Bernhard, Thomas - La fornace

MonicaSo

Well-known member
Le voci non sono concordi, in paese: c'è chi dice con «due colpi alla nuca», chi parla di «due colpi alla tempia», chi asserisce «tre colpi». Sta di fatto che la notte tra il 24 e il 25 dicembre Konrad, «persona senza dubbio eccentrica ma al tempo stesso insignificante», ha ammazzato la moglie con una carabina Mannlicher. Sì, quella moglie invalida, «immobilizzata per metà della sua vita in una sedia a rotelle francese costruita apposta per lei». È stata trovata con il cervello spappolato – che «ricordava il formaggio Emmental» precisa il giudice distrettuale – nella loro casa. Sempre che si possa chiamare casa la fornace della calce in disuso dove i due abitavano, e che «già dall'esterno dà l'impressione di un carcere»: completamente isolata, camere vuote, pareti nude, porte sprangate, solide inferriate alle finestre, per «proteggersi contro il mondo esterno al quale erano finalmente riusciti a sottrarsi». Un «luogo di tenebra» dove tutto è «grottesco», ma ideale, anzi indispensabile per Konrad, perché l'assenza quasi assoluta di rumori acuisce straordinariamente le facoltà dell'orecchio, condizione vantaggiosa per il saggio epocale che da decenni sta cercando invano di scrivere, e che si intitolerà "L'udito". Un luogo che diventerà teatro del progressivo inabissamento dei due in un microcosmo maniacale e allucinatorio.

Quello che mi ha colpito di più è lo stile di questo autore. Prima volta che leggo Bernhard, non ho idea se utilizzi sempre questa tipo di scrittura: periodi lunghissimi, a volte un'intera pagina, e ripetizioni ripetizioni ripetizioni... di concetti ma soprattutto di parole. Sembra che ogni tanto il pensiero abbia un inceppamento e la parola debba ritornare sopra una frase già scritta (o detta) per ribadirlo, ma in modo ossessivo. Ho fatto un po' fatica all'inizio (è comprensibile visto che passo il tempo a spiegare ai miei alunni che nei testi sarebbe bene evitare le ripetizioni... ed esistono tanti tipi di congiunzioni ma soprattutto esistono i pronomi)... ma dopo un po' non ci ho più fatto caso.
La storia è raccontata da più voci, da più testimoni, che spesso si sovrappongono ripetendo, ribadendo, ricostruendo i fatti (che comunque sono esposti fin dall'inizio).
Il rapporto tra i due coniugi mi ha ricordato quello dei due de "Il gatto" di Simenon... incomprensione che poi diventa disamore, insofferenza, bugie, ripicche, fino alla soluzione finale.
 
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