Leggere per impedirsi di pensare a sé

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
@Pathurnia: scusami, mi sa che avevo inteso male il tuo intervento (non quello al ginocchio, perdonami il gioco di parole 😜), credevo che tu non mi avessi capita invece mi sa che è il contrario. Come al solito 😆. Tu forse mi consigliavi altri modi per impedirmi di pensare ai miei problemi piuttosto che leggere e continuare a pensarci. Come direbbe Borghese (l'unico chef che mi sta simpatico)... mi puoi confermare o ribaltare il risultato, please 😉 🤗?
 
Ultima modifica:

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Consigliare no proprio, no, pormi come esempio nemmeno perché non sono buddha, testimoniare magari sì. Quando qualcuno sta male mi scatta l'automatismo di cercare una via d'uscita.
Certo che il tuo ruolo di estirpatrice di erbacce era proprio importante e gratificante!:p:ROFLMAO:
Sarà per quello che sul forum sei invece una grande coltivatrice di rapporti.
:)
 

gamine2612

Together for ever
Rispetto al titolo del post devo dire no, non leggo per non pensare a me.
Leggo da sempre, da quando ho imparato :), merito di mio padre o forse è insito in ognuno di noi questa predisposizione.
Io e mia sorella maggiore ed il papà leggevamo anche a tavola aspettando il cibo (ora si guarda il cellulare) e mia madre si lamentava.
Letture più varie, dai libri ai fumetti alle riviste..tutti o quasi i generi.
Ci sono stati momenti di pausa nella lettura ,anche lunghi per motivi diversi.
Il ritrovarsi in parte almeno in certi personaggi per me è stato abbastanza raro, ma la curiosità ed il mettersi alla prova anche in letture che un tempo avrei considerato noiose l'ho visto come superare un traguardo.
Quello che non sopporto sono i "saggi" ed in parte i "fantasy", ma non metto paletti per il futuro.
 

RainMaker

New member
Io quando leggo è come se ci fossi solo io al mondo. Recentemente ho letto TI HO TROVATO FRA LE STELLE'' di Francesca Zappia e in pratica è come se ci fossi entrata nella storia; non penso a niente altro e questo è un motivo per il quale mi piace leggere. Mi aiuta a dimenticare ciò che voglio dimenticare e mi fa tornare alla mente ciò che voglio ricordare.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Io mi immedesimo più con gli Autori che con i Personaggi, e a volte mi sono sentito Javier Reverte in Sud America, Kapuscinski in Africa e Terzani in Cina o Russia, o Primo Levi nel suo laboratorio o raccogliendo storie professionali.

L’unico personaggio in cui mi sono immedesimato davvero, è stato Faussone ne La chiave a Stella, sempre di Primo Levi.

Ma in ogni caso, leggere non mi ha servito a non pensare, bensì proprio di riflettere su esperienze fatte di persona
 

Dory

Reef Member
Io mi immedesimo più con gli Autori che con i Personaggi, e a volte mi sono sentito Javier Reverte in Sud America, Kapuscinski in Africa e Terzani in Cina o Russia, o Primo Levi nel suo laboratorio o raccogliendo storie professionali.

L’unico personaggio in cui mi sono immedesimato davvero, è stato Faussone ne La chiave a Stella, sempre di Primo Levi.

Ma in ogni caso, leggere non mi ha servito a non pensare, bensì proprio di riflettere su esperienze fatte di persona
Mammamia... Terzani... ho perso un battito. Sai quando si fanno quelle domande del tipo: con quale persona non più in vita vorresti parlare se potessi tornare indietro nel tempo? Terzani è una delle uniche due con cui vorrei parlare io.

Non posso dire cosa leggo per impedirmi di pensare del tutto, stile lobotomia, però se voglio invece pensare in modo diverso, migliore, i libri di Terzani sono tra i primi che apro.

Per rispondere in modo più preciso alla questione posta da Minerva: sono una lettrice decisamente emotiva, non riesco mai a leggere un libro che non si adatta al mio stato d'animo del momento (non si tratta di un contenuto particolare, ma di sensazioni positive in relazione al tipo di stato d'animo). Devo proprio andare a cercalo con il lanternino, finché non trovo quello giusto. Siccome siamo tutti individui molto complessi e sfaccettati, penso che ci sia un pezzetto di noi in qualsiasi libro, se sappiamo scorgerlo, cosa non facile. Bisogna: 1) non mettere paletti: qualsiasi libro, anche di un genere che pensiamo non ci possa piacere, potrebbe essere quello giusto; 2) fidarsi del nostro... settimo? ottavo?... non so quale sia... senso del "lettore emotivo", che dopo aver letto la trama e le prime pagine, ci dice se quello è il libro giusto o no in quel momento.

@Minerva6 immagino che ricorderai Zefiro, che mi ha fatto innamorare di Solaris di Lem, nonostante io non abbia mai amato la fantascienza e me ne sia sempre tenuta alla larga.
 
Ultima modifica:

Grantenca

Well-known member
Ho sempre letto, seppur con una frequenza diversissima nei vari momenti della mia vita. Credo quindi sia una passione, un hobby. Dal momento che nella cerchia dell'ambiente che frequento, tra amici e conoscenti, i lettori sono una comunità molto esigua non escludo che questo fatto mi trasmetta una piacevole sensazione di diversità positiva. Ciò dovrebbe significare che, leggendo, penso a me. Come quando leggo i necrologi sulla cronaca locale: non posso escludere che questa abitudine sia derivata dalla legittima soddisfazione di non trovare il mio nome tra i protagonisti.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Come quando leggo i necrologi sulla cronaca locale: non posso escludere che questa abitudine sia derivata dalla legittima soddisfazione di non trovare il mio nome tra i protagonisti.
La soddisfazione di non apparire nei necrologi la si prova comunque finchè non vi si appare, sia se li si legge, sia se li si ignora! :mrgreen:
 
Alto