ad esempio di Uomini e Topi di Steinbeck ricordo questo stupendo dialogo:
La voce di George si fece più cupa. Ripeteva le parole, cadenzate, come le avesse pronunciate tante volte. “Gente come noi, che lavora nei ranches, è la gente più abbandonata del mondo. Non hanno famiglia. Non sono di nessun paese. Arrivano nel ranch e raccolgono una paga, poi vanno in città e gettano via la paga, e l'indomani sono già in cammino alla ricerca di lavoro e d'un altro ranch. Non hanno niente da pensare per l'indomani.”
Lennie era felice. “È così, è così. E adesso dimmi com'è per noi.”
George riprese. “Per noi è diverso. Noi abbiamo un avvenire. Noi abbiamo qualcuno a cui parlare, a cui importa qualcosa di noi. Non ci tocca di sederci all'osteria e gettar via i nostri soldi, solamente perché non c'è un altro posto dove andare. Ma se quegli altri li mettono in prigione, possono crepare perché a nessuno gliene importa. Noi invece è diverso.”
Lennie interruppe: "Noi invece è diverso! E perché? Perché... perché ci sei tu che pensi a me e ci sono io che penso a te, ecco perché."
Rise beato. “Va’ avanti, George.”
“Lo sai a memoria. Puoi dirlo da te.”
“No, tu. Hai dimenticato qualcosa. Dimmi come sarà un giorno.”
“Va bene. Un giorno… Avremo messo insieme i soldi e ci sarà una casetta con un pezzo di terreno e una mucca e i maiali e…”
“E vivremo del grasso della terra,” urlò Lennie. “E avremo i conigli. Va’ avanti, George! Di’ quel che avremo nell’orto e i conigli nelle gabbie e la pioggia d’inverno e la stufa; di’ come sarà spessa la panna sul latte che non la potremo tagliare. Di’ tutto questo, George.”