risus
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Un luogo magico, immerso nella natura e lontano dalla civiltà.
Ci vivono, isolati da tutto e tutti, un vecchio monaco ed un monaco bambino.
Il Vecchio Maestro insegna il senso della vita al giovane che intanto cresce... e apprende... conoscerà il sesso e l'amore (in tutte le sue sfumature, anche le più tragiche), diventerà uomo e prenderà decisioni drastiche, calpesterà nuovamente i sentieri già percorsi con una nuova maturità... il cerchio si chiuderà e il cammino ricomincerà da dove si era partiti...come la vita insegna...
Una deliziosa parabola zen.
Un film delicato e molto profondo. Lento sì, ma che non stanca mai, anche se i dialoghi sono ridotti ai minimi termini!!!! un film fatto di gesti, di sguardi... una magia, una magia...
La vita scorre e segue il ritmo delle stagioni... e si ripete proprio come le stagioni si ripetono... è poesia...
Nascita e morte in Primavera, amore e ossessione in Estate, ira e sofferenza in Autunno, vuoto e pace in Inverno... le stagioni che si fanno Persona e sembrano sprigionare sentimenti... sentimenti che emorgono da una fotografia eterna, intensa, magnifica. Il paesaggio che cambia aspetto, colori, suoni, vitalità... basta questo per rimanere incantati davanti allo schermo.
E poi c'è l'Uomo che vive le sue stagioni, il monaco anziano che osserva la vita, il discepolo che sperimenta la vita... vita che si svolge in un eremo in mezzo ad un lago, immersi nella natura, lontano da tutti ma aperti al mondo attraverso una porta :wink:
... e tante tante altre suggestioni che ognuno potrà percepire guardando questo film, difficili da spiegare e che forse è meglio lasciare dentro, inespresse...
Da notare la recitazione del regista stesso nella parte finale del film, forse per dare ancora più spessore a quelle note autobiografiche su cui si basa tutta la produzione di Kim Ki-Duk, quasi un'autobiografia attraverso la cinepresa e, come lui stesso ha detto, un processo per mutare in comprensione le proprie incomprensioni.
Mi piacerebbe chiudere con le parole del regista stesso che commenta così il suo film:
Intendo illustrare la gioia, l'ira, il dolore e il piacere delle nostre vite attraverso le quattro stagioni e attraverso la vita di un monaco che vive in un tempio circondato solo dalla natura, sul lago Jusan.
Le cinque storie del Monaco bambino, Monaco ragazzo, Monaco adulto e Monaco anziano coesisteranno con le immagini di ogni stagione.
Le qualità mutanti negli esseri viventi, il significato della maturità nelle nostre vite che si formano e si sviluppano, la crudeltà dell'innocenza, l'ossessione dei desideri, il dolore nelle intenzioni delittuose e l'emancipazione nelle lotte.
Kim Ki-Duk
Ci vivono, isolati da tutto e tutti, un vecchio monaco ed un monaco bambino.
Il Vecchio Maestro insegna il senso della vita al giovane che intanto cresce... e apprende... conoscerà il sesso e l'amore (in tutte le sue sfumature, anche le più tragiche), diventerà uomo e prenderà decisioni drastiche, calpesterà nuovamente i sentieri già percorsi con una nuova maturità... il cerchio si chiuderà e il cammino ricomincerà da dove si era partiti...come la vita insegna...
Una deliziosa parabola zen.
Un film delicato e molto profondo. Lento sì, ma che non stanca mai, anche se i dialoghi sono ridotti ai minimi termini!!!! un film fatto di gesti, di sguardi... una magia, una magia...
La vita scorre e segue il ritmo delle stagioni... e si ripete proprio come le stagioni si ripetono... è poesia...
Nascita e morte in Primavera, amore e ossessione in Estate, ira e sofferenza in Autunno, vuoto e pace in Inverno... le stagioni che si fanno Persona e sembrano sprigionare sentimenti... sentimenti che emorgono da una fotografia eterna, intensa, magnifica. Il paesaggio che cambia aspetto, colori, suoni, vitalità... basta questo per rimanere incantati davanti allo schermo.
E poi c'è l'Uomo che vive le sue stagioni, il monaco anziano che osserva la vita, il discepolo che sperimenta la vita... vita che si svolge in un eremo in mezzo ad un lago, immersi nella natura, lontano da tutti ma aperti al mondo attraverso una porta :wink:
... e tante tante altre suggestioni che ognuno potrà percepire guardando questo film, difficili da spiegare e che forse è meglio lasciare dentro, inespresse...
Da notare la recitazione del regista stesso nella parte finale del film, forse per dare ancora più spessore a quelle note autobiografiche su cui si basa tutta la produzione di Kim Ki-Duk, quasi un'autobiografia attraverso la cinepresa e, come lui stesso ha detto, un processo per mutare in comprensione le proprie incomprensioni.
Mi piacerebbe chiudere con le parole del regista stesso che commenta così il suo film:
Intendo illustrare la gioia, l'ira, il dolore e il piacere delle nostre vite attraverso le quattro stagioni e attraverso la vita di un monaco che vive in un tempio circondato solo dalla natura, sul lago Jusan.
Le cinque storie del Monaco bambino, Monaco ragazzo, Monaco adulto e Monaco anziano coesisteranno con le immagini di ogni stagione.
Le qualità mutanti negli esseri viventi, il significato della maturità nelle nostre vite che si formano e si sviluppano, la crudeltà dell'innocenza, l'ossessione dei desideri, il dolore nelle intenzioni delittuose e l'emancipazione nelle lotte.
Kim Ki-Duk