328° MG - Muschio bianco di Anna Nerkagi

qweedy

Well-known member
Finito!
Grazie Shoshin per averci portato tra i Nenec!

Ho trovato in questo piccolo libro riflessioni profonde, domande universali in un mondo antico, dove la vita è durissima e connessa strettamente con una natura ostile. Il fuoco è un elemento cardine, cuore pulsante della vita di cui le donne si prendono cura e che riflette i loro stati d'animo.
Anche in questo mondo primordiale si vive una spaccatura generazionale, il patto di mutua assistenza fra i vecchi e i giovani è definitivamente infranto. I giovani si sentono divisi tra l’esigenza di vivere nella loro terra e un altrove che li attrae.
Mi ha colpito il silenzio delle parole, parlano pochissimo.

Non ho ben capito cosa intende Anna Nerkagi quando alla fine della sua lettera in risposta a Lagunov, scrive:
"Ho capito che il mio cammino personale si è concluso e che un altro sta iniziando. Il cammino verso Dio. Neppure un istante mi appartiene, né può essere speso secondo il mio arbitrio, ma seguendo la volontà del Padre eterno."


Amo i vecchi alberi. Ho sempre il desiderio di inginocchiarmi dinanzi a loro per ringraziarli all’infinito per quel sentimento amaro di inquietudine che suscitano, ma che per questo colma l’uomo di una gioia ancora più intensa. Mi piace ritrovare ai piedi del tronco le loro foglie gialle e secche, segno dell’estate appena trascorsa. Li amo per tutte le estati passate, per il mistero della vita che occultano, per il mormorio delle foglie che si può scambiare per un canto o un pianto, una confessione o un racconto.

«E poi c’è il muschio bianco, il muschio del sole, che risplende perfino nella notte più cupa. Se il tempo lo rivestirà di questo muschio, accendi per lui un grande fuoco e sacrifica sette renne azzurre. Lascia detto a tuo figlio di onorare questi luoghi. E se non avrai un figlio, lascialo detto alla gente. È qui che dimorano le anime».
 

MonicaSo

Well-known member
Non ho ben capito cosa intende Anna Nerkagi quando alla fine della sua lettera in risposta a Lagunov, scrive:
"Ho capito che il mio cammino personale si è concluso e che un altro sta iniziando. Il cammino verso Dio. Neppure un istante mi appartiene, né può essere speso secondo il mio arbitrio, ma seguendo la volontà del Padre eterno."
Parla dei talenti da lei posseduti e che deve/vuole mettere a frutto.
Sono passati 15 anni dalla scrittura del suo libro e Anna e il marito sono andati a vivere nella tundra, dove lei si dedica all'educazione dei bambini, lei che da piccola è stata portata via a forza, allontanata dalla sua famiglia per essere russizzata.
Anche di questo ha parlato in Muschio bianco, di bambini e figli giovani che vanno via e chi resta soffre e non si dà pace.
Quanto avrà sofferto Anna bambina e la sua famiglia per l'allontanamento forzato! Ma ora la sua rinascita è completa, forse il suo cammino personale di risoluzione di un dolore si è concluso, e può pensare agli altri mettendo a frutto ciò che sa fare: usare le parole per educare bambini, nel rispetto delle tradizioni.

Ho cercato qualche foto del muschio bianco, convinta fosse una varietà di quello verde (non sono per niente esperta di flora o fauna) e così ho scoperto che non esiste!
È una secrezione di un certo tipo di renna.
 

Shoshin

Shikata ga nai
Finito!
Grazie Shoshin per averci portato tra i Nenec!

Ho trovato in questo piccolo libro riflessioni profonde, domande universali in un mondo antico, dove la vita è durissima e connessa strettamente con una natura ostile. Il fuoco è un elemento cardine, cuore pulsante della vita di cui le donne si prendono cura e che riflette i loro stati d'animo.
Anche in questo mondo primordiale si vive una spaccatura generazionale, il patto di mutua assistenza fra i vecchi e i giovani è definitivamente infranto. I giovani si sentono divisi tra l’esigenza di vivere nella loro terra e un altrove che li attrae.
Mi ha colpito il silenzio delle parole, parlano pochissimo.

Non ho ben capito cosa intende Anna Nerkagi quando alla fine della sua lettera in risposta a Lagunov, scrive:
"Ho capito che il mio cammino personale si è concluso e che un altro sta iniziando. Il cammino verso Dio. Neppure un istante mi appartiene, né può essere speso secondo il mio arbitrio, ma seguendo la volontà del Padre eterno."


Amo i vecchi alberi. Ho sempre il desiderio di inginocchiarmi dinanzi a loro per ringraziarli all’infinito per quel sentimento amaro di inquietudine che suscitano, ma che per questo colma l’uomo di una gioia ancora più intensa. Mi piace ritrovare ai piedi del tronco le loro foglie gialle e secche, segno dell’estate appena trascorsa. Li amo per tutte le estati passate, per il mistero della vita che occultano, per il mormorio delle foglie che si può scambiare per un canto o un pianto, una confessione o un racconto.

«E poi c’è il muschio bianco, il muschio del sole, che risplende perfino nella notte più cupa. Se il tempo lo rivestirà di questo muschio, accendi per lui un grande fuoco e sacrifica sette renne azzurre. Lascia detto a tuo figlio di onorare questi luoghi. E se non avrai un figlio, lascialo detto alla gente. È qui che dimorano le anime».
💕
 

Shoshin

Shikata ga nai
Sulle parole...

Scrive Anna Nerkagi nel suo piccolo scrigno di bellezza letteraria
"Era accaduto qualcosa alle parole.
Erano diventate come un giocattolo in bocca alle persone,o come un sasso da scagliare contro la schiena altrui.
Avevano perduto tutta la loro forza,come renne sfinite da un padrone crudele..."
 

Shoshin

Shikata ga nai
Continuo a leggere e commenterò man mano.
Se volete scrivete pure la recensione.
 

qweedy

Well-known member
Parla dei talenti da lei posseduti e che deve/vuole mettere a frutto.
Sono passati 15 anni dalla scrittura del suo libro e Anna e il marito sono andati a vivere nella tundra, dove lei si dedica all'educazione dei bambini, lei che da piccola è stata portata via a forza, allontanata dalla sua famiglia per essere russizzata.
Anche di questo ha parlato in Muschio bianco, di bambini e figli giovani che vanno via e chi resta soffre e non si dà pace.
Quanto avrà sofferto Anna bambina e la sua famiglia per l'allontanamento forzato! Ma ora la sua rinascita è completa, forse il suo cammino personale di risoluzione di un dolore si è concluso, e può pensare agli altri mettendo a frutto ciò che sa fare: usare le parole per educare bambini, nel rispetto delle tradizioni.

Ho cercato qualche foto del muschio bianco, convinta fosse una varietà di quello verde (non sono per niente esperta di flora o fauna) e così ho scoperto che non esiste!
È una secrezione di un certo tipo di renna.
Grazie, ora capisco, sente la sua vita dedicata all'insegnamento come una missione divina. Per questo non si è ritirata in città a scrivere altri libri sui Nenec, come le era stato suggerito.

Molto interessante la ricerca sul muschio bianco! Non sapevo, anche perché molti profumi al muschio bianco associano come immagine dei fiorellini bianchi. Mentre invece non è una molecola vegetale, e in profumeria è un'aromatizzante sintetico, che emula il profumo del cervo muschiato.

Questi piccoli cerbiatti hanno una ghiandola che produce una sostanza odorosa chiamata "muschio", che si trova in piccole sacche che poi il cerbiatto perde spontaneamente durante la stagione degli amori, poiché marchia il territorio seminando delle piccole palline di "muschio" che il suo organismo secerne. Queste palline contengono il pregiato olio essenziale di “muschio bianco”, prodotto dalle loro ghiandole odorifere: per estrarlo, per centinaia di anni, questi piccoli cervi sono stati uccisi.
L'equivoco nasce dall'utilizzo della parola muschio, mentre la parola bianco evoca purezza e non odore animale.

images


Continuo a leggere e commenterò man mano.
Se volete scrivete pure la recensione.
Io passo, preferisco scrivere qui.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
muschio bianco
Non ne avevo idea neppure io pur sapendone abbastanza di flora e fauna 🤷.
A me l'odore non piace, mia suocera lo usa come detersivo per i panni e mia cognata come bagnoschiuma, e ora che so la sua storia mi fa ancora più schifo:mrgreen: 🤢. Meno male che almeno non uccidono più i poveri cervi 😟.
Scusate l'intrusione 😊.
 

Shoshin

Shikata ga nai
Abbiamo perso tante cose .
Per questo, ciò che è scritto in questo libro,ci sembra
lontano e inusuale.
Ricordi ancestrali riaffiorano.
Restiamo confusi.
Ho il cuore pieno di pensieri cupi
in questi mesi di tormento e di dolore.
Eppure queste pagine mi hanno donato piccoli strumenti per ritrovare la pace.
Al calore del grande fuoco .
Una mano invisibile si è poggiata sulla spalla da giorni.
 

francesca

Well-known member
Ho iniziato anch'io. Sono arrivata a quando Aleksa e Ilne passano la notte insieme in una specie di comune.
Per ora mi rimane difficile dare un giudizio: sono contenta di fare questa lettura, lo stile è particolare, intriso di "natura", non so come spiegarmi, qualsiasi sensazione, emozione, evento viene ricondotto ad elementi naturali, al sole, agli alberi, alle renne, alle strolaghe: mi colpisce molto e non la percepisco come naturale perchè fa riferimento ad un mondo che non mi appartiene e che fatico ad immaginare; lo immagino come una "cartolina", ma cosa vuol dire vivere in tale ambiente, in una comunità per forze di cose destinata all'isolamento (almeno d'inverno), è qualcosa che sento di molto estraneo.
Nel complesso, questa lettura mi sta lasciando un senso di tristezza e inquietudine, mi lascia l'anima del colore livido del sole basso sulla tundra.
Sono curiosa di vedere dove mi porterà.

Sto recuperando via via i vostri commenti. Grazie a chi ha postato video e approfondimenti, molto interessanti.
 

francesca

Well-known member
Abbiamo perso tante cose .
Per questo, ciò che è scritto in questo libro,ci sembra
lontano e inusuale.
Ricordi ancestrali riaffiorano.
Restiamo confusi.
Mentre proseguo perplessa la lettura (sono al momento in Peptko regala tutti i suoi avere alle donne del villaggio), faccio mie parte di queste bellissime parole di Shoshin.
Perchè sento forte questa sensazione che quello che sto leggendo sia lontano da me, non perchè non lo condivida o non lo capisca, ma è come se non riuscisse a scendermi dentro, come se la parte più porfonda a cui questo racconto fa appello, fosse irrigidita, o talmente nascosta da migliaia di strati di sovrastruttura culturali, sociali, da essere irrangiungibile.
E purtroppo a differenza di Shoshin, non sto trovando pace ma angoscia e disagio e voglia di sottrarsi a queste parole.
Forse sono diventata come Ilne, ormai così esule dalla terra dove c'è la verità del proprio essere uomini da non riuscire a farvi ritorno.
 

francesca

Well-known member
Finito.
La fine mi ha un po' rappacificato con il libro, mi sa di rinascita dopo una durezza implacabile; dietro le immagini di panorami, dietro le descrizioni di alberi e uccellini, ho avvertito qualcosa di tagliente come un diamante, duro come il ghiaccio della tundra.
Lo scioglimento del cuore di Aleksa di fronte all'affetto di sua mamma e della ragazza mi ha dato un barlume di speranza in un libro che mi è sembrato più che altro descrivesse disperazione.
Ho letto la lettera di Luganov alla Nekargi e mi ha lasciata molto perplessa. Ma voi, dopo un libro simile, avreste suggerito alla sua autrice di andarsene a stare in appartamentino al calduccio, pronta a rispondere a telefonate e a crogiolarsi in confort di tutti i tipi per coltivare il suo talento di scrittore? Ma secondo me questo talento viene proprio dalla relazione vera non filtrata con la natura e la vita del proprio popolo.
 

MonicaSo

Well-known member
Finito.
La fine mi ha un po' rappacificato con il libro, mi sa di rinascita dopo una durezza implacabile; dietro le immagini di panorami, dietro le descrizioni di alberi e uccellini, ho avvertito qualcosa di tagliente come un diamante, duro come il ghiaccio della tundra.
Lo scioglimento del cuore di Aleksa di fronte all'affetto di sua mamma e della ragazza mi ha dato un barlume di speranza in un libro che mi è sembrato più che altro descrivesse disperazione.
Ho letto la lettera di Luganov alla Nekargi e mi ha lasciata molto perplessa. Ma voi, dopo un libro simile, avreste suggerito alla sua autrice di andarsene a stare in appartamentino al calduccio, pronta a rispondere a telefonate e a crogiolarsi in confort di tutti i tipi per coltivare il suo talento di scrittore? Ma secondo me questo talento viene proprio dalla relazione vera non filtrata con la natura e la vita del proprio popolo.
In un certo senso però questa scelta può essere vista come un rifiuto della "russanizzazione" (non so se questa parola esiste), come un fallimento sociale. Hanno fatto tanto per civilizzare i nenec e ora arriva una piccola grande donna a dire e a scrivere che le origini vanno cercate, rispettate, salvate...
 
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