cosa ne pensate dei fumetti voi?

a chi piace il fumetto


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Io penso di avere una buona conoscenza sui fumetti. Ci sono cresciuto, li comprava mio fratello, potrei fare una lista lunghissima.
Ora sebbene abbia passato da un po' l'età limite di 16 anni, quale età massima per leggere le nuvole con le parole, continuo a leggerli. L'unica differenza con qualche anno fa, è che sono io a comprarli e mio fratello quando può li legge.
Alcuni sono delle vere e proprie opere d'arte, basta leggere le quotazioni dei disegni di Pratt, altri un semplice passatempo (Jan Dix, Caravan...), altri ti fanno davvero sognare (Ken Parker, Mister No), altri ridere a crepapelle (Alan Ford).
Secondo me è un errore sostanziale considerare i fumetti cibo per puberi.

Quoto il tuo ultimo intervento, Zoe!
 

Sir

New member
Io però vedo un po' di confusione in giro sul come valutare i fumetti. :??
Non è che sono da adulti perchè "è bello ogni tanto tornare bambini" o "non si smette mai di essere bambini": così si presuppone comunque che siano proposti per l'infanzia, e credo che dovremmo superare questa distinzione bambini/adulti.

Io la vedo così... andando con ordine:

- i fumetti americani li conosco poco ma mi pare che abbiano scarso interesse artistico e narrativo, fatta salva qualche rara eccezione come Sandman di Neil Gaiman; in realtà vi sono dei buoni spunti ma è proprio l'impianto che, mi pare, non possa andare al di là di qualche ora di piacevole intrattenimento.

- i fumetti europei e italiani, praticamente tutti quelli che avete citato, li paragono ad una buona letteratura di consumo; romanzi d'avventura à la Verne, noir, thriller, e quant'altro. Li vedo diretti ad un pubblico giovanile o comunque a chi cerchi delle belle storie, il che non è per niente da disprezzare. Tutto questo in aggiunta alla qualità dei disegni, in certi casi ottima.

- per i fumetti giapponesi e orientali in genere bisogna entrare in un'ottica totalmente diversa. Nè l'autore nè il lettore pensano minimamente ad una distinzione adulto/giovane/bambino (vi sono altre suddivisioni, come shonen/shojo = maschile/femminile, per dirla banalmente), e i vari elementi si fondono in percentuali sempre diverse.
Possono capitare opere totalmente prive di elementi ironici, leggeri e infantili, che trattano per giunta temi "forti" come omosessualità e droghe (Lawful Drugstore delle CLAMP per dire uno dei tanti, o il recente e straordinario Death Note), così come possono capitare lavori divertenti, dedicati allo svago ma sempre con personaggi e vicende "adulte" e smaliziate (Ranma 1/2 e molti altri).
La caratteristica principale è proprio l'unione di tali elementi, tale da rendere inutile ogni classificazione; anche i fumetti all'apparenza più leggeri sono ricolmi di citazioni culturali alte e basse, e offrono più possibilità di lettura, a diverse profondità. E' questa stratificazione che, a parer mio, li distingue dal mero passatempo e li avvicina, chi più chi meno ovviamente, all'artisticità propriamente detta.
Qualche post addietro avevo tirato in ballo Miyazaki proprio a questo proposito, ritenendolo il migliore esempio di questa commistione perfettamente omogenea. Si prendano pure i più fiabeschi tra i suoi lavori, Il mio vicino Totoro, ad esempio; pur nello scenario a prima vista infantile emergeranno tematiche che ben pochi adulti riuscirebbero a cogliere a fondo, e vi si troverà sempre una drammaticità forte e vera, simile a quella delle grandi opere d'autore (letterarie, musicali, filmiche) di cui il fumetto occidentale, con la sua stilizzazione di generi e personaggi, è priva.
 

Brethil

Owl Member
Considero alcuni i fumetti (specialmente quelli orientali) alla pari dei libri, in fondo è soltanto il mezzo attraverso cui le storie vengono narrate a variare: nel primo caso le situazioni vengono descritte tramite l'uso delle parole, mentre nei fumetti le parole si riducono per dar spazio al disegno.
 

Mizar

Alfaheimr
- per i fumetti giapponesi e orientali in genere bisogna entrare in un'ottica totalmente diversa. Nè l'autore nè il lettore pensano minimamente ad una distinzione adulto/giovane/bambino (vi sono altre suddivisioni, come shonen/shojo = maschile/femminile, per dirla banalmente), e i vari elementi si fondono in percentuali sempre diverse.
Possono capitare opere totalmente prive di elementi ironici, leggeri e infantili, che trattano per giunta temi "forti" come omosessualità e droghe (Lawful Drugstore delle CLAMP per dire uno dei tanti, o il recente e straordinario Death Note), così come possono capitare lavori divertenti, dedicati allo svago ma sempre con personaggi e vicende "adulte" e smaliziate (Ranma 1/2 e molti altri).
La caratteristica principale è proprio l'unione di tali elementi, tale da rendere inutile ogni classificazione; anche i fumetti all'apparenza più leggeri sono ricolmi di citazioni culturali alte e basse, e offrono più possibilità di lettura, a diverse profondità. E' questa stratificazione che, a parer mio, li distingue dal mero passatempo e li avvicina, chi più chi meno ovviamente, all'artisticità propriamente detta.
Qualche post addietro avevo tirato in ballo Miyazaki proprio a questo proposito, ritenendolo il migliore esempio di questa commistione perfettamente omogenea. Si prendano pure i più fiabeschi tra i suoi lavori, Il mio vicino Totoro, ad esempio; pur nello scenario a prima vista infantile emergeranno tematiche che ben pochi adulti riuscirebbero a cogliere a fondo, e vi si troverà sempre una drammaticità forte e vera, simile a quella delle grandi opere d'autore (letterarie, musicali, filmiche) di cui il fumetto occidentale, con la sua stilizzazione di generi e personaggi, è priva.
Vero!
Concordo
 

Zoe

New member
Io però vedo un po' di confusione in giro sul come valutare i fumetti. :??
Non è che sono da adulti perchè "è bello ogni tanto tornare bambini" o "non si smette mai di essere bambini": così si presuppone comunque che siano proposti per l'infanzia, e credo che dovremmo superare questa distinzione bambini/adulti.
Infatti...:)

- i fumetti americani li conosco poco ma mi pare che abbiano scarso interesse artistico e narrativo, fatta salva qualche rara eccezione come Sandman di Neil Gaiman; in realtà vi sono dei buoni spunti ma è proprio l'impianto che, mi pare, non possa andare al di là di qualche ora di piacevole intrattenimento.

I fumetti americani, o meglio Made in USA non sono solo supereroi/mainstream. E anche in quest'ultimo ambito un pò di nomi da affiancare a Neil Gaiman non si fatica a trovarli (vale anche per i disegnatori). Non da ultimo, questa frase:

anche i fumetti all'apparenza più leggeri sono ricolmi di citazioni culturali alte e basse, e offrono più possibilità di lettura, a diverse profondità.

...trovo possa tranquillamente valicare i confini del Giappone. :)

- i fumetti europei e italiani, praticamente tutti quelli che avete citato, li paragono ad una buona letteratura di consumo; romanzi d'avventura à la Verne, noir, thriller, e quant'altro. Li vedo diretti ad un pubblico giovanile o comunque a chi cerchi delle belle storie, il che non è per niente da disprezzare. Tutto questo in aggiunta alla qualità dei disegni, in certi casi ottima.
Si sta parlando di Bonelli/Bonellidi credo. In questo caso sì, la tua analisi è condivisibile (aggiungerei solo che la qualità di certi disegnatori è più che ottima). Ma anche quì, la produzione italiana ed europea fortunatamente non si esaurisce solo con i Bonelli. Ci sono i Bilal, i Mattotti, i Toppi, i Moebius, i Pratt ecc... :)

- per i fumetti giapponesi e orientali in genere bisogna entrare in un'ottica totalmente diversa. Nè l'autore nè il lettore pensano minimamente ad una distinzione adulto/giovane/bambino (vi sono altre suddivisioni, come shonen/shojo = maschile/femminile, per dirla banalmente), e i vari elementi si fondono in percentuali sempre diverse.

Beh in realtà i giapponesi sono molto più specifici con le suddivisioni e se è vero che alcuni autori sono grandi proprio per le caratteristiche che hai spiegato successivamente, la "settorialità" esiste eccome, come esistono vagonate di manga volti al puro intrattenimento e a target precisi, esattamente come se ne trovano tra i fumetti occidentali.
Poi beh, sta tutto nelle capacità artistiche di chi crea (che sia italiano, giapponese o americano), e ovviamente esistono delle differenze di approccio che sono espressione delle diversità culturali tra oriente ed occidente, tuttavia io che pure amo molto il cinema orientale (quindi sono più che affine), nell'ambito fumettistico non ho ancora trovato quella soddisfazione piena capace di spostarmi l'ago della bilancia (proprio perchè la stratificazione la trovo da entrambe le parti), anzi a dirla tutta con gli anni sono diventata anche terribilmente selettiva nella scelta dei mangaka da seguire...
 

Sir

New member
Infatti...:)



I fumetti americani, o meglio Made in USA non sono solo supereroi/mainstream. E anche in quest'ultimo ambito un pò di nomi da affiancare a Neil Gaiman non si fatica a trovarli (vale anche per i disegnatori).

Accolgo con piacere questa obiezione, come ho specificato non conosco abbastanza i fumetti americani da poter dare un giudizio completo; ho solo proposto un cenno generale per introdurre la mia riflessione sui manga, sui quali ho qualche conoscenza in più. :wink:

Beh in realtà i giapponesi sono molto più specifici con le suddivisioni e se è vero che alcuni autori sono grandi proprio per le caratteristiche che hai spiegato successivamente, la "settorialità" esiste eccome, come esistono vagonate di manga volti al puro intrattenimento e a target precisi, esattamente come se ne trovano tra i fumetti occidentali.

Certamente, difatti ho accennato a questo aspetto.
Ma è una "settorialità" che, per la stessa cultura giapponese, è tutta diversa dalla nostra che si riduce spesso, come abbiamo visto, a distinzioni adulto/bambino, serio/ironico, e via dicendo.
 

SaraMichelle

♥ 8 dicembre 2010 ♥
Sinceramente il fumetto non mi attira... non mi dà alcuna emozione...non si viene a creare quell'atmosfera e quel coinvolgimento che invece nascono leggendo un libro VERO... Questa è la mia sensazione...
 
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