La Bellezza dell'aver coraggio di fallire

SALLY

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Sentivo al telegiornale la storia di un ragazzo laureato e dottore di ricerca che aveva tentato la carriera universitaria ma gli avevano chiuso le porte in faccia perché non aveva raccomandazioni e si è suicidato. Il padre davanti ai microfoni sperava che quanto era capitato al figlio fosse di stimolo per una riforma dell'università. A me invece ha fatto una gran rabbia che quel genitore non si consideri un fallito per non aver insegnato al figlio a rialzarsi davanti alle sconfitte. Non gli ha insegnato che nella vita ci si rimbocca le maniche e si tenta un'altra strada, che può renderci felici lo stesso. A questo ragazzo non era stato insegnato a perdere, a rimettersi in piedi perché per ogni sconfitta c'è anche una vittoria. Non esistono vite tutte negative o vite tutte positive. Ma bisogna avere la forza di vedere quanto c'è di buono, perché se non si hanno gli occhi per vederlo, davanti c'è solo il burrone. L'università non è l'unico posto dove contano le raccomandazioni e questo è indubbiamente sbagliato, e mi auguro anche che questo non sia stato il vero o comunque l'unico motivo del suicidio. E' la lotta a darci la forza per andare avanti. Gettare la spugna per una sola sconfitta non è un esempio da seguire, ma un fallimento da evitare.

Quoto ogni singola parola! :ad:
 

Marika26

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Sentivo al telegiornale la storia di un ragazzo laureato e dottore di ricerca che aveva tentato la carriera universitaria ma gli avevano chiuso le porte in faccia perché non aveva raccomandazioni e si è suicidato. Il padre davanti ai microfoni sperava che quanto era capitato al figlio fosse di stimolo per una riforma dell'università. A me invece ha fatto una gran rabbia che quel genitore non si consideri un fallito per non aver insegnato al figlio a rialzarsi davanti alle sconfitte. Non gli ha insegnato che nella vita ci si rimbocca le maniche e si tenta un'altra strada, che può renderci felici lo stesso. A questo ragazzo non era stato insegnato a perdere, a rimettersi in piedi perché per ogni sconfitta c'è anche una vittoria. Non esistono vite tutte negative o vite tutte positive. Ma bisogna avere la forza di vedere quanto c'è di buono, perché se non si hanno gli occhi per vederlo, davanti c'è solo il burrone. L'università non è l'unico posto dove contano le raccomandazioni e questo è indubbiamente sbagliato, e mi auguro anche che questo non sia stato il vero o comunque l'unico motivo del suicidio. E' la lotta a darci la forza per andare avanti. Gettare la spugna per una sola sconfitta non è un esempio da seguire, ma un fallimento da evitare.
Concordo in pieno!
è come quando, di fronte ad un brutto voto a scuola dei figli, i genitori non attribuiscono la colpa al figlio, ma all'insegnante...Anche questo significa non sapere insegnare ai figli a fallire per poi rialzarsi!
 
Sentivo al telegiornale la storia di un ragazzo laureato e dottore di ricerca che aveva tentato la carriera universitaria ma gli avevano chiuso le porte in faccia perché non aveva raccomandazioni e si è suicidato. Il padre davanti ai microfoni sperava che quanto era capitato al figlio fosse di stimolo per una riforma dell'università. A me invece ha fatto una gran rabbia che quel genitore non si consideri un fallito per non aver insegnato al figlio a rialzarsi davanti alle sconfitte. Non gli ha insegnato che nella vita ci si rimbocca le maniche e si tenta un'altra strada, che può renderci felici lo stesso. A questo ragazzo non era stato insegnato a perdere, a rimettersi in piedi perché per ogni sconfitta c'è anche una vittoria. Non esistono vite tutte negative o vite tutte positive. Ma bisogna avere la forza di vedere quanto c'è di buono, perché se non si hanno gli occhi per vederlo, davanti c'è solo il burrone. L'università non è l'unico posto dove contano le raccomandazioni e questo è indubbiamente sbagliato, e mi auguro anche che questo non sia stato il vero o comunque l'unico motivo del suicidio. E' la lotta a darci la forza per andare avanti. Gettare la spugna per una sola sconfitta non è un esempio da seguire, ma un fallimento da evitare.


Chi ha conosciuto o conosce l'università....non è che abbia qualche stupore innanzi a questa storia(pur nell'epilogo drammatico, che amareggia)
T.
 

Marika26

New member
Chi ha conosciuto o conosce l'università....non è che abbia qualche stupore innanzi a questa storia(pur nell'epilogo drammatico, che amareggia)
T.

Si..infatti lo stupore non consiste in quella che è una pratica largamente diffusa(purtroppo!!!) negli ambienti universitari..ma, come dice Mame, si rimane stupefatti per il fatto che non si educati a perdere!
La stessa cosa succede a scuola..quando si prende un brutto voto si è soliti attribuire la colpa agli insegnanti e non a se stessi!
 
Certo.Ma io ho conosciuto e conosco in quell'ambiente molta gente "educata a vincere" dalla nascita...per cosi' dire.
Non dico che bisogna tornare alla pagine di Marx..ma nemmeno che la disualità di tali cose possa sempre essere accettata e giustificata con una (giusta ,per carità)educazione alla "sconfitta".
traduco:quel ragazzo ha fatto una cosa drammatica ed errata,ma le motivazioni son TANTE,e poi...perchè doveva "perdere" lui???
mi piacerebbe tanto veder ogni tanto "perdere" qualche figlio di ordinario.....quelli non finiscono mai a fare gli operai..come mai?
T.
 

Marika26

New member
Certo.Ma io ho conosciuto e conosco in quell'ambiente molta gente "educata a vincere" dalla nascita...per cosi' dire.
Non dico che bisogna tornare alla pagine di Marx..ma nemmeno che la disualità di tali cose possa sempre essere accettata e giustificata con una (giusta ,per carità)educazione alla "sconfitta".
traduco:quel ragazzo ha fatto una cosa drammatica ed errata,ma le motivazioni son TANTE,e poi...perchè doveva "perdere" lui???
mi piacerebbe tanto veder ogni tanto "perdere" qualche figlio di ordinario.....quelli non finiscono mai a fare gli operai..come mai?
T.
Verissimo..hai perfettamente ragione!
Tutto ciò è uno schifo e non dà la possibilità a chi merita veramente e ha passione per lo studio di arrivare a fare ciò che vuole!
Pensa che anch'io avrei voluto fare ricerca..però, purtroppo, non sono figlia di un ordinario!
 
M

maredentro78

Guest
L'ho sentita qualche tempo fa in un telefilm:
"Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione".
E' capitata proprio in un momento della mia vita in cui avevo bisogno di capire se stessi facendo la scelta giusta. Credo che la scelta giusta sia sempre quella che ti permette alla fine di dormire la notte perché sei rimasto fedele a te stesso e ai tuoi valori e hai conservato la tua dignità, e se le cose vanno male puoi sempre dire: "Comunque ci ho provato".

Be', è ovvio che tutto quanto sopra vale solo per i "buoni".....

L'ho sentita anch'io quale telefilm,non ricordo.Bella frase!
L'importanza di saper perdere e fallire,penso sia fondamentale per andare avanti,magari con pù convinzione.
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Più che la bellezza dell'avere il coraggio di fallire, direi la bellezza dell'aver coraggio - e basta. Non si ha mai interamente il coraggio di soccombere del tutto, nessuno è realmente così valoroso da avventarsi contro il certo declino, l'autentica sicura disfatta: non ci si batte e lotta e non si accetta l'alea della sconfitta se non vi fosse costante la promessa, il prospetto o l'alito di una illusione trionfale. Perché la speranza persiste in ogni caso e fino alla fine, nel perpetuo conflitto probabilistico mai fissato e sempre cangiante: siamo coraggiosi di fronte al fallimento solo perché esiste la possibilità - la probabilità - della vittoria. In fondo la vita non è che l'esplorazione indefessa di questo scarto tra il possibile e il fattuale, mai identico in sé, eternamente mutevole, beffardamente persino, o comicamente. Combattiamo quanto è, perché quanto potrebbe essere, quanto noi abbiamo immaginato, desiderato, voluto, possa instaurarsi: e di questo ci facciamo carico in attesa che la moneta si posi e decida le sorti, non inclini, nel caso sfavorevole, alla rassegnazione. Il coraggio del pericolo: di perdere, oppure di vincere.

Persino nell'ipotesi estrema del suicidio v'è lo stesso conflitto dei moti, non fosse che vincere e perdere si condensano in comunione: diventano la stessa cosa. D'altra parte anche lo logica cede il passo in materia fornendoci, come nei suoi casi migliori, uno splendido paradosso: se provo a fallire e riesco, cosa ho fatto? E' il caso del suicida, il quale, suicidandosi appunto, trionfando fallisce e fallendo trionfa.
 

skitty

Cat Member
Wow, molto bello questo pensiero D. :)
Condivido: si ha il coraggio di buttarsi e poter anche dover accettare il fallimento, ma se ci si butta si è spinti dalla voglia di raggiungere l'obiettivo. Se si sapesse già di fallire, sarebbero forse rarissimi i casi in cui una persona tenterebbe ugualmente l'impresa... forse nel caso in cui ravvisasse comunque altri vantaggi derivanti da una data azione, a prescindere dall'obiettivo finale...
 
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