro, al di là del giallo vero e proprio, molto articolato (forse anche troppo) e ricco di colpi di scena, questa scelta stilistica rende la lettura scorrevole e divertente.
Il secondo “filo rosso” che attraversa il romanzo e lo contraddistingue è ben espresso dal titolo: se gli spoiler non esistono in questo libro, è bene sapere che tutti, nella famiglia del protagonista e compreso lui stesso, in un modo o nell’altro hanno ucciso qualcuno. È chiaro che anche qui, nel modo stesso in cui ci viene data questa informazione, si percepisce un intento ironico, di gioco, quasi a dirci: “sì, ok, siamo tutti assassini, però alla fine che problema c’è? Non siamo mica brutte persone!”
Se però pensate di sorridere dall’inizio alla fine, non è proprio così, perchè in realtà la vicenda vera e propria – la modalità dei crimini commessi, i moventi, la natura delle vittime – rivela degli aspetti abbastanza torbidi e comunque tutt’altro che leggeri.
Aggiungo che solitamente non azzecco mai l’assassino – e nemmeno me ne dispiaccio, perchè secondo me il bello di un giallo è proprio di farsi stupire e magari dirsi “come ho fatto a non pensarci?” – mentre in questo caso l’ho individuato quasi subito, anche se non avevo capito il movente e mille altri implicazioni che c’erano dietro... Quasi quasi avrei preferito farmi sorprendere anche stavolta!

Comunque sia, promosso a pieni voti.
 

MonicaSo

Well-known member
Ci sono alcune trovate interessanti: parlare direttamente al lettore, spoilerare indicando addirittura le pagine di quando ci sarà il prossimo morto, tante digressioni anche fuori tema... il rischio è che dopo un po' tutto ciò venga a noia.
Il divertimento potrebbe esserci, la storia gialla un po' troppo tortuosa, a mio parere. Merita anche accennare al fatto che l'autore, Benjamin Stevenson, è un attore e autore australiano: con il fratello gemello forma un duo comico molto amato in Australia. La notorietà televisiva non gli bastava più e ha intrapreso nuove strade.
 

qweedy

Well-known member
Libro divertente, soprattutto mi è piaciuta l'impostazione davvero originale e ironica.
 
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