Tutto ruota attorno alla pallina della roulette. Rosso? Nero? Pari? Dispari? Il vero protagonista del romanzo è il gioco, o meglio il vizio del gioco. Come scrive l'anonimo autore dell'introduzione (forse è Gianlorenzo Pacini, ma non si capisce molto bene nell'edizione de I Grandi libri Garzanti) per il protagonista il gioco è come una prova suprema per misurare se stesso, è il simbolo di una concenzione della vita che può apprezzare la vita solo nella misura in cui si sia in ogni momento disposti a perderla e a negarla, con assoluto e totale sprezzo di ogni calcolo e ogni convenienza�. Un romanzo di forti passioni, e non poteva essere diversamente visto il tema proposto, e autobiografico. Vi consiglio prima di affrontarlo di dare un occhio alla vita dell'autore. Storia paneuropea con personaggio di tutta Europa fortemente tipicizzati in base al paese di provenienza e Dostoevskij è molto critico nei confronti dei suoi connazionali. Un libro pieno anche di curiosi errori: nella fretta della consegna (aveva scadenze particolari per il suo poco onesto editore) un conte che dopo poche pagine diventa marchese, una nonna zietta, una splendida giornata di sole che poche righe dopo è grigia e nuvolosa. Sviste a parte da leggere.
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