De la Roche, Mazo - Il padrone di Jalna (Jalna 04)

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È primavera inoltrata a Jalna, e Renny Whiteoak passeggia nella tenuta. Dopo la scomparsa di Adeline ha preso in mano le redini della dimora e dell’intero clan. Il denaro scarseggia e le preoccupazioni domestiche sono all’ordine del giorno; eppure, non può fare a meno di provare gioia e soddisfazione mentre calca quei sentieri che sente suoi, percorsi da lui e dai suoi cari per decenni, tracciati dalla famiglia dove prima c’erano solo foreste: sentieri che sono stati testimoni di scene di ogni tipo, pensa sorridendo fra sé e sé. Così, quando l’amministrazione locale decide di abbattere le querce secolari nei pressi della tenuta per allargare la strada che la costeggia, Renny non ci sta: quegli alberi fanno parte della storia dei Whiteoak. Li proteggerà dall’abbattimento, costi quel che costi. Nel frattempo, il suo rapporto con Alayne si fa sempre più complicato: l’attitudine da donnaiolo non aiuta, e anche la gestione della figlia è terreno di scontro. La piccola Adeline, che ha ereditato i capelli rossi, la forza di volontà e il carattere feroce dell’omonima bisnonna, è una mina vagante. Dal canto suo, invece, Wakefield ha presto messo da parte l’amore per la poesia in favore di una scoperta ben più appassionante: le ragazze. Una in particolare. E mentre i giovani di casa vanno avanti ognuno per la propria strada, gli adulti sono divisi da antichi risentimenti…

Sono passati quasi due anni dall'ultima volta che sono stata a Jalna e quasi uno dalla pubblicazione della traduzione italiana di questo quarto volume, eppure, stranamente, stentavo a tornarci. Probabilmente perché, in modo del tutto inconscio, quel ventre accogliente era diventato per me troppo opprimente, il che non è strano, visto che capita ciclicamente anche ai membri della difficile e strampalata tribù Whiteoak. La verità è che Jalna, realtà a sé e corpo unico con la famiglia che l'ha creata e da sempre la occupa, è un luogo fatato che talvolta può diventare stregato: è una casa maestosa e splendente che talvolta può diventare cupa e opprimente, circondata da una natura altrettanto lussureggiante e predominante. La verità è che i Whiteoak, con tutte le loro diversità, qualche volta possono non essere una compagnia allettante: hanno problemi tutto sommato simili ai nostri, ma modi di affrontarli e ragionamenti lontani – talvolta lontanissimi – da quelli che concepiremmo noi gente del ventunesimo secolo, abituati come siamo ad un altro concetto di famiglia e ad una vita più indipendente. In sintesi, talvolta andare a Jalna può non essere una passeggiata, e in questo quarto volume ne abbiamo la prova. Renny, in particolare, è un personaggio controverso: il "padrone di Jalna" ha sulle spalle il peso dell'intera famiglia oltre che dell'andamento della tenuta e questo lo porta ad assumere comportamenti da despota, poco digeriti dai suoi, figuriamoci da noi, nonostante nessuno neghi il suo buon cuore e le sue buone intenzioni. In questo libro, in particolare, Renny è il fulcro della narrazione e taluni suoi comportamenti e decisioni pesano, rendendo più difficile la lettura. Fortuna che, in ogni caso, Jalna è sempre bella e sa riservare delle sorprese… Ovvio che con Jalna intendo sia la casa, sia la serie. E alla fin fine, confesso che non vedo l'ora di scoprire cosa ci riserverà il quinto volume, che ritengo sarà cruciale. Continuo a consigliare la serie? Ma certo che sì! Non vorrete mica perdervi le traversie dei Whiteoak e la meravigliosa prosa di Mazo De la Roche!
 
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