Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno Titolo di tre popolarissimi racconti (i primi due scritti da Giulio Cesare Croce e l'ultimo da Adriano Banchieri, pubblicati per la prima volta in un'unica raccolta nel 1620), che riprendono e rielaborano novelle antiche, in particolare la medievale Disputa di Salomone con Marcolfo. Nel Bertoldo si narra dell'immaginaria corte di re Alboino a Verona e delle furberie di Bertoldo, contadino rozzo di modi ma di mente acuta, che finisce per diventare consigliere del re. Bertoldo è affiancato nelle sue imprese dalla scaltra moglie Marcolfa e dal figlio sciocco Bertoldino. Nel racconto di Banchieri il protagonista è invece lo stolto Cacasenno, figlio di Bertoldino, il quale crescendo ha messo un po' di giudizio.
Principio narrativo comune ai racconti di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno è la contrapposizione tra la vita semplice dei contadini e quella artificiosa e vana dei cortigiani. 'Bertoldo' è passato poi a indicare, per antonomasia, il contadino rozzo ma saggio e dotato di senso pratico.
Io l'ho letto e credetemi, anche se scritto in un italiano un po antico è veramente divertente.
Principio narrativo comune ai racconti di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno è la contrapposizione tra la vita semplice dei contadini e quella artificiosa e vana dei cortigiani. 'Bertoldo' è passato poi a indicare, per antonomasia, il contadino rozzo ma saggio e dotato di senso pratico.
Io l'ho letto e credetemi, anche se scritto in un italiano un po antico è veramente divertente.