The wife - spoiler
Il film inizia con una scena che sembra mostrare un rapporto quasi idilliaco tra i due coniugi protagonisti, tanto che lo spettatore dice "Però, che coppia invidiabile, dopo tanti anni di matrimonio!" E' in questo momento che Mr Castleman riceve l'annuncio della sua vittoria al Nobel. Ed è qui che un primo piano mostra la faccia straordinariamente espressiva di Glenn Close che, nel bel mezzo dell'esultanza, si incrina in un principio quasi impercettibile di smorfia atterrita, che dà il via a un'escalation di risentimento prima interiore - da sempre covato - e poi (finalmente!) esteriore. Ma cosa ha più forza, la tristezza e lo squallore di un inganno che dura tutta una vita - non solo, che determina il decorso di più vite, considerando che ci sono anche i figli di mezzo! - o un amore infinito che comunque, pur distorto, esiste?
Questo sembra essere il dubbio che rimane dopo la visione o che, perlomeno, è rimasto a me: dubbio che potrebbe trovare la sua soluzione nel titolo e nel ruolo di moglie della Close che, quando la coppia sembrava ormai sgretolata per sempre, torna vivo di fronte alla gravità dei fatti (spoiler ne ho fatto tanti, so che quello che ho scritto non si capisce ma non voglio esagerare). A ciascuno la sua interpretazione.
Sono contenta che il regista abbia lasciato a questa incredibile, straordinaria "wife" una possibilità di riscatto, e quel foglio bianco che illumina una delle ultime inquadrature racconta benissimo tutto il film.
L'ho apprezzato davvero parecchio, mi è sembrata una chiara rappresentazione delle sfaccettature dell'essere umano, della capacità di amare e odiare contemporaneamente, della confusione mentale che esplode nei momenti in cui un evento esterno importante fa capolino nella vita delle persone. E il fatto che si parli di lettura e scrittura me lo ha fatto apprezzare ancora di più, me lo ha fatto sentire molto mio. (Mi rendo conto del fatto che questo commento è molto confuso ma ho scritto di getto e mi è servito per sbloccarmi, da un po' non riesco a scrivere nulla né qui né altrove)