Saramago, Josè - Saggio sulla lucidità

Palmaria

Summer Member
Non posso che confermare la definizione di capolavoro data da molti altri lettori prima di me!!!

Questo romanzo indaga davvero in profondità sulle possibili reazioni di un sistema politico apparentemente democratico di fronte ad una manifestazione della democrazia del tutto particolare, come l'83% di schede bianche, segno evidente della sfiducia del corpo elettorale in tutti i partiti, di destra, di mezzo e di sinistra.
La classe politica, tuttavia, ben lungi dal cogliere l'occasione per compiere un esame di coscienza, adotta il principio machiavellico secondo cui il fine giustifica i mezzi, fino a livelli davvero insospettabili....!!!!!

Un libro che indubbiamente fa molto riflettere sull'attualità politica, grazie allo stile magistrale del Nobel Saramago!:D

Voto: 5/5
 

Dory

Reef Member
Sono in piena campagna elettorale. A Marzo dovrò votare sia per le comunali che per le regionali e nella mia città sta succedendo un putiferio. Così ho pensato che fosse venuta l'ora di leggere questo libro.
Sono alle prime 20 pagine più o meno e già mi sta piacendo molto. Saramago scrive in modo strepitoso, è arguto e molto fantasioso.
L'unica cosa che mi rende difficile la lettura è quel suo usare solo punti e virgole come segni di punteggiatura e quello scrivere fitto fitto senza cesure grafiche, come ad esempio i capoversi che sono molto pochi, e poi ogni periodo dura 15-20 righi, così quando arrivo al punto ho perso il filo e devo rileggere tutto da capo. :oops:
In ogni caso questo inconveniente si supera perché tutto il resto è grandioso!! :mrgreen:
 

elena

aunt member
Prima di leggere questo libro, pensavo che Cecità fosse l’apice della produzione del grandissimo autore portoghese, il suo capolavoro indiscusso.
In questo momento sento la necessità di rivedere la mia personalissima classifica mettendo al primo posto il Saggio sulla lucidità, opera che mi ha coinvolto in un vortice di intense sensazioni dalla prima all’ultima pagina: mi ha colpito in modo particolare la capacità di Saramago di analizzare una società (non meglio identificata ma a adattabile a molte realtà attuali, nonostante il clima vagamente surreale) mettendone in luce i terribili nonché patetici giochi di potere ma senza tralasciare le riflessioni personali dei singoli protagonisti e condendo il tutto con un’ironia dirompente: nonostante la drammaticità della vicenda rappresentata mi sono spesso scoperta a sorridere per le modalità di descrizione delle situazioni e per i numerosi interventi dell’autore, la cui penna sagace non manca mai di puntualizzare con grande sarcasmo l’assurdità del mondo che ci circonda.

Semplicemente grandioso :)!!!!

P.s. parlando di opere di Saramago, a mio parere è sempre limitativo utilizzare “classifiche”…..in questo modo, oltre ad aver messo in secondo piano Cecità, ho anche declassato L’anno della morte di Ricardo Reis :??…..non c’è alternativa….devo astenermi dal giudizio di opera suprema, quando sono alle prese con un testo del Maestro :ad:.
 

sergio Rufo

New member
Saramago, con Cormac McCarthy, e' probabilmente lo scrittore piu' autorevole nel panorama mondiale della letteratura. Sempre che si possano fare queste graduatorie.
Rimane, pero', al di sopra di ogni ragionevole dubbio, uno dei pochissini autori al mondo che sappia ancora scrivere una storia.
Perche' di questo si tratta: tutti oggi fanno letteratura - o credono di farla - dal momento che ogni esercizio di retorica o di stile e', per loro, scrivere.
E invece no. Scrivere e' tutt'altro. Come Saramago, ad esempio.
O Cormac McCarthy.
Basta prendere Memoriale del Convento, Cecita', L'anno della Morte di Ricardo Reis ed altri ancora, per rendersene subito conto.
 
Mi fa molto piacere che lo consideriate anche qui un Maestro.
E questo Ensaio sobre a Lucidez lo dimostra.
Quale miglior momento per capire quello che Saramago vuole trasmetterci con forza?
"Potrebbe succedere che un giorno dovremo domandarci: Chi ha firmato questo per me? Quel giorno potrebbe essere oggi".

Manca, qui in Italia, un intellettuale che tenga vivo il nostro spirito critico.
Tanto da aver la necessità di leggerlo sperando che qualche voce spicchi in questo silenzio.

"Aullemos, dijo el perro"
 

Dory

Reef Member
Sto leggendo le ultime 100 pagine, più o meno, e devo dire che sono andata molto a rilento. Saramago è proprio "tosto"!!! :mrgreen:
Devo dire che, al di là di tutte le implicazioni "socio-politche", per così dire, e interpretazioni varie sul senso ultimo di questa storia, emotivamente mi ha coinvolto molto di più Cecità che, mi rendo conto di essere assolutamente controcorrente, mi è piaciuto di più.
Saggio sulla lucidità, dopo un inizio strepitoso, e credo che anche il finale lo sarà, in tutta la parte centrale ha vaste aree di ridondanza* che mi hanno appesantito la lettura, non riuscivo a leggere più di due pagine a sera :(. Del resto queste aree credo siano tipiche di Saramago, c'erano anche in Cecità, ma in maniera un po' ridotta.
Staremo dunque a vedere cosa mi riserva il finale. :? :mrgreen:



* è una mia personalissima definizione di periodi di eccessiva divagazione, che in fondo credo siano proprio il tratto distintivo ed originale di Saramago, un po' la sua firma, e ciò che dovrebbe piacere di più. E infatti a me alcune volte piace molto, altre invece penso "va bene, ho capito, basta, ti prego, non ce la faccio più!" :mrgreen::mrgreen:
 

Dory

Reef Member
Ho finito di leggerlo ieri sera finalmente. Confermo tutto quanto già detto sul messaggio trasmesso, le varie riflessioni sulla società e via dicendo, però ho preferito Cecità.

Attenzione spoiler


Mannaggia la miseria ma perché ha dovuto far finire così quei tre? Passi per il primo, che ci stava pure, ma gli ultimi due proprio no, mi è sembrato quasi che arrivato alla fine della storia non sapeva più come uscirne e ha ripiegato su questo finale spiccio. Non sono il tipo da lieto fine a tutti i costi, anzi, non mi importa nulla del lieto fine, ma davvero questo finale mi è sembrato troppo frettoloso, e poi che c'entrava il cane? Già che c'erano ci mettevano pure il marito, una fuga di gas, un incendio... boh... ci sono rimasta troppo male..
 

asiul

New member
Assieme a Cecità è un libro che acquisterò nel mio prossimo viaggetto in libreria. Molto presto! :mrgreen:
 

skitty

Cat Member
Come molti di voi, sono rimasta a bocca aperta dopo aver finito le ultime pagine...
Ho fatto più fatica a leggere questo romanzo, rispetto a Cecità, ma imputo ciò ad un mio momento particolare di distrazione e affaticamento (che non è stato molto agevolato dallo stile tortuoso dell'autore!).

Mettendo da parte questi scogli momentanei, devo dire che anche secondo me si tratta di un capolavoro. E' proprio lo stile particolare, unito alla trama veramente geniale, a dare vita ad una storia che non solo coinvolge, ma... assorbe il lettore, in quanto i dialoghi, i pensieri, le battute che vengono dette, o quelle che solo potrebbero essere dette, si susseguono in un flusso continuo che per la sua semplicità ed attualissima veridicità, potrebbe tranquillamente far parte davvero di noi e del nostro mondo.
Nasce una crescente rabbia davanti all'ignoranza, all'arroganza e l'assurdità dei ragionamenti di chi detiene il potere, sempre tesi a prevaricare sugli altri, a fare una bella figura e preservare i propri interessi. Penso che la rabbia sia forte e sentita, perché riconosciamo questi meccanismi già visti nella realtà prima che nella finzione (purtroppo...).

Lo sgomento che si prova chiudendo sull'ultima pagina, è dovuto ad una domanda che come un lampo si insinua nel cervello: “Ok, fino ad un certo punto corrispondeva tutto a ciò che in realtà avviene o può avvenire in una società contemporanea. Oltre a quel punto, l'autore ha voluto esagerare orribilmente gli eventi. Ma se l'uomo è già addentrato in questi meccanismi, quanto manca affinché arriveremo anche a questi limiti estremi? O forse ci siamo già arrivati?”.

Sconvolgente. Voto: 5.

Alcuni passi:

“ E' regola invariabile del potere che, le teste, è sempre meglio tagliarle prima che comincino a pensare, dopo può essere troppo tardi.”

“ Quello che mi sgomenta è che non si senta un grido, un evviva, un a morte, una parola d'ordine che esprima ciò che la gente vuole, solo questo silenzio minaccioso che ti fa venire i brividi alla schiena.”

“Quelle parole, che probabilmente, così come si presentano, nessuno doveva aver pronunciato prima, quelle parole hanno avuto la fortuna di non perdersi l'un l'altra, hanno avuto qualcuno che le unisse, chissà se il mondo non sarebbe un po' più decente se sapessimo come unire un certo numero di parole che vagano lì sciolte.”
 

skitty

Cat Member
Stavo riflettendo in questi giorni sul titolo di questo romanzo... In effetti la lucidità accompagna i pensieri e le azioni dei protagonisti principali: i detentori del potere e il popolo della capitale.
I primi fanno ragionamenti che ai loro occhi non fanno una piega, inventano metodologie di repressione in modo molto, molto lucido, come se fossero le risposte più logiche e sensate.
Gli abitanti della capitale, lucidamente continuano la propria vita nella città, con tranquillità, mostrando con calma anche momenti di saggezza e di solidarietà.
Sostanzialmente chi non è lucido è chi si trova intrappolato tra le due realtà...
 

El_tipo

Surrealistic member
da una intervista a Saramago:
"Nel libro c’è una frase che, sostanzialmente, riassume il romanzo, lo sintetizza in pochissime parole: “Quando nasciamo è come se firmassimo un patto per tutta la vita, ma arriva il momento in cui ti chiedi chi è che ha firmato per te”. È ciò che accade. A Paolo, che perseguitava i cristiani, apparve una luce immensa, cadde di cavallo ed ascoltò una voce che diceva: “Perché mi perseguiti, Paolo?”. E a quel punto si convertì. Io non aspiro a tanto, non mi illudo che con quella frase il mondo sia cambiato, ma arriva il giorno in cui ti chiedi chi è che ha firmato per te e non ci sarà nessuna voce che dica perché mi perseguiti".

sublime.
 

Denni

New member
Inizialmente ho fatto molta fatica a leggerlo, lo trovavo rindondante, i lunghi periodi colmi di virgolette e divagazioni mi risultavano un pò nauseanti, pensavo a Cecità e non ricordavo così intricato il suo modo di scrivere! La curiosità però, per il tema trattato, molto più interessante, secondo me, dell'epidemia di cecità, mi ha fatto finire ed apprezzare questo libro.
Molto bello il personaggio del commissario..e il fatto che si sia svelato solo do un pò, quando inizialmente lo si poteva immaginare solo come un'altra pedina del potere! Azzeccato il modo in cui si sono descritte le relazioni tra i vari primi ministri. Bel libro! Consigliato!
 
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