Pnin
Well-known member
Per me, l'ennesimo gioiellino che Erri De Luca, inarrivabile artigiano, costruisce.
Non mi aspettavo fosse così breve, ma è un bene perché è molto intenso emotivamente e densissimo di informazioni.
Cinque storie, cinque personaggi biblici: "Da queste cinque donne passa la storia più ambiziosa del mondo, quella del monoteismo e del messia" ci dice Erri, che racconterà questa storia, queste storie, con la sua peculiare devozione verso la parola che lui tratta, con profonda competenza, come un qualcosa di sacro, rendendoci partecipi di tutta la potenza evocativa che contiene.
Cinque donne che l'evangelista Matteo mette nell'elenco dei capostipiti della cristianità:
Tamar, che si travestì da prostituta per avere un figlio da "chi si dichiara discendente del primo essere umano della terra" e poter quindi fare parte "di quella religione visionaria".
Rahav la prostituta, che tradì il suo stesso popolo per salvare due sconosciuti.
La giovane Rut che si infilò nottetempo nel letto del vecchio Boaz per farsi mettere incinta e sposarlo, perché "il suo grembo aspettava di aprirsi in terra d'Israele".
Betsabea che, pur se sposata cedette alla passione di Davide (nonostante fosse pure intoccabile perché nel periodo mestruale) il quale mandò infine, con l'inganno, suo marito a morire.
E infine ovviamente Maria, rimasta incinta prima del matrimonio, alla quale però Giuseppe credette e la salvò "dai sassi della legge" (la lapidazione) sposandola.
Insomma, come ci dice l'autore "La storia sacra ha molti pregiudizi in meno della nostra storia profana"
Il tutto non è scritto sotto forma di racconto, ma come un'approfondita spiegazione degli stessi racconti originari.
Seguono poi il dialogo tra Maria e la propria madre sul momento in cui entrambe rimasero incinte (a mio avviso la parte più bella del libro), quindi delle considerazioni sulla maternità e sul parto e infine il cenno ad un ex partigiano jugoslavo (Ante) che, messo prigioniero a spaccare pietre, sopravviveva immaginando che ogni pietra contenesse una scintilla da liberare.
E con la chiusura "non so di preciso perché racconto di Ante in fondo a una storia di donne speciali della scrittura sacra" a me lascia l'impressione di uno scritto quasi più per sé stesso che per un pubblico.
Ciò che più mi incanta di Erri De Luca è la capacità di vedere - e spiegare - l'umanità in ciò che pare disumano e questo libricino ne è un bell'esempio
Non mi aspettavo fosse così breve, ma è un bene perché è molto intenso emotivamente e densissimo di informazioni.
Cinque storie, cinque personaggi biblici: "Da queste cinque donne passa la storia più ambiziosa del mondo, quella del monoteismo e del messia" ci dice Erri, che racconterà questa storia, queste storie, con la sua peculiare devozione verso la parola che lui tratta, con profonda competenza, come un qualcosa di sacro, rendendoci partecipi di tutta la potenza evocativa che contiene.
Cinque donne che l'evangelista Matteo mette nell'elenco dei capostipiti della cristianità:
Tamar, che si travestì da prostituta per avere un figlio da "chi si dichiara discendente del primo essere umano della terra" e poter quindi fare parte "di quella religione visionaria".
Rahav la prostituta, che tradì il suo stesso popolo per salvare due sconosciuti.
La giovane Rut che si infilò nottetempo nel letto del vecchio Boaz per farsi mettere incinta e sposarlo, perché "il suo grembo aspettava di aprirsi in terra d'Israele".
Betsabea che, pur se sposata cedette alla passione di Davide (nonostante fosse pure intoccabile perché nel periodo mestruale) il quale mandò infine, con l'inganno, suo marito a morire.
E infine ovviamente Maria, rimasta incinta prima del matrimonio, alla quale però Giuseppe credette e la salvò "dai sassi della legge" (la lapidazione) sposandola.
Insomma, come ci dice l'autore "La storia sacra ha molti pregiudizi in meno della nostra storia profana"
Il tutto non è scritto sotto forma di racconto, ma come un'approfondita spiegazione degli stessi racconti originari.
Seguono poi il dialogo tra Maria e la propria madre sul momento in cui entrambe rimasero incinte (a mio avviso la parte più bella del libro), quindi delle considerazioni sulla maternità e sul parto e infine il cenno ad un ex partigiano jugoslavo (Ante) che, messo prigioniero a spaccare pietre, sopravviveva immaginando che ogni pietra contenesse una scintilla da liberare.
E con la chiusura "non so di preciso perché racconto di Ante in fondo a una storia di donne speciali della scrittura sacra" a me lascia l'impressione di uno scritto quasi più per sé stesso che per un pubblico.
Ciò che più mi incanta di Erri De Luca è la capacità di vedere - e spiegare - l'umanità in ciò che pare disumano e questo libricino ne è un bell'esempio