Eco, Umberto - Il cimitero di Praga

velmez

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Indubbiamente un libro erudito e ben costruito: la storia del protagonista si sposa perfettamente agli avvenimenti accaduti in quegli anni. Il libro è anche fin troppo scorrevole rispetto agli argomenti trattati. Ma mi lascia un senso di incompletezza: sono arrivata alla fine con fatica e senza mai essermi effettivamente immedesimata nella storia, non mi è piaciuto.
 

ayuthaya

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Commento seguito alla lettura in GdL!

Allora... Se non fosse Eco direi: bellissimo. Ma di Eco si tratta... e da un suo libro non mi aspetto solo che mi piaccia, mi aspetto che mi conquisti!!!

Il senso di leggera delusione che mi ha lasciato non dipende tanto dalla qualità narrativa del romanzo: Eco sa scrivere, e non delude. Non solo: come aveva già dimostrato nei suoi precedenti capolavori, è capace di manipolare (nel senso di gestire, strutturare) gli elementi della Storia quasi fossero gli ingredienti di un piatto elaborato (uno di quelli tanto amati da Simonini!) di cui solo lui conosce la ricetta! E in questo credo che abbia pochi eguali nella letteratura, almeno quella contemporanea...
In effetti quello che non smette di stupirmi non è tanto la sua erudizione (pure stupefacente), quanto l'incredibile disinvoltura con cui riesce a muoversi in questo mare magnum (che metterebbe soggezione a chiunque) per tirarne fuori qualcosa di coerente, pulito, "perfetto". Non si capisce quasi più se ha scritto un romanzo o un saggio storico romanzato...

Allo stesso tempo però non mi ha convinto fino in fondo, e temo che la "colpa" sia stata l'inevitabile confronto con uno dei suoi due grandi capolavori: Il pendolo di Foucault, rispetto a cui -concordo- quest'ultimo romanzo risulta molto più "facile" e scorrevole. Torna il tema caro all'autore del "complotto", o meglio del "finto complotto", capace -se preso per vero- di portare a conseguenze anche devastanti. In entrambi i casi Eco denuncia i rischi impliciti nella contaminazione fra immaginazione e realtà, ma mentre nel Pendolo i protagonisti agiscono in totale buona fede, coinvolti e poi travolti da un gioco che si fa sempre più pericoloso, Simonini è cosciente del mezzo a suo disposizione e lo usa in modo arbitrario per danneggiare qualcuno e trarne un profitto personale.
Detto così sembra un passo avanti, ma io sono rimasta più affascinata dalla vicenda del Pendolo, che -oltre ad essere raccontata in modo più accattivante (c'è un vero e proprio "giallo" dietro, che tiene incollati alle pagine nonostante lo stile e i contenuti siamo molto complessi)- mostra quanto sia forte il potere suggestivo e creativo della mente e quanto concreto il rischio che -se usato incautamente- esso possa rivolgersi persino contro il proprio artefice... Insomma: credo che col Pendolo Eco abbia raggiunto un'eccellenza impossibile da eguagliare e tanto meno superare.

E' pur vero che, rispetto al Pendolo, qui non c'è nulla di inventato ed è sicuramente questo elemento di veridicità a costituire il maggior pregio di questo libro... ma in questo c'è anche il suo limite, secondo me: se la vicenda e i personaggi fossero frutto della fantasia dell'autore, potremmo parlare lo stesso di un capolavoro? Ne dubito.
Ad ogni buon conto, la rapidità con cui l'ho letto parla da sola... consigliato!
 
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claki

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Libro molto bello! Mi trovo d accordo cn chih ha scritto che è un libro troppo di testa che di cuore, è molto freddo prende appassiona ma non conquista al 100 %.
Credo sia dovuto dall eccezionale unione tra fantasia e storia vera.
Chi conosce e come me ha letto tutti i libri di eco ( e non parlo solo del nome della rosa o del pendolo di Foucault,ma parlo di opere tipo baudolino o l isola del giorno prima) posso anche sbagliarmi ma ho notato una certa stanchezza nel suo modo di scrivere, un eco con pocHe idee che riempie pagine con fatti storici, il risultato è interessante e la capacità di eco di intrecciare storia vera cn la fantasia è geniale.
 

velvet

Well-known member
Indubbiamente un grande lavoro di Eco, le vicende di fantasia sono mirabilmente incastonate tra le verità della storia.
É vero che Eco con la sua grande cultura mette in questo romanzo un po' di tutto, e probabilmente un po' troppo, soprattutto negli ultimi capitoli. I pregi piú grandi sono a mio parere le tante cose che apprendiamo dalla cultura di Eco e ancor di più l'ironia che pervade il romanzo e che ne costituisce il sale.
Sintetizzando, pur avendo trovato qualche alto e basso, mi è sicuramente piaciuto.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
dal recente GdL

Perfettamente consapevole che Eco non è un romanziere ma uno studioso e saggista mi accingo a commentare questo romanzo tenendo ben presente questo aspetto. Eco utilizza la sua vasta cultura e i suoi studi sulla comunicazione e filosofici per mediare alcuni contenuti che probabilmente sta approfondendo in quel momento. In questo caso il diffondersi nell'800 di una cultura antisemita costruita su falsi storici che ha già in sé l'idea della soluzione finale che poi il nazismo porterà a compimento. Questa idea importante Eco la trasporta all'interno di una serie di vicende che vanno dal Risorgimento italiano alla massoneria, dagli anarchici ai gesuiti, infarcendo di nomi, personaggi, luoghi, fatti, episodi, dati e date ogni pagina. Si può dire quello che si vuole, ma leggere questo libro è un ottimo allenamento al pensiero, non è un romanzo, ma appaga ugualmente lo spirito del lettore.
 
G

giovaneholden

Guest
Eco ancora una volta non delude. Marchio di garanzia del romanzo storico erudito,serie iniziata col celebre Il nome della rosa e giunto con Il cimitero di Praga all'ennesimo capitolo. Scorribanda obliqua di fatti veri,messi insieme da un misterioso personaggio inventato,ci fa vedere come i germi dell'antisemitismo erano ben presenti nell'ottocento e come la Storia talvolta si nutre di falsi e manipolazioni che col tempo assumono veridicità al punto da influenzare i massimi sistemi. Può sembrare incredibile ma la tv egiziana ha prodotto uno sceneggiato di gran successo sul manoscritto dei Savi di Sion,spacciandolo per una produzione storica. Eco in queste ambiguità ci va a nozze,creando il burattinaio Simonini,personaggio assai verosimile seppur inventato di sana pianta. Tenendo a mente la lezione del grande feuilletton ottocentesco,ci regala una narrazione scorrevole,appassionante,che si legge tutta d'un fiato. Non è il suo capolavoro,ma un ottimo libro,condito dalla sua immensa cultura e costellato da citazioni e segni come ci si può aspettare dal più importante semiologo italiano. Sicuramente da leggere.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Premetto che non sono una lettrice di Eco,questo è solo il mio secondo romanzo e probabilmente avrei dovuto leggere prima Il nome della rosa o Il pendolo per apprezzarlo maggiormente. Ma ho cercato di mettercela tutta e di farmelo risultare interessante anche se la finzione unita ai reali fatti storici a volte mi ha infastidita e avrei preferito leggere un romanzo totalmente inventato in cui potermi immedesimare e che mi coinvolgesse di più.
Indubbiamente l'excursus storico che propone può essere utile per rinfrescare la memoria,quindi mi ritrovo d'accordo con elisa che non è un romanzo vero e proprio,ma può essere considerato una via di mezzo tra questo e un saggio.
L'averlo letto nel GdL mi ha dato la forza per proseguire e per commentare i capitoli che mi hanno più suggestionata con relative citazioni.

Ecco il link di riferimento:
http://www.forumlibri.com/forum/gru...tura-il-cimitero-di-praga-di-umberto-eco.html
 
Appena iniziato ma e' favoloso!
Si mangia finalmente alla grande!
Cucina francese e piemontese per ora.
Sublimi descrizioni di bolliti e bagna cauda.
Ricette e nomi di delizie ignote francesi...


Apparte quello, per ora di Praga manco l' ombra.
Solo Torino e Parigi.
Eppoi si odiano tutti, ma proprio tutti: preti, massoni, gesuiti, ebrei, cattolici, cristiani, musulmani, sanculotti, realisti, papisti, comunisti (ma quando ha vissuto Marx?), psichiatri, freudiani, magnetisti, ipnotisti,e molti altri...


Ricettina: <i>La finanziera</i> "... una sinfonia di creste di gallo, animella, cervella e testicoli di vitello, filetto di manzo, funghi porcini, mezzo bicchiere di marsala, farina, sale olio e burro, il tutto reso asprigno da un' alchemica dose di aceto..."


Mitica la descrizione delle salsine per i bolliti... :clap:


... e siamo solo all' inizio!! ;) :p

Ricettina...
"Quanto ai pasti, avevo scovato ... una taverna dove si mangiava per quattro soldi: tutte le carni avariate che i macellai delle Halles gettavano nella spazzatura - verdi nelle parti grasse e nere in quelle magre - venivano recuperate all' alba, gli si dava una ripulita, vi si versavano manciate di sale e pepe, le si maceravano nell' aceto , le si appendevano per quarantott' ore all' aria buona al fondo del cortile, e poi erano pronte per il cliente. Dissenteria assicurata, prezzo abbordabile."
;)



Ma davvero nessuno di voi ha capito che e' la storia del protocollo dei savi di Sion?
<b>Umberto Eco - Il cimitero di Praga.</b>
Bello, bello , bello.
Eco e' un grande.
Potrebbe essere uno dei capolavori assoluti della letteratura.
Ma...
Il nome della rosa e' migliore.
Eppoi c'e' una sensazione sottile che mi ha pervaso durante la lettura.
Un dubbio.
Perche' Eco ha scritto questo libro? Adesso...


Di cosa parla? Della genesi taroccata del "Protocollo dei savi di Sion".
Considerata la base teorica su cui Hitler ha elaborato l' olocausto.


Per inciso anche in uno dei raccontini di Buzzati, Dolfi, si parla della genesi del delirio di Adolf...


In pratica la storia d'Italia e Francia, dal 1850 e il '900.
Bellissimi i riferimenti ai vari personaggi realmente vissuti: da Nievo, a Garibaldi, a Marx , a Freud, a Deyfuss e molti altri.


Con degli incisi enogastronomici davvero pregevoli.
Quasi un capolavoro ma...


Leggendo come si taroccavano dossier, purtroppo il contingente lurido politicante dei feltri, dei betulla, del metodo Boffo, mi ha tolto un po' il piacere dell' assoluto storico.


Comunque serie A. Voto 9.
 

ila78

Well-known member
Copio e incollo dall' MG

La lettura di questo libro è stata una vera sfida: io e Eco, faccia a faccia, lui che mi guardava con aria di superiorità e mi diceva "Stupida ochetta con la testa piena solo di scarpe e di vestiti, non sai nemmeno il latino, hai studiato la storia solo a scuola dove vuoi andare? Vuoi sfidare me??? Uomo dalla cultura immensa, vuoi leggere UN ALTRO mio libro?" E rideva.... e io "Sì, vecchio panzone borioso vestito da schifo io non solo leggerò il tuo libro ma lo finirò e troverò il modo di apprezzarlo".
Questo è stato l'approccio e come ho scritto sopra penso di poter affermare con estrema soddisfazione di aver vinto io. E' stato faticoso e ammetto di aver dovuto usare diverse volte Wikipedia per raccapezzarmi nella giungla di nomi e di nozioni storiche ma alla fine penso di poter affermare che non si tratta di un brutto libro, siamo lontani dal rapimento suscitato in me da Il nome della rosa e credo che per apprezzarlo completamente bisognerebbe, come ha detto giustamente Mal, essere in grado di eviscerare tutti gli eventi storici contenuti per non rischiare di sprofondare nella noia ma alla fine la vicenda di Simonini è interessante, sopratutto il tema degli ebrei fa capire come già molti anni prima della Seconda Guerra Mondiale l'antisemitismo fosse una piaga ben radicata nella società e fa riflettere il fatto che nell'Ottocento, come nel 2015, faceva comodo trovare un "capro espiatorio" a cui dare la colpa di tutti i fallimenti di una classe politica mediocre.
il finale poi riserva un colpo di scena inaspettato che riscatta da tutta la noia e la fatica fatta per arrivare a quel punto.
Insomma non lo consiglierei come lettura da ombrellone ma se amate le sfide armatevi di impegno (e Wikipedia) e leggetelo. Alla fine ne vale la pena.
 

Valuzza Baguette

New member
Ho letto parecchi commenti negativi su questo libro.invece a me è piaciuto immensamente.
Simonini che vive in francia e odia i francesi,che odia gli ebrei solo perchè li odiava il nonno,che crea solo disastri ed è talmente confuso che non sa nemmeno lui se davvero solamente Simonini o se si traveste anche da abate dalla Piccola.
come poteva non piacermi un protagonista del genere?confuso,odia tutti,avaro,truffaldino,pensa solo a se stesso;è l'antieroe per eccellenza.
Un romanzo particolare,ben scritto;certo che una dote che a Eco manca è sicuramente la semplicità di linguaggio,quindi in certi punti diventa un pochino ostico,però l'ho decisamente apprezzato.
 
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