Finito anch'io, anche per me è stata una lettura faticosa e arrivata all'ultima pagina ho tirato un sospiro di sollievo.
La lingua di questo romanzo per me è notevole, nel senso che l'autore ha grande padronanza di linguaggio e usa le parole giuste al momento giusto in modo diretto e senza eccedere nei fronzoli, ma allo stesso tempo mi sembra che ci sia troppa testa e poco cuore e a me piace che ci siano entrambi. In genere mi piace lo stile "flusso di coscienza" e soprattutto sono particolarmente attratta dai romanzi a più voci; ad esempio ho riletto dall'inizio, subito dopo la prima lettura, alcuni libri di Faulkner per capirci qualcosa di più e poi li ho adorati. Non altrettanto mi è successo questa volta, anzi, non ho nessuna voglia di rileggere nemmeno una pagina. Sono certa di non aver compreso molte cose, direi la maggior parte, ma non sento lo stimolo a cercare di capirle adesso. Come dici tu, francesca, nel libro si danno per scontate tante cose, come se il lettore dovesse per forza saperle; è come se l'autore si prendesse un po' gioco di noi dicendoci "se lo sai, bene; se non lo sai, peggio per te che sei ignorante". Il personaggio di Sanders e anche quello di Saint-Anne alla fine hanno svelato in parte il loro lato umano; mi ha affascinato anche Rita che, pur non esprimendosi in prima persona, ha un ruolo notevole nell'evoluzione dei due o forse nel loro mostrarsi un po' di più. L'impressione che ho avuto riguardo alla guerra è che nessuno avesse degli ideali, ma che ci andassero perché dovevano, e che desiderassero vincere giusto per pura competizione,. Questo mi è piaciuto perché credo sia aderente alla realtà.
Devo dire però che si tratta di uno stile e di un modo di scrivere originali.
Grazie, francesca, mi ha fatto piacere leggerlo insieme e la tua compagnia mi ha aiutato parecchio a "sopportare" questa lettura!