Urca se siete veloci!
(Sorry per l'OT)
Se VN potesse leggerci... lo renderemmo sicuramente di malumore. Nabokov "odiava" i critici. Per molti motivi ma soprattutto perché avevano l'ultima parola.
Avevo scritto a ZdM che avrei accennato alla parte precedente al romanzo che l'autore ha chiamato "Premessa".
Questo - mettere le mani avanti - di VN è necessario se vogliamo comprendere il significato di questi eventi, essere certi di capire la natura di tali desideri.
In quella prefazione ci viene spiegato che se il nostro (diciamo) aberrante diarista fosse andato da un competente psicopatologo, in quell'estate del '47, non sarebbe successo alcun disastro.
La passione di Humbert per le ninfette viene considerata come una condizione anormale, che però può essere curata mediante un trattamento psichiatrico. Gli eventi narrati vengono considerati dall'autore come "una lezione universale".
Lolita dovrebbe far sì che tutti noi, genitori, assistenti sociali, educatori, ci applicassimo con ancor maggiore vigilanza e perspicacia al compito di allevare una generazione migliore in un mondo più sicuro.
Nel romanzo poi, leggo che se anche Humbert crede in parte e per un po' che se la sua attrazione per le ninfette sia dovuta ad una passione non consumata, non vissuta con Annabelle (lasciamo perdere per un attimo i suoi tentativi di rivivere quell'esperienza adolescenziale), pensa anche che una spiegazione in termini psicologici non potrà mai rendere conto della natura del suo caso personale. Si chiede, almeno all'inizio, perché non può essere lui il maschio normale e non gli uomini considerati tali, con le loro normali passioni e amori. Lui, che quella passione adolescenziale trasformò un fanciullo come tutti gli altri in un uomo diverso da tutti gli altri. Non sono gli altri, uomini anormali?
Ma qui siamo già nel romanzo.
Quello che mette in discussione non sono i metodi della psichiatria quanto i suoi assunti.
Ad un certo punto leggiamo che le sensazione che provava H nell'accoppiarsi normalmente erano le stesse che provavano, più o meno, tutti i maschi normali.
In quella ritmica routine che fa tremare il mondo.
Il guaio è che quei signori non avevano intravisto (ed io sí, invece) beatitudini incomparabilmente più intense. Il più scialbo dei miei sogni erotici era mille volte più abbacinante di tutti gli adulteri che lo scrittore di genio più virile, o l'impotente più ricco di talento, potrebbe immaginare.
Questo romanzo ha tanta di quella roba di cui parlare che non mi fermerei più. Termino quindi con una domanda: nella
Premessa ad un certo punto leggiamo che "l'appassionata confessione di HH è una tempesta in un bicchier d'acqua; che almeno il 12% dei maschi americani adulti - valutazione
prudente, stando alla dottoressa Blanche Schwarzmann (comunicazione verbale) - passano una volta all'anno, in un mondo o nell'altro, attraverso la particolare esperienza descritta con tanta disperazione da HH..."
La domanda è, lo so, sono spesso tonto :? questa statistica era veritiera per quegli anni o fa parte del "gioco"? Voglio dire, esiste questa fantomatica dottoressa Schwarzmann?