XXXIII G.L. - La recita di Bolzano di Sandor Marai

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RemediosLaBella

New member
Ragazzi scusatemi sono imperdonabile!! Scusate se passo solo oggi ad aggiornare!
Ho finito da un po' di leggere questo libro impalpabile e lucente come seta, sono rimasta incantata da Marai! Voto 10!
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
aggiorno in attesa che arrivino gli altri :)


ValeG: Una scrittura magistrale, poetica, voto 5/5

skitty: apprezzato moltissimo, molto profondi i contenuti, 5/5

~ Patrizia ~: avvincente, leggetelo perchè merita, 5/5

dallolio: uno stile coinvolgente e affascinante, uno stile che colpisce, 8/10

Nikki: Un romanzo potente, personaggi tremendi (nel senso di straordinari), e la fine è solo un altro inizio

elisa: notevole lo stile di scrittura, anche se cerebrale a tratti riesce a sviluppare i temi cari all'autore, 5/5

Zefiro: Un bellissimo libro, metafora della condizione umana disperatamente assetata di felicità . 4/5.

SALLY:
magistrale analisi dell'animo umano, magnifico, 5/5

Minerva: narrazione scorrevole, superlativo stile teatrale, 4/5

franceska: bel libro, scrittura magistrale, 7/10

asiul: molto bello, quasi perfetto, 4/5

egidio.nev: appassionante, scorrevole e ben scritto, 5/5


RemediosLaBella: impalpabile e lucente come seta, voto 10
 

Spilla

Well-known member
E pensare che a pagina 70 volevo lasciar perdere:??... Trovavo abbastanza insopportabile la pedanteria descrittiva, l'anatomia dei sentimenti, la ripresa a rallenty dei gesti, dei movimenti, dei pensieri. Trovavo l'atmosfera asfittica, la vicenda monotona, l'assenza di azione claustrofobica. Casanova, poi, è una figura tragica, non l'ho mai amato.
E poi... sorpresa! Mi avete fatto conoscere un piccolo gioiello. Il lungo monologo del conte di Parma è un capolavoro e perfetto l'intervento di Francesca. Di fronte alla pura sensualità, rappresentata da Giacomo, si svelano la forza della ragione (il conte) e la forza dell'amore, che si lascia coinvolgere, sì, dalla sensualità e dall'avventura, ma le riporta alla radice vera, che è coerenza, costanza, stabilità.
Bello, bello, bello! Non sapevo dove cercare "cose nuove" e sono stata avvolta dal caldo manto della prosa di Màrai.
Grazie, GdL!
Voto: 5/5
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
aspettando ancora l'utente ritardatario :) completo :wink:

ValeG: Una scrittura magistrale, poetica, voto 5/5

skitty: apprezzato moltissimo, molto profondi i contenuti, 5/5

~ Patrizia ~: avvincente, leggetelo perchè merita, 5/5

dallolio: uno stile coinvolgente e affascinante, uno stile che colpisce, 8/10

Nikki: Un romanzo potente, personaggi tremendi (nel senso di straordinari), e la fine è solo un altro inizio

elisa: notevole lo stile di scrittura, anche se cerebrale a tratti riesce a sviluppare i temi cari all'autore, 5/5

Zefiro: Un bellissimo libro, metafora della condizione umana disperatamente assetata di felicità . 4/5.

SALLY:
magistrale analisi dell'animo umano, magnifico, 5/5

Minerva: narrazione scorrevole, superlativo stile teatrale, 4/5

franceska: bel libro, scrittura magistrale, 7/10

asiul: molto bello, quasi perfetto, 4/5

egidio.nev: appassionante, scorrevole e ben scritto, 5/5


RemediosLaBella: impalpabile e lucente come seta, voto 10

Spilla:
Bello, bello, bello! avvolta dal caldo manto della prosa di Màrai, 5/5
 

Nikki

New member
Di fronte alla pura sensualità, rappresentata da Giacomo, si svelano la forza della ragione (il conte) e la forza dell'amore, che si lascia coinvolgere, sì, dalla sensualità e dall'avventura, ma le riporta alla radice vera, che è coerenza, costanza, stabilità.

Una perfetta recensione di un libro tanto profondo in una sola frase! I miei complimenti Spilla :)
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Ho concluso la lettura della Recita da qualche settimana ormai, ma, stranamente, ho voluto attendere qualche tempo prima di scrivere un parere; sarà stata la fiducia nella forza e potenza dell'insight.
Di certo, questo libro diffonde un piacere raffinato, coi suoi arabeschi sintattici, la costruzione volutamente barocca ma mai eccessivamente artificiosa, i suoi push e i suoi pop nel tempo, tanto da avvolgere il lettore in un'aura di atemporalità, di sogno, alone o miraggio; nel mio caso, mi ha lasciato il surplus di una interpretazione temeraria e, va detto, del tutto arbitraria.
Sotto l'abile penna di Marai, la trama stessa del libro sembra comportarsi al modo del Sé junghiano, espressione di quell'interezza perimetrale della psiche scissa in precedenza dal maestro di Jung, Sigmund Freud: stupisce difatti che siano proprio in tre i personaggi principali dell'opera, ciascuno caratterizzato con tanta arguzia e lavorio d'ingegno così minuzioso e ricercato, ad incarnare in qualche modo le forme vaghe del Sé, a prestarsi ad una funzione di correlativo narrativo verso concetti tanto vaghi. A cominciare di un Giacomo interdetto ad ogni razionalità, passionale, impetuoso, istintivo, si delinea già una prima inquadratura dell'Es, questo guazzabuglio di pulsioni cieche e frementi, indomabili, pervasive; arrivano poi le figure del Conte e Francesca a completare la struttura triadica, con, rispettivamente, l'impiego strategico e geniale del contratto, lo stratagemma sociale, il vincolo da appartenenti al consorzio umano, e Francesca, l'amore conservato come sentimento, non più come emozione transitoria e fugace, e da qui, la necessità di un vincolo amoroso, un ordinamento, perché ogni cosa, per esistere, necessita di regole, trasgredendo alle quali si va incontro alla disfatta da collasso indotto da se stessi, la peggiore tra le rovine. Ed ecco le tessere del puzzle mancanti: il Super-io e l'Io. E se è vera la tesi freudiana di un Es a informare di sé l'Io e dunque l'intera struttura del Sé, ergo la vita cosciente, ecco apparire un nome per noi assai pregnante conferito a questo processo, ovvero: Destino. Ogni Io è portato per definizione allo scontro col proprio destino (inteso come sopra, si capisce), contro il proprio Es, passando per quel tramite severo ma evanescente qual è il Super-io. E niente di più accade a Francesca, astutamente disillusa sul finire, sottratta alla potestà di chi avrebbe voluto governarne le sorti, certo non senza rinunce. E tutto ciò Marai lo propone utilizzando un linguaggio ampiamente disseminato di similitudini, di metafore, quasi a ricalcare il motto psicanalitico della comprensione non secondo l'ideale esplicativo delle scienza, ma secondo il metodo del «come se». Né mancano riferimenti indiretti agli scritti prodromici della analisi del profondo, reperibili in Schopenhauer e Nietzsche, fatti propri dal professore austriaco, laddove scrive della sostanziale inconoscibilità dell'Io, di un quid irriducibile inevitabilmente escluso dalla comprensione, resi qui nella scena geniale di un incontro tra maschere, un uomo travestito da donna e perpetrare l'inganno verso una donna travestita da uomo, peraltro già conscia, già forte di un proprio volere: quasi a chiedersi, alla fine: noi chi siamo? La risultante agita di un Destino che ci agisce? Siamo i contraenti di un contratto? O, forse, lo scarto alla fine di tutte queste dicotomie? Tengo a ribadirlo, questa è una mia lettura, ignoro quali fossero le intenzioni dell'autore, e del resto non è importante; cosa ancora più importante, non miro a rendere conto dell'arte per mezzo della scienza (?), né, soprattutto, della scienza per mezzo dell'arte.

Ciò detto, rimangono altre considerazioni di altro ordine. La prosa di Marai è raffinata e sinuosa, è carezzevole, così come il ritmo del suo periodare. Si assiste ad una cristallizzazione del tempo, quasi la vicenda si inscrivesse nell'ordine cronologico di un «altrove» sconosciuto ed inaccessibile; un luogo pericolosamente simile al crocevia delle possibilità della forma, dove, per assurdo, una vita o una notte possono avere la stessa durata. E le forme mutevoli e cangianti di un compimento intenzionato a giungere, nella persona del Conte di Parma, uomo anziano e saggio che per una sera, travestito da asino, sarà se stesso, arguto attore di una recita comprensiva anche del suo personaggio: la ragione come arma, come mossa di suprema sconfitta, solamente funzionale allo svolgimento della trama [quando si dice l'amore è irrazionale..]. Ed ecco dipanarsi una recita imprevista, e la collisione, e la resistenza del contratto nonostante tutto, nonostante l'infelicità ricevutane da tutti. E tutto ciò raccontato in un abile incastro di due livelli narrativi, lunghi monologhi alternati a brevi e significative descrizioni, a dare voce alla profonda capacità introspettiva dell'autore, alla sua conoscenza dell'animo umano: quali che siano le nostre glorie o le nostre miserie.


Riflesso narrativo del conflitto nella sua essenza; scritto in stile pressoché perfetto, il paradosso di una recita che, sola, rivela le cose più vere del vero. 4/5
 

asiul

New member
Davvero_D_notevole fattura ! :ad:

Meriterebbe un thread a parte questa analisi.

PS Ehi D, cominci a preoccuparmi sai? :paura: :mrgreen:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
bene adesso che anche D. ha postato la sua recensione lasciamo aperto fino a domenica per gli onori che gli vorrete tributare :mrgreen: e poi qua si chiude :wink:


ValeG: Una scrittura magistrale, poetica, voto 5/5

skitty: apprezzato moltissimo, molto profondi i contenuti, 5/5

~ Patrizia ~: avvincente, leggetelo perchè merita, 5/5

dallolio: uno stile coinvolgente e affascinante, uno stile che colpisce, 8/10

Nikki: Un romanzo potente, personaggi tremendi (nel senso di straordinari), e la fine è solo un altro inizio

elisa: notevole lo stile di scrittura, anche se cerebrale a tratti riesce a sviluppare i temi cari all'autore, 5/5

Zefiro: Un bellissimo libro, metafora della condizione umana disperatamente assetata di felicità . 4/5.

SALLY:
magistrale analisi dell'animo umano, magnifico, 5/5

Minerva: narrazione scorrevole, superlativo stile teatrale, 4/5

franceska: bel libro, scrittura magistrale, 7/10

asiul: molto bello, quasi perfetto, 4/5

egidio.nev: appassionante, scorrevole e ben scritto, 5/5


RemediosLaBella: impalpabile e lucente come seta, voto 10

Spilla:
Bello, bello, bello! avvolta dal caldo manto della prosa di Màrai, 5/5

Dayan'el: Riflesso narrativo del conflitto nella sua essenza; scritto in stile pressoché perfetto, il paradosso di una recita che, sola, rivela le cose più vere del vero. 4/5
 

franceska

CON LA "C"
Ecco perché amo i GDL, spesso un commento appassionato riesce a farmi riflettere ed apprezzare di più un libro, o comprendere ciò che per distrazione non ho colto. Grazie partecipanti, grazie D
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
La verità, mie signore, è che siete troppo generose. :wink:


PS Ehi D, cominci a preoccuparmi sai? :paura::mrgreen:

Mi preoccupo anch'io Lu; del fatto di aver scritto il commento alle 04.13 di stamattina. :mrgreen:
 

skitty

Cat Member
D. che bello, è come aver letto un altro pezzetto molto intenso, di un libro che mi è spiaciuto finire, perché mi coinvolgeva molto! Scrivi proprio bene, e soprattutto concetti originali :)
 
Stato
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