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Phoenix Member
Amabili resti (titolo or.: The lovely bones) è il romanzo d'esordio più venduto nella storia degli Stati Uniti: due milioni di copie in pochi mesi. Racconta di Susie, una ragazzina di quattordici anni che viene violentata e poi fatta a pezzi in un campo di granoturco da un vicino di casa. Alice Sebold narra la storia di questa adolescenza spezzata con levità, senza sentimentalismi, con una meravigliosa freschezza di scrittura. È la protagonista, approdata in un cielo senza Dio e senza angeli, a raccontare quanto le è accaduto e a farci sentire l'orrore di questa violenza. Anche in cielo, Susie rimane se stessa: intelligente e coraggiosa, straordinariamente piena di vita anche dopo la morte. Senza alcuna possibilità di distacco, ma anzi con una struggente e tenerissima nostalgia della vita, continua a occuparsi di quello che avviene sulla terra e combatte per non essere dimenticata. Dal paradiso cerca di aiutare il padre che non si rassegna e tenacemente cerca il colpevole, sente la mancanza della madre che per fuggire il dolore lascia tutto e scappa in California. Si sente vicino alla sorella Lindsay costretta a crescere troppo in fretta, a Buck, che troppo piccolo per capire sentirà per tutta la vita la sua mancanza, e all'eccentrica e simpaticissima nonna, che cerca di rimettere insieme i cocci di una famiglia distrutta dal dolore.
Susie guarda il vicino, l'anonimo signor Harvey che passa la vita a costruire case di bambola e a fare a pezzi le ragazzine. Ma soprattutto non dimentica Ray, il suo primo ragazzo, con cui ha avuto appena il tempo di scambiare un fuggevole bacio prima che la violenza la portasse via.
Non c'è suspence in questo romanzo di cui fin dalle prime pagine conosciamo il colpevole, ma ci sono molte altre cose per cui vale la pena leggerlo. C'è la denuncia della meschinità del male, assurdo e incomprensibile. C'è la fede per niente religiosa in un al di là dove il sottile legame che unisce i vivi e i morti non si spezza. C'è commozione, rimpianto, orrore, senso di perdita. E anche la speranza che la vita, alla fine, possa riconciliarci con il dolore.
Questo libro mi ha immensamente commossa sia per la storia sia per il fatto che la stessa autrice ha vissuto questo genere di orrenda esperienza. Ma il particolare che mi ha toccato maggiormente è la delicatezza del modo di vedere, parlare, interagire con il suo mondo perduto di Susie.
Da leggere per lasciarsi toccare l'animo.
Susie guarda il vicino, l'anonimo signor Harvey che passa la vita a costruire case di bambola e a fare a pezzi le ragazzine. Ma soprattutto non dimentica Ray, il suo primo ragazzo, con cui ha avuto appena il tempo di scambiare un fuggevole bacio prima che la violenza la portasse via.
Non c'è suspence in questo romanzo di cui fin dalle prime pagine conosciamo il colpevole, ma ci sono molte altre cose per cui vale la pena leggerlo. C'è la denuncia della meschinità del male, assurdo e incomprensibile. C'è la fede per niente religiosa in un al di là dove il sottile legame che unisce i vivi e i morti non si spezza. C'è commozione, rimpianto, orrore, senso di perdita. E anche la speranza che la vita, alla fine, possa riconciliarci con il dolore.
Questo libro mi ha immensamente commossa sia per la storia sia per il fatto che la stessa autrice ha vissuto questo genere di orrenda esperienza. Ma il particolare che mi ha toccato maggiormente è la delicatezza del modo di vedere, parlare, interagire con il suo mondo perduto di Susie.
Da leggere per lasciarsi toccare l'animo.