La letteratura è di parte!!!

Lighea

New member
Secondo me la letteratura è un pò come la politica: o stai con Dante o con Petrarca...O Gadda o Calvino...Questo non significa non riconoscere il valore della parte opposta, ma oggettivamente come si fa ad amare allo stesso modo Pessoa e Zola??
Voi che ne pensate?? sono radicalmente una fazionsa o c'è del vero in quello che dico? E perchè?
 

Nikki

New member
oh beh, io dopo QUASI (prego i gentili utenti di soffermarsi sul dettaglio del "quasi", e' fondamentale per il proseguimento del ragionamento) tre decenni, non ho ancora capito cosa realmente significhino sinistra e destra. Con questa premessa e' veramente difficile schierarsi da qualche parte. Voglio dire che, cio' che dici puo' anche essere vero, ma dovremmo avere dei manifesti chiarissimi che distinguono nettamente un pensiero dall'altro... per capire dove andare a parare, insomma. Cio' non avviene in politica e quindi mi sembra improbabile auspicarlo per la letteratura, forse per definizione trasversale e ambigua. Non so, io vedo la letteratura e la cultura piu' come un mosaico, piuttosto che come uno schieramento netto, o di qui o di la'.
 

Mizar

Alfaheimr
Secondo me la letteratura è un pò come la politica: o stai con Dante o con Petrarca...O Gadda o Calvino...Questo non significa non riconoscere il valore della parte opposta, ma oggettivamente come si fa ad amare allo stesso modo Pessoa e Zola??
Voi che ne pensate?? sono radicalmente una fazionsa o c'è del vero in quello che dico? E perchè?
Io stravedo per Dante e Petrarca; apprezzo molto Gadda e ho una considerazione tutto sommato buona di Calvino.
Sono di destra ed amo Brecht, Orwell, alcuni Francofortini [scusate, se pensate siano pochi: è che, tra i grandi, non ce ne son poi molti :mrgreen:].

Insomma, non riesco a delineare il problema. Senza contare che non capisco proprio come si possa stare aut con Dante aut con Petrarca :?


io dopo QUASI
Schiatto
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Lighea

New member
oh beh, io dopo QUASI (prego i gentili utenti di soffermarsi sul dettaglio del "quasi", e' fondamentale per il proseguimento del ragionamento) tre decenni, non ho ancora capito cosa realmente significhino sinistra e destra. Con questa premessa e' veramente difficile schierarsi da qualche parte. Voglio dire che, cio' che dici puo' anche essere vero, ma dovremmo avere dei manifesti chiarissimi che distinguono nettamente un pensiero dall'altro... per capire dove andare a parare, insomma. Cio' non avviene in politica e quindi mi sembra improbabile auspicarlo per la letteratura, forse per definizione trasversale e ambigua. Non so, io vedo la letteratura e la cultura piu' come un mosaico, piuttosto che come uno schieramento netto, o di qui o di la'.

Non volevo dire che c'è una letteratura di destra e una di sinistra..Ma che ci sono tradizioni letterarie profondamente diverse fra loro, percorsi che spesso sono bipartiti: plurilinguismo VS uniformità linguistica, pluristilismo VS classicismo, polifoniaVS racconto del narratore onniscente. Tutto qui. Questo, ovviamente non significa che chi apprezzi dante non possa godersi Petrarca ( io stessa leggo e apprezzo Petrarca anche se Dante..beh regna sovrano), ma che è, secondo, me quasi impossibile non aderire ad un tipo di corrente. Questo, comunque, è il mio pensiero, non la verità
 

Apart

New member
Secondo me la letteratura è un pò come la politica: o stai con Dante o con Petrarca...O Gadda o Calvino...Questo non significa non riconoscere il valore della parte opposta, ma oggettivamente come si fa ad amare allo stesso modo Pessoa e Zola??
Voi che ne pensate?? sono radicalmente una fazionsa o c'è del vero in quello che dico? E perchè?


C'è chi si accontenta di una "parte", c'è chi invece ha da ricavare sempre qualcosa da ogni opera letteraria, anche da quelle che sembrano più distanti l'una dall'altra. Ogni opera letteraria non è forse espressione dell'umano? E noi dall'umano ci accontentiamo soltanto di una "parte", o cerchiamo di ricavarne i diversi lati? Insomma, quello che voglio dire è che per me non è appagante rimanere fedeli soltanto ad una parte di letteratura. :wink:
 

Lighea

New member
C'è chi si accontenta di una "parte", c'è chi invece ha da ricavare sempre qualcosa da ogni opera letteraria, :wink:

Mi chiedo perchè spesso non sia possibile fra persone che leggono riuscire ad evitare giiudizi e considerazioni da maestrine...La tua risposta è chiaramente un giudizio dato con un lampante atteggiamento di superiorità che non sono disposta a tollerare..Ovviamente non mi aspetto l'onestà intellettuale di un mea culpa, ma una risposta aggressiva e saccente..certa gente legge per piacere di farlo altre per coccolare il proprio ego
 

SALLY

New member
Lighea....scusa se m'intrometto,credo molto difficile che apart abbia voluto offendere o giudicare ,inoltre ti ha messo anche l'emotion con l'occhiolino......
Personalmente credo che ogniuno di noi ha le proprie preferenze,che comunque non impediscono di leggere di tutto,e che variano col tempo,come evolviamo noi,così le nostre letture.
Si legge per sapere,per curiosità,per "coccolare il nostro ego",come hai detto tu,e per sfamare il nostro spirito....è quasi impossibile essere "di parte".
....è un grande bazar,si guarda tutto :mrgreen:
 

Apart

New member
Mi chiedo perch� spesso non sia possibile fra persone che leggono riuscire ad evitare giiudizi e considerazioni da maestrine...La tua risposta � chiaramente un giudizio dato con un lampante atteggiamento di superiorit� che non sono disposta a tollerare..Ovviamente non mi aspetto l'onest� intellettuale di un mea culpa, ma una risposta aggressiva e saccente..certa gente legge per piacere di farlo altre per coccolare il proprio ego

Non ti ho giudicata. Ti ho soltanto suggerito un atteggiamento diverso: quello di chi pensa che da ogni opera letteraria, anche da quelle apparentemente più distanti fra loro, si può ricavare qualcosa. Sarebbe un vero peccato se scegliessi Zola, e tralasciassi Pessoa, o viceversa, non trovi? Non si tratta di coccolare il proprio ego: si tratta di non dare nulla per scontato. Mi spiace che tu abbia pensato questo.
 

Apart

New member
Mi sono accorto però di non aver toccato il punto centrale della questione. Tu hai chiesto come si possa amare due opere letterarie così distanti fra loro: forse perchè entrambe esprimono, anche se in modo diverso, qualcosa di simile, che le accomuna, e che fa si che io le ami?
 

Brethil

Owl Member
Personalmente mi sono accorta di essere una lettrice onnivora, nel senso che appena credo di aver trovato un punto fermo nelle mie scelte a livello di letture, ecco che mi imbatto in qualcosa che mi fa apprezzare ciò che fino ad un momento prima magari mi piaceva poco.

Un esempio: non ho mai sopportato tutto ciò che è scritto in versi ma ecco che la lettura de Il Paradiso Perduto mi fa riconsiderare il tutto. Quindi non credo di aderire ad una corrente in particolare...e mi piace così :mrgreen:
 

lillo

Remember
A mio parere, non si può fare con la letteratura quello che si fa con la politica o con il calcio.... o qualsiasi altro sport (tanto sono tutti uguali).... L'opera d'arte è tale se riesce a suscitare emozioni, se quello che leggi riesce a farti riflettere, sognare, se insomma sollecita l'intelletto e lo spirito. Ecco che allora non trovo corretto dire se amo Dante non posso amare Petrarca:ad:, se amo T. Mann, non amo Hesse. Io adoro le opere di Mishima, ma non sopporto il suo essere politico; l'opera (come qualcuno ha già detto in questo forum) si distacca dal suo autore, per avere vita propria.
Insomma non si può trasformare la letteratura in una sorta di guerra tra guelfi e ghibellini.... queste cose lasciamole alla politica ed allo sport.
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Insomma, non riesco a delineare il problema. Senza contare che non capisco proprio come si possa stare aut con Dante aut con Petrarca :?

Esatto Miz. Probabilmente tutto si muove in funzione di cosa il lettore intenda cercare (e presuma di trovare) in letteratura. Come al solito, è una questione di priorità, di sguardi lanciati secondo dettami diversi da ognuno ad ognuno; mai mi verrebbe in mente di schierarmi alla fazione pro-Dante anziché a quella pro-Petrarca: non è interesse prevalente. Stima, ammirazione e rispetto per l'autore nella sua persona, non hanno, almeno per quanto mi riguarda, necessario riflesso nella sua opera; non sono grandezze omogenee, per così dire, dunque diverso sarà il metro utilizzato per il giudizio. Né può darsi il caso di valutazione secondo confronto, ché ogni autore, proprio perché lui e unico, non può (o non dovrebbe) essere apprezzato o meno attraverso la comparazione ad altri, dacché ciascuno è creatore di certa ed inimitabile arte. Bellezza esplode ovunque, nei testi di Dante e di Petrarca. La misura della mia preferenza consiste nel talento letterario, nel loro adoperare magistralmente i ferri del mestiere; che siano ottimi letterati, e creino di conseguenza opere belle. Tutto il resto, per palati diversi, può anche essere plausibile: ma siamo inevitabilmente fuori dai regni dell'arte.

Dovremo creare un piccolo circolino dei parnassiani, prima o poi. :mrgreen:

alcuni Francofortini [scusate, se pensate siano pochi: è che, tra i grandi, non ce ne son poi molti.

Proprio non ti scende che fosse un marxista, eh? :mrgreen:
 

Lighea

New member
Mi sono accorto però di non aver toccato il punto centrale della questione. Tu hai chiesto come si possa amare due opere letterarie così distanti fra loro: forse perchè entrambe esprimono, anche se in modo diverso, qualcosa di simile, che le accomuna, e che fa si che io le ami?

Mi fa piacere essere stata smentita dalla tua risposta garbata. Quanto alla mia riflessione: ho premesso fin dall'inizio che quello che stavo dicendo non significa non leggere e apprezzare opere fra loro distanti anni luce o leggere starversalmente ed essere curiosi verso le cose più disparate, ma che a giudizio mio ( e non solo) nella letteratura si possono riscontrare spesso percorsi che si biforcano, verie e proprie tradizioni antitetiche ( RIPETO: QUESTO NON SIGNIFICA CHUIDERSI VERSO NOVITA' E NON APPREZZARLE!!!), tradizioni che risalgono agli albori della nostra storia culturale: Aristotele e Platone segnano oggettivamente i due principali percorsi di pensiero che influenzeranno tutto l'occidente e la culla della letteratura volgare, quella della langue d'oc e langue d'oil vede anche lì il bifidismo fra classicismo e innovazione, alternanza di punti di vista nella narrazione e punto unico. Insomma, mi chiedo: nel momemento in cui ad esempio una persona scrive ( romanzi e poesie) come fa santa pazienza, per quanto ibridismo e sincretismo possa avere, a rimanere completamente fuori da questi solchi letterari?
 

Apart

New member
Mi fa piacere essere stata smentita dalla tua risposta garbata. Quanto alla mia riflessione: ho premesso fin dall'inizio che quello che stavo dicendo non significa non leggere e apprezzare opere fra loro distanti anni luce o leggere starversalmente ed essere curiosi verso le cose più disparate, ma che a giudizio mio ( e non solo) nella letteratura si possono riscontrare spesso percorsi che si biforcano, verie e proprie tradizioni antitetiche ( RIPETO: QUESTO NON SIGNIFICA CHUIDERSI VERSO NOVITA' E NON APPREZZARLE!!!), tradizioni che risalgono agli albori della nostra storia culturale: Aristotele e Platone segnano oggettivamente i due principali percorsi di pensiero che influenzeranno tutto l'occidente e la culla della letteratura volgare, quella della langue d'oc e langue d'oil vede anche lì il bifidismo fra classicismo e innovazione, alternanza di punti di vista nella narrazione e punto unico. Insomma, mi chiedo: nel momemento in cui ad esempio una persona scrive ( romanzi e poesie) come fa santa pazienza, per quanto ibridismo e sincretismo possa avere, a rimanere completamente fuori da questi solchi letterari?

C'è stato un fraintendimento: io non avevo risposto alla tua domanda iniziale; tu invece hai pensato che ti stessi dando un giudizio negativo. Mettiamola così. :wink:
Ora però stai ponendo un'altra domanda, un po' diversa da quella che ha aperto il thread. Rimanere completamente fuori dai solchi letterari, quando uno scrive, mi sembra cosa impossibile. Senza contare, poi, che ogni opera letteraria è espressione del suo tempo. Anche se è vero che ci sono quelle che riescono anche ad attraversarlo.
 

El_tipo

Surrealistic member
Secondo me la letteratura è un pò come la politica: o stai con Dante o con Petrarca...O Gadda o Calvino...Questo non significa non riconoscere il valore della parte opposta, ma oggettivamente come si fa ad amare allo stesso modo Pessoa e Zola??
Voi che ne pensate?? sono radicalmente una fazionsa o c'è del vero in quello che dico? E perchè?

ciao marzullissima del nostro forum, se posso permettermi di dare un giudizio SEI RADICALMENTE UNA FAZINOSA!:wink:

scherzo ovviamente, certo ci si può innamorare di una corrente letteraria piuttosto che di un'altra, e nell'ambito della stessa corrente di questo o di quell'altro autore...ma non credo che parlando di poesia ci siano degli opposti, forse neanche in politica, siamo più noi che li vogliamo trovare (conosci "canzonenoznac"di vecchioni?)

anche parlando di "solchi letterari", il concetto rimane lo stesso. Ci possono essere delle diversità che una persona può accettare completamente o in parte, ma non degli opposti. Io ritengo che a volte siano anche le fasi della vita o i percorsi personali ad avvicinarci ad un autore, senza perdere di coerenza. (da ragazzini è più facile avvicinarsi alla letteratura epica/fantasy, da adulti magari ci si può avvicinare anche alla saggistica)

PS: gadda è veramente uno degli scrittori più noiosi e anodini che abbia mai letto :D
 
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Lighea

New member
ciao marzullissima del nostro forum, se posso permettermi di dare un giudizio SEI RADICALMENTE UNA FAZINOSA!:wink:

scherzo ovviamente, certo ci si può innamorare di una corrente letteraria piuttosto che di un'altra, e nell'ambito della stessa corrente di questo o di quell'altro autore...ma non credo che parlando di poesia ci siano degli opposti, forse neanche in politica, siamo più noi che li vogliamo trovare (conosci "canzonenoznac"di vecchioni?)

PS: gadda è veramente uno degli scrittori più noiosi e anodini che abbia mai letto :D

Che io sia radicalmente faziosa non ho alcun dubbio!!!
Quanto a Gadda: sicuramente è importante nella storia della nostra letteratura per il pastiche linguistico e altre tecniche narrative, ma uno che per dire "compleanno" scrive "geneatliaco" ha seri problemi mentali!!!
 

Dory

Reef Member
Credo che forse sia più facile una distinzione netta nelle arti visive e nella musica che in letteratura.
Ad esempio potrebbe essere difficile che chi ama la musica classica possa amare allo stesso modo altri generi musicali, lo stesso per chi ama Caravaggio piuttosto che Marinetti.
 

Dory

Reef Member
Che io sia radicalmente faziosa non ho alcun dubbio!!!
Quanto a Gadda: sicuramente è importante nella storia della nostra letteratura per il pastiche linguistico e altre tecniche narrative, ma uno che per dire "compleanno" scrive "geneatliaco" ha seri problemi mentali!!!

:mrgreen::mrgreen:
Forse all'epoca di Gadda non era così strano scrivere genetliaco al posto di compleanno, in fondo erano gli anni 60-70 più o meno, o no?
A me viene un po' da ridere quando leggo o sento dire nosocomio.. :mrgreen:
 

Lighea

New member
Credo che forse sia più facile una distinzione netta nelle arti visive e nella musica che in letteratura.
Ad esempio potrebbe essere difficile che chi ama la musica classica possa amare allo stesso modo altri generi musicali, lo stesso per chi ama Caravaggio piuttosto che Marinetti.

Certamente! E distinzioni si possono fare anche all'interno di uno stesso genere: difficilmente si propende allo stesso modo per compositori diametralmente opposti come Berg e Cajkovskij
 
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