XIII G.L. - Come Dio comanda (Ammaniti, Niccolò)

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elisa

Motherator
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Evvai si parte con le recensioni al tredicesimo libro del Gruppo di lettura di Forumlibri: Come Dio comanda di Niccolò Ammaniti.

Prego postate pure :D
 
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Palmaria

Summer Member
Ho letteralmente divorato questo libro in tre giorni, e non è un modo di dire!:wink:

La scrittura di Ammaniti mi catturava completamente, con la sua prosa asciutta, cruda e incalzante. Penso sia questa la capacità dell'autore che più apprezzo, oltre al saper delineare i personaggi in maniera estremamente reale, con i loro molti vizi e le loro poche virtù, senza esprimere giudizi definitivi su di essi, ma leggendo piuttosto il loro comportamento come una conseguenza della società in cui vivono e della loro condizione di emarginati.

La figura di Rino, per esempio, è quella di un padre violento e fortemente convinto dei suoi ideali nazisti, all'insegna dei quali cresce il figlio Cristiano, ma è anche colui che ha voluto fortemente il bambino, mentre la madre preferiva abortire, e che per lui sarebbe disposto a qualunque cosa, in nome dell'amore profondo che comunque li lega.

Potrei dire ancora moltissimo su questo libro, ma preferisco farlo man mano, confrontandomi ancora con voi...:wink:

Voto : 5/5!!! Consigliatissimo!!! :D

P. S. Scusate, ma voi come avete interpretato il finale? Io in maniera ottimistica, naturalmente!!!:mrgreen:
 

Dorylis

Fantastic Member
Devo dire che ho dei sentimenti piuttosto ambivalenti su questo libro.Puntualizzo che è il mio primo libro di Ammaniti quindi non ho termini di paragone. Un punto a suo favore è sicuramente l'ottima prosa narrativa di Ammaniti, che riesce a calarsi col giusto tono nella tensione che il momento richiede. I personaggi sono memorabili, quasi da tragedia greca e con la loro efficace caratterizzazione ci coinvolgono in una realtà fatta di emarginazione e violenza. Paradossalmente in tanta emarginazione, violenza e cecità , il legame tra Rino e Cristiano Zena è quello di due persone che si amano disperatamente, contro tutti e malgrado tutto, che trovano nell'altro la ragione di vita. Un punto a suo sfavore è la presunta allusione a una possibile sceneggiatura, questo romanzo è scritto per essere trasposto nel film, dai dialoghi alle scene apocalittiche. E' innegabile dopo il successo del film "Io non ho paura". E' un libro che offre vari spunti di approfondimento,all'inizio ho trovato certe situazioni troppo crude o oscene (molti autori di oggi ci si buttano a capofitto per vendere!) ma dopo ho capito come erano consone ai personaggi, descritti nella loro personalità con grande maestria. Un bel libro, lo consiglio ma non lo trovo da Premio Strega.

P.s. Ero convinta che fosse ambientato nel sud, invece Varrano è nel nord-est! Non mi ci ritrovo mica con l'idea tutta mia che ho di queste zone!

P.s del P.s. A Palmaria: anch'io ho trovato ottimista la fine, dopo aver toccato il fondo si può soltanto risalire.

Voto:4/5
 

Dorylis

Fantastic Member
Ma va là! E' solo che il paesaggio non sembrava tipico di queste parti.. Se vuoi saperlo a me è piaciuta molto la Sicilia qnd sono venuta in gita! :)
 

Palmaria

Summer Member
Secondo me per Ammaniti era abbasta indifferente il luogo preciso in cui ambientare il romanzo, l'importante era che si trattasse di un paesaggio piuttosto piatto e desolato, che esprimesse l'idea del degrado e della desolazione, in mezzo ai quali gli unici centri di ritrovo e aggregazione risultano i centri commerciali.
 

elisa

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Secondo me si è ispirato proprio al Friuli dove poi ha girato il film Salvatores, molte descrizioni combaciano, anche molti comportamenti delle persone sono simili e poi c'è un confine e non ci sono molte regioni a nord est che confinano con paesi stranieri.
 

Palmaria

Summer Member
Secondo me si è ispirato proprio al Friuli dove poi ha girato il film Salvatores, molte descrizioni combaciano, anche molti comportamenti delle persone sono simili e poi c'è un confine e non ci sono molte regioni a nord est che confinano con paesi stranieri.

E' chiaro, elisa, questo non si può negare, quel che volevo dire io è che mi pare emerga più un tipo di ambientazione piuttosto che un'ambientazione specifica....:)
 

elisa

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ti do ragione Sara, sicuramente voleva far emergere uno stile di vita, dei valori e delle persone che popolano quell'ambiente e lo caratterizzano, pensa solamente al villaggio dove vive Fabiana, con la muraglia e sorvegliato 24 ore al giorno, un bisogno di sicurezza inutile visto che la ragazzina è stata lasciata in balia di sè stessa dalle persone che dovevano più proteggerla, che sono i genitori, e non dai muri che non proteggono da un bel niente.
 
Ultima modifica:

Dorylis

Fantastic Member
ti do ragione Sara, sicuramente voleva far emergere uno stile di vita, dei valori e delle persone che popolano quell'ambiente e lo caratterizzano, pensa solamente al villaggio dove vive Fabiana, con la muraglia e sorvegliato 24 ore al giorno, un bisogno di sicurezza inutile visto che la ragazzina è stata lasciata in balia di sè stessa dalle persone che dovevano più proteggerla, che sono i genitori, e non dai muri che non proteggono da un bel niente.

Questo libro a mio parere è un efficace ritratto di come le certezze non sempre derivino da una solida vita borghese bensì piuttosto da un solido legame affettivo.
 

Palmaria

Summer Member
QUESTO MESSAGGIO CONTIENE SPOILERS!!!

Avete riflettuto sul perchè del titolo "Come Dio comanda"?
Pensandoci su, mi è venuta spontanea questa osservazione: alcuni dei protagonisti, Quattroformaggi e Danilo su tutti, pensano di riconoscere in qualsiasi cosa accada loro la mano di Dio, che intende mostrare loro la strada da seguire, e alla luce di questo giustificano i loro comportamenti, anche i più abominevoli e assurdi.
Diversamente, gli altri personaggi si ribellano a quello che le circostanze sembrerebbero indicare come il loro destino naturale, assumendosi la responsabilità dei cambiamenti che intendono portare nelle loro esistenze: così Rino potrebbe lasciarsi coinvolgere nel colpo organizzato con Danilo e Quattroformaggi, tutto sembra essere pronto, ma lui si tira indietro, per paura di perdere il figlio Cristiano; Beppe Trecca, l'assistente sociale, alla fine decide di vivere alla luce del sole i suoi sentimenti per Ida, e tutto sommato questi sono i personaggi che sembrano uscire meglio dalla storia.....
Che ne pensate?
 
ammaniti ha di nuovo fatto centro con la sua ottima narrativa....
ho apprezzato tantissimo le descrizioni dei personaggi e la perfetta delineazione dei loro caratteri...principalmente ho adorato cristiano...il suo modo di amare incodizionatamente il padre, che agli occhi del lettore non è proprio il classico esempio da seguire.
ma credo sia proprio questo portare all'estremo i personaggi che fa emergere ancora di più le loro fragilità, i loro legami indissolubili....
nel finale credo ci sia la massima espressione del rapporto padre-figlio...
il figlio che fin dall'inizio non ha mai creduto alla colpevolezza del padre e che lo manifesta a voce alta...forse per prenderne ancora più coscenza...
il film non sono andata a vederlo, perchè preferisco conservare i "miei" personaggi....:D
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Primo aggiornamento! :YY

Palmaria: divorato, consigliatissimo, 5 su 5
Dorylis: bel libro, 4 su 5
monnalisa: ottima narrativa, perfetti i personaggi
 

elisa

Motherator
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Non è stata una lettura facile, ci ho messo quasi due settimane a leggerlo perchè spesso trovavo le descrizioni troppo lunghe e puntigliose e questo in alcuni momenti mi annoiava. Secondo me troppo lungo, troppe storie, troppi personaggi, non riuscivo a seguire tutti e questo allentava la tensione che una storia così importante dovrebbe avere.
Secondo me era sufficiente la storia di Rino e Cristiano per dare spessore al romanzo, ho trovato quella dell'assistente sociale e di Danilo troppo forzate mentre molto coinvolgenti quelle di Quattro formaggi e di Fabiana.

Quelle duecento pagine in più gli tolgono due stellette: 3 su 5
 

gio84

New member
Io invece l'ho divorato in 3 giorni.
Mi sono affezionata ai personaggi, Cristiano in primis. Seppur persone all'apparenza negative, speravo che quel colpo al bancomat andasse bene, per regalare un po' di serenità.
Il finale porta speranza.
Il titolo penso faccia riferimento ai "consigli che i personaggi credono Dio dia loro", spesso dietro ai quali si nasconde la motivazione di un comportamento irrazionale.
Quattro Formaggi "Se Fabiana volta per il bosco, sono autorizzato a farlo", "Dio vuole che Fabiana venga deposta nel presepe".
L'assistente sociale fa una promessa a Dio, che sa non manterrà.

A questo punto penso che il nome "Cristiano" non sia casuale, o no? :)

Voto 5/5
 
Buonasera forum!!
Leggo il vostro apprezzamento su questo libro.L'ho ricevuto in regalo a Natale,appena termino quello che sto leggendo lo inizio subito!!!!

Ciaoooo:)
 
Letto in poco meno di due giorni. Mi sono sentita trascinata nella storia sin dalla prima pagina, la mia curiosità era stimolata tanto dal racconto quanto dai personaggi, bizzarri e variegati. Ho apprezzato, ma non è una novità, lo stile narrativo di Ammaniti che ha descritto molto senza far perdere di struttura il romanzo. Chiaramente Quattro Formaggi mi ha stregata (deformazione professionale?:mrgreen:) e la sua umanizzazione di Dio faceva da contraltare alla divinizzazione dell'uomo. Insomma, coinvolgente! Voto 4
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
aggiornamento :YY

Palmaria: divorato, consigliatissimo, 5 su 5
Dorylis: bel libro, 4 su 5
monnalisa: ottima narrativa, perfetti i personaggi
elisa: troppo lungo, 3 su 5
gio84: divorato, 5 su 5
Darkay: coinvolgente, 4 su 5

sei persone finora hanno postato le loro recensioni, direi molto positive :D
 

Palmaria

Summer Member
A questo punto penso che il nome "Cristiano" non sia casuale, o no? :)

Voto 5/5

Concordo Giò!
Per Ammaniti il nome "Cristiano" doveva avere una valenza ben precisa!

Per quanto riguarda le descrizioni, che alcuni, soprattutto la nostra mitica mod Elisa :ABBB, hanno trovato eccessive e troppo precise, devo dire che a me non sono sembrate pesanti. Infatti penso che l'Autore si sia dilungato di più a descrivere solo in quei passi in cui ciò era funzionale alla storia...per esempio, la descrizione della notte d'inferno in cui tutto accade contribuisce, a mio avviso, a creare quel crescendo di tensione narrativa, quel climax, che porta il lettore all'apice della vicenda!

Comunque, de gustibus, ovviamente!:wink:
 
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