Masetto
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<< Film della fuga, dolcemente anomalo, francesizzante. Per schemi non italiani, appunto. Infatti ha sorpreso un po’ tutti, compreso il pubblico che lo ha onorato. La Maglietta sembra toccata dalla grazia. Lei, non bella, diventa bellissima e affascinante. >> Pino Farinotti
<< In una Venezia mai così inedita e meno turistica, riflessa negli occhi della protagonista, una Licia Maglietta così affascinante, simpatica, espressiva che la si vorrebbe incontrare spesso nel nostro cinema, Soldini racconta con tratti da impressionista la ritrovata anarchia dei sentimenti. In un film vitale, gentile, che si occupa della sfera affettiva senza retorica e decide le carriere affettive ad personam. Nessuno può costringerci agli affetti: Pane e tulipani ha un andamento da commedia con qualche riflesso malinconico nell’acqua e una perfetta dose di grottesco nel reparto maschile piccolo borghese col laido Antonio Catania. E che dire di Bruno Ganz, versione sturm und drang lagunare, che parla un italiano forbito e si danna per il cuore? Nel gruppo casuale della vita, ben sintonizzato nella recitazione, ci sono la spiritosa Marina Massironi, il fioraio anarchico Felice Andreasi, la scoperta Giuseppe Battiston, l’investigatore extralarge, un Don Backy con chitarra. Una fiaba in cui chi vuole troverà un po’ di Bergman o di Almodóvar: Soldini dimostra che la cosa più interessante è ancora e sempre parlar di donne. >> Maurizio Porro
<< Pane e tulipani è un film divertente, fantasioso e sincero; magari solo una vacanza, ma ce ne fossero di vacanze così nel nostro cinema rassegnato. Soldini, sin dai tempi di L’aria serena dell’Ovest, ama pedinare le sue donne, per coglierne gli umori, le fragilità e le crisi. […] Non è la prima volta che il cinema racconta il perdersi-ritrovarsi di una donna in fuga dalla famiglia, ma qui il tono fiabesco, da ballata gentile e perfino un po’ surreale, rende più credibili il lieto fine […] . Ha ragione Soldini quando dice che i suoi personaggi, forse eccentrici o un po’ stralunati, non sono macchiette. La qualità del film, scritto con Doriana Leondeff, sta proprio qui, nel muoversi dentro un contesto quietamente realistico per illuminare improvvisamente squarci di trasognato benessere. Al punto che perfino i sogni di Rosalba - e noi sappiamo quanto siano rischiosi al cinema - si armonizzano allo sguardo del film, in una chiave di psicoanalitica normalità che forse piacerebbe a Woody Allen. […] >> Michele Anselmi
Film non perfetto, ma piacevole, aggraziato, divertente, che riesce a valorizzare anche aspetti meno scontati della bellezza femminile. Perché qualsiasi donna felice, che fa con amore le cose che fa, pur se in un modo completamente diverso da (per dire) una Sabrina Ferilli non è meno bella di quest’ultima (penso alla scena in cui la Maglietta suona la fisarmonica). Irresistibile Battiston
<< In una Venezia mai così inedita e meno turistica, riflessa negli occhi della protagonista, una Licia Maglietta così affascinante, simpatica, espressiva che la si vorrebbe incontrare spesso nel nostro cinema, Soldini racconta con tratti da impressionista la ritrovata anarchia dei sentimenti. In un film vitale, gentile, che si occupa della sfera affettiva senza retorica e decide le carriere affettive ad personam. Nessuno può costringerci agli affetti: Pane e tulipani ha un andamento da commedia con qualche riflesso malinconico nell’acqua e una perfetta dose di grottesco nel reparto maschile piccolo borghese col laido Antonio Catania. E che dire di Bruno Ganz, versione sturm und drang lagunare, che parla un italiano forbito e si danna per il cuore? Nel gruppo casuale della vita, ben sintonizzato nella recitazione, ci sono la spiritosa Marina Massironi, il fioraio anarchico Felice Andreasi, la scoperta Giuseppe Battiston, l’investigatore extralarge, un Don Backy con chitarra. Una fiaba in cui chi vuole troverà un po’ di Bergman o di Almodóvar: Soldini dimostra che la cosa più interessante è ancora e sempre parlar di donne. >> Maurizio Porro
<< Pane e tulipani è un film divertente, fantasioso e sincero; magari solo una vacanza, ma ce ne fossero di vacanze così nel nostro cinema rassegnato. Soldini, sin dai tempi di L’aria serena dell’Ovest, ama pedinare le sue donne, per coglierne gli umori, le fragilità e le crisi. […] Non è la prima volta che il cinema racconta il perdersi-ritrovarsi di una donna in fuga dalla famiglia, ma qui il tono fiabesco, da ballata gentile e perfino un po’ surreale, rende più credibili il lieto fine […] . Ha ragione Soldini quando dice che i suoi personaggi, forse eccentrici o un po’ stralunati, non sono macchiette. La qualità del film, scritto con Doriana Leondeff, sta proprio qui, nel muoversi dentro un contesto quietamente realistico per illuminare improvvisamente squarci di trasognato benessere. Al punto che perfino i sogni di Rosalba - e noi sappiamo quanto siano rischiosi al cinema - si armonizzano allo sguardo del film, in una chiave di psicoanalitica normalità che forse piacerebbe a Woody Allen. […] >> Michele Anselmi
Film non perfetto, ma piacevole, aggraziato, divertente, che riesce a valorizzare anche aspetti meno scontati della bellezza femminile. Perché qualsiasi donna felice, che fa con amore le cose che fa, pur se in un modo completamente diverso da (per dire) una Sabrina Ferilli non è meno bella di quest’ultima (penso alla scena in cui la Maglietta suona la fisarmonica). Irresistibile Battiston