Beckett, Simon - I sussurri della morte

Nadia53

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All'interno del bungalow, la vittima giace nuda, supina su un tavolo, legata mani e piedi, con evidenti ferite d'arma da taglio, inferte quando, forse, era ancora in vita. La temperatura all'interno dell'edificio supera i 43 gradi. Una sedia davanti al corpo fa pensare che l'assassino abbia assistito allo spettacolo degli ultimi attimi di vita della vittima. Ma un particolare risulta incoerente: l'avanzato stato di decomposizione del corpo induce a pensare che il decesso sia avvenuto da almeno 6 giorni. Eppure il bungalow risulta affittato solo da 4 giorni. Le uniche impronte sulla scena, inoltre, risalgono a un certo Dexter, morto sei mesi prima. Almeno così registra l'anagrafe. È chiaro che l'assassino non solo è molto astuto e non lascia tracce; non solo è molto cattivo; è anche, scientificamente, molto preparato. Dopo La chimica della morte e Scritto nelle ossa, continua la saga di David Hunter. Stavolta lo scenario è la Body Farm di Knoxville, nel Tennessee, l'unico laboratorio al mondo dove si utilizzano autentici cadaveri umani per studiarne il processo di decomposizione all'aperto. E stavolta Hunter conduce l'indagine con il suo maestro, Tom Lieberman. Insieme affrontano una nuova, sconcertante avventura nel regno del male e della scienza.

Avrei dovuto rispolverare un po' la memoria. Ricordavo benissimo che David veniva gravemente ferito da una nota assassina ricercata, tanto da lasciare nel lettore il dubbio sulla sua morte, ma non ricordo bene Janet. Era una maestra d'asilo? Perché si sono lasciati? Ho qualche flash back, ma non ricordo bene i fatti. Bella l'ambientazione americana, ma molto esagerato il numero delle vittime nascoste nell'hotel termale, tanto da farmi un po' storcere il naso. Ora sono in attesa del 4° che spero meno esagerato e più reale.
 

Vervain

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I sussurri della morte, Simon Beckett

E' un libro che ti sa sorprendere, perchè tutto quello che lo scrittore ti fa credere fino alla fine del libro poi viene ribaltato e si rimane di stucco e anche un po' amareggiati. Ma la verità è che come in un film, ancora più di un libro, "prendere per il naso" il lettore facendogli credere qualcosa che poi non si rivela vera e far apparire un colpo di scena è una cosa molto complessa e difficoltosa. Eppure Simon Beckett ci riesce alla perfezione, non è mai banale, è capace di tenerti fedele al suo libro tanto che quando finisce sei anche un po' dispiaciuto. Ottime le descrizioni di paesaggi e persone, sintetiche e che colgono nel segno di descrivere con precisione luoghi dove ti sembra di essere mentre stai leggendo.
Concordo con l'utente sopra, troppo forzata la quantità di morti alla fine, si poteva non esagerare e farlo sembrare un cimitero aperto. Ma comunque nel complesso è un ottimo libro, ed inoltre è anche basato su una storia parzialmente vera, perchè questa "Body Farm" in Tennesse esiste davvero ed è stata la prima ed essere creata al mondo (oggi ne sono 5, tutte negli USA).
 

MonicaSo

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Troppo prolisso per essere un thriller come piace a me.
Nel finale dove tutto si capovolge arriva l'adrenalina ma sono 20 pagine su 300.

Vi segnalo un film che mi ricorda, per alcuni aspetti, il libro: L'occhio che uccide, di Michael Powell
 
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