gioco: racconto

darkshine

New member
Era il 2033 e, quel giorno, pioveva a dirotto. Era già la quinta alba che vedeva quella mattina, il sesto sole si sarebbe alzato tra poco e fissava con lo sguardo gli altri cinque soli già alti nel cielo, quando ad un tratto gli venne un dubbio: si era ricordato o no di mettere nello zaino antigravitazionale la capsula da dieci chilotoni di crema solare fattore di protezione 6GHz? Erano bastate le raccomandazioni della sua matrigna-drone? Guardò nello zaino e... la cremina non c'era! Ripensando alla matrigna-drone gli venne un brivido lungo la schiena: doveva smettere di pensare a lei!! Non era una cosa giusta, infatti pioveva a dirotto! Come aveva fatto a cascarci ancora, a non aver messo la temposveglia nel tempo giusto: doveva esserci il sole e lui l'aveva puntata sulla icona con il simbolo della pioggia, ne era certo!
Ma non aveva tempo per pensare ai particolari. Il party intergalattico dei Giovani Sluscioni Affranti lo attendeva in riva alla spiaggia, lì vicino al molo sidereo n°5. Lanciò un'occhiata al mare di mercurio: era in tempesta. Doveva correre e aveva una sola soluzione: montare la terza gamba bionica che aveva rubato al cybernonno e correre più forte che poteva. Per non perdere tempo prezioso non cambiò l'icona sulla temposveglia e, correndo, lasciò che spessi e freddi goccioloni gli imperlassero capelli e ciglia. Procedeva sulla sabbia a ritmo serrato: la gamba bionica del nonno era davvero un gioiello. Prodotta della Alkaliclast Industries montava un motore prismocentrico a bobine doppie incrociate con lubrocentrificazione ad uranio 239/bis. Il nonno l'aveva pagata un occhio della testa. La cosa non sembrava turbarlo troppo, dato che gli rimanevano i due bulbi a fibra ottica della Leica che gli avevano impiantato nell'esercito durante la terza guerra mondiale, quando veniva utilizzato come periscopio umano del sottomarino atomoneutrinico Mottarello III. Con quei due bulbi poteva tranquillamente privarsi di un occhio in cambio di una gamba meccanica come quella senza che la sua vista ne risentisse. Bzzz... Bzzz... un ronzio fastidioso interruppe il filo dei sui pensieri, era l'attivatore sensoriale pluri impusi woobiz. Era lei... possibile che non sapesse ricontrollare un banale calcolo quantistico e mandasse segnali bio-sensoriali così distorti? Sì, poteva essere lei: Hummaminhutt, la sua nuova ragazza. Si era dimenticato che quel giorno aveva promesso di portarla al MCMXIII raduno delle Vichinghe di Theta Centauri. Bzzz... Bzzz... Oppure poteva essere il nonno, che risvegliatosi dal suo sonno chimico si era messo alla ricerca del solito nipote scellerato e fedifrago: se lo immaginava già in sella al suo Cagiva Cobruro Dieciallaquinta lanciato a 500 nodi spaziotemporali sulla Astrostrada A4 Terra-Marte. Ma il nonno non sapeva che lo scellerato aveva appena fracassato la sua amata C. C. Dieciallacinquanta contro contro un distributore di rifiuti biologici pluririciclabili-microfiltrati per carburare sedioline cyberrefrigeranti per il reparto femminile dell'ospizio vicino. Bzzz... Fortunatamente non era il nonno, non si era ancora risvegliato dal suo sonno chimico. Era Hammaminhutt...
E così Mhulpoh, nostro eroe e tesoriere dell'associazione Giovani Slusciatori Affranti, correva, correva, correva, e pensava, pensava, pensava, cercando di sfuggire alle grinfie di Hummaminhutt e allo stesso tempo di raggiungere al più presto l'agognata meta.

***

L'associazione era stata fondata da Mhulpoh, insieme all'amico Muzzikhò e alla giovane Skatanfyan. L'idea iniziale era stata di Muzzikhò, il quale si dibatteva da tempo nella melma di una situazione personale piuttosto difficile e desiderava venirne fuori. Dopo quattro anni di iscrizione alla Facoltà di Trippologia Aziendale e zero esami sostenuti, la madre Thyfolmatz lo aveva costretto ad abbandonare gli studi e a farsi assumere dalla Mars Excavation Utd. come minatore apprendista nelle cave di purano di proprietà dell'azienda sul pianeta rosso.
Muzzikhò meditava disperato...Thyfolmatz era peggio della matrigna drone...mesi e mesi a scavare purano e che ti capita??...gli passa tra le mani il la Serva Virtuale, la cyber gazzetta e visualizza a doppi e tripli senso caratteri.." Mrs Thyfolmaz arrestata mentre tentava di trafugare le virtualincite di una riffa di Cyberliscola"...
A questo punto toccava a lui, non poteva lasciare che le cose fossero arrivate a quel punto senza muovere un dito. Il passato gli aveva insegnato che tutto sarebbe tornato e quella notizia veniva dal passato. La virtualincite era un minerale che veniva estratto dai suoi antenati e non esisteva più allo stato puro, in nessuna parte della galassia, forse...
Forse se avesse avuto possibilità di eludere la stretta sorveglianza, avrebbe potuto sottrarre una delle potenti navicelle dell'esercito e indirizzarsi verso la galassia NemaX dove ancora era possibile trovare la preziosa virtualincite.......ma come fare per rubare una navicella? E sarebbe mai giunto fino a lì? Ormai da secoli era scoppiata una furiosa guerra intergalattica, qualcuno vociferava addirittura che fosse finita ma che nessuno dei governi in lotta aveva voluto dare la notizia della fine della guerra, per paura di disordini interni.
Mhulpoh non sarebbe mai riuscito a conoscere la verità se non si addentrava fuori dalla propria galassia, doveva per forza capire se avventurarsi fuori dal suo mondo avrebbe significato la morte oppure il ritrovo del prezioso minerale, forse la salvezza dell'umanità.
Era la sua occasione. Avrebbe potuto in un colpo solo liberarsi per un pò della matrigna -drone, dare un senso all'attività dell'Associazione e soprattutto aiutare Muzzikhò, che aveva davvero bisogno di capire cosa nascondesse la propria terribile madre Thyfolmatz. Non c'era tempo da perdere. Per avventurarsi al di fuori della galassia occorreva l'aiuto del vecchio Lesottuttz, l'unico guardiano dell'autoparco spaziale dell'esercito a memoria di drone, che da tempo gli doveva un favore.
E mentre camminava nell'area antigravitazionale dell'autoparco spaziale vide la navicella iperspaziale di Lesottutz, che oltre a fare il guardiano, era proprietario di questa meravigliosa navicella, ultimo modello della produzione FIAT Iperspazio, azienda plurimillenaria che aveva la sua sede sul pianeta Turin del sistema solare alfasbrozz nella galassia Lancia della Vega; la navicella sembrava senza guardia e con il portellone aperto, pensò di introdursi dentro sapendo qual'era la destinazione della navicella.
si introdusse furtivamente nel vano motori iperultrafantasmagorici, aspettando la partenza; improvvisamente il portellone venne chiuso e lui si trovò al buio.
Si chiese se la sua fosse stata una scelta giusta e si addormentò.
Mentre dormiva i neuroni progettati per sognare si misero in attività, selezionando il suo sogno abituale, quello che gli permetteva di avere una memoria dell'infanzia, almeno nel sonno, perche durante la veglia era proibito ricordare. Apparve così un grande spiazzo erboso, con chiazze di fiori rossi su steli esili molto alti, i fiori si muovevano quasi ci fosse un turbine a farlo, nell'atmosfera del suo pianete non esisteva il vento.
Un forte scossone della navicella interruppe bruscamente i suoi sogni e gli fece capire che stavano atterrando.
Il paessaggio che aveva di fronte era molto brullo....all'apparenza disabitato, solamente qualche ciuffo di erba secca qua e là e l'immancabile pianta della paura che nessuno osava estirpare perché solo l'avvicinarsi poteva provocare incubi e deliri.
Ma cos'era successo? Leggendo i giornali sembrava che nella galassia NemaX la vita procedesse tranquillamente e invece la guerra era alle porte, ma solo pochi uomini lo sapevano e fra questi figurava Jhonn Doe, agente governativo del satellite artificiale New Moon.
Quindi saltò giù dal suo letto-cubicolo e decise che era ora di contattare l'uomo che più odiava.
Il telefono squillò un paio di volte a vuoto, poi rispose.
La voce era strana, come se l'uomo già sapeva, come se l'uomo se l'aspettava
"Ti sembra questa l'ora di chiamare alla gente?"

....disse... ma questa risposta arrogante non fece altro che ammutolire Jhonn Doe
 
Ultima modifica di un moderatore:

Spilla

Well-known member
A dargliene la certezza fu quella strana fragranza di melograno che, chissà come, aveva riempito la stanza. Erano sempre nate così, le sue migliori intuizioni.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
rispolvero questo gioco nel punto in cui l'avevamo lasciato, per chi avesse piacere di continuare, ricordo una frase a testa e riportare tutto il racconto man mano che cresce. :)

Era il 2033 e, quel giorno, pioveva a dirotto. Era già la quinta alba che vedeva quella mattina, il sesto sole si sarebbe alzato tra poco e fissava con lo sguardo gli altri cinque soli già alti nel cielo, quando ad un tratto gli venne un dubbio: si era ricordato o no di mettere nello zaino antigravitazionale la capsula da dieci chilotoni di crema solare fattore di protezione 6GHz? Erano bastate le raccomandazioni della sua matrigna-drone? Guardò nello zaino e... la cremina non c'era! Ripensando alla matrigna-drone gli venne un brivido lungo la schiena: doveva smettere di pensare a lei!! Non era una cosa giusta, infatti pioveva a dirotto! Come aveva fatto a cascarci ancora, a non aver messo la temposveglia nel tempo giusto: doveva esserci il sole e lui l'aveva puntata sulla icona con il simbolo della pioggia, ne era certo!
Ma non aveva tempo per pensare ai particolari. Il party intergalattico dei Giovani Sluscioni Affranti lo attendeva in riva alla spiaggia, lì vicino al molo sidereo n°5. Lanciò un'occhiata al mare di mercurio: era in tempesta. Doveva correre e aveva una sola soluzione: montare la terza gamba bionica che aveva rubato al cybernonno e correre più forte che poteva. Per non perdere tempo prezioso non cambiò l'icona sulla temposveglia e, correndo, lasciò che spessi e freddi goccioloni gli imperlassero capelli e ciglia. Procedeva sulla sabbia a ritmo serrato: la gamba bionica del nonno era davvero un gioiello. Prodotta della Alkaliclast Industries montava un motore prismocentrico a bobine doppie incrociate con lubrocentrificazione ad uranio 239/bis. Il nonno l'aveva pagata un occhio della testa. La cosa non sembrava turbarlo troppo, dato che gli rimanevano i due bulbi a fibra ottica della Leica che gli avevano impiantato nell'esercito durante la terza guerra mondiale, quando veniva utilizzato come periscopio umano del sottomarino atomoneutrinico Mottarello III. Con quei due bulbi poteva tranquillamente privarsi di un occhio in cambio di una gamba meccanica come quella senza che la sua vista ne risentisse. Bzzz... Bzzz... un ronzio fastidioso interruppe il filo dei sui pensieri, era l'attivatore sensoriale pluri impusi woobiz. Era lei... possibile che non sapesse ricontrollare un banale calcolo quantistico e mandasse segnali bio-sensoriali così distorti? Sì, poteva essere lei: Hummaminhutt, la sua nuova ragazza. Si era dimenticato che quel giorno aveva promesso di portarla al MCMXIII raduno delle Vichinghe di Theta Centauri. Bzzz... Bzzz... Oppure poteva essere il nonno, che risvegliatosi dal suo sonno chimico si era messo alla ricerca del solito nipote scellerato e fedifrago: se lo immaginava già in sella al suo Cagiva Cobruro Dieciallaquinta lanciato a 500 nodi spaziotemporali sulla Astrostrada A4 Terra-Marte. Ma il nonno non sapeva che lo scellerato aveva appena fracassato la sua amata C. C. Dieciallacinquanta contro contro un distributore di rifiuti biologici pluririciclabili-microfiltrati per carburare sedioline cyberrefrigeranti per il reparto femminile dell'ospizio vicino. Bzzz... Fortunatamente non era il nonno, non si era ancora risvegliato dal suo sonno chimico. Era Hammaminhutt...
E così Mhulpoh, nostro eroe e tesoriere dell'associazione Giovani Slusciatori Affranti, correva, correva, correva, e pensava, pensava, pensava, cercando di sfuggire alle grinfie di Hummaminhutt e allo stesso tempo di raggiungere al più presto l'agognata meta.

***

L'associazione era stata fondata da Mhulpoh, insieme all'amico Muzzikhò e alla giovane Skatanfyan. L'idea iniziale era stata di Muzzikhò, il quale si dibatteva da tempo nella melma di una situazione personale piuttosto difficile e desiderava venirne fuori. Dopo quattro anni di iscrizione alla Facoltà di Trippologia Aziendale e zero esami sostenuti, la madre Thyfolmatz lo aveva costretto ad abbandonare gli studi e a farsi assumere dalla Mars Excavation Utd. come minatore apprendista nelle cave di purano di proprietà dell'azienda sul pianeta rosso.
Muzzikhò meditava disperato...Thyfolmatz era peggio della matrigna drone...mesi e mesi a scavare purano e che ti capita??...gli passa tra le mani il la Serva Virtuale, la cyber gazzetta e visualizza a doppi e tripli senso caratteri.." Mrs Thyfolmaz arrestata mentre tentava di trafugare le virtualincite di una riffa di Cyberliscola"...
A questo punto toccava a lui, non poteva lasciare che le cose fossero arrivate a quel punto senza muovere un dito. Il passato gli aveva insegnato che tutto sarebbe tornato e quella notizia veniva dal passato. La virtualincite era un minerale che veniva estratto dai suoi antenati e non esisteva più allo stato puro, in nessuna parte della galassia, forse...
Forse se avesse avuto possibilità di eludere la stretta sorveglianza, avrebbe potuto sottrarre una delle potenti navicelle dell'esercito e indirizzarsi verso la galassia NemaX dove ancora era possibile trovare la preziosa virtualincite.......ma come fare per rubare una navicella? E sarebbe mai giunto fino a lì? Ormai da secoli era scoppiata una furiosa guerra intergalattica, qualcuno vociferava addirittura che fosse finita ma che nessuno dei governi in lotta aveva voluto dare la notizia della fine della guerra, per paura di disordini interni.
Mhulpoh non sarebbe mai riuscito a conoscere la verità se non si addentrava fuori dalla propria galassia, doveva per forza capire se avventurarsi fuori dal suo mondo avrebbe significato la morte oppure il ritrovo del prezioso minerale, forse la salvezza dell'umanità.
Era la sua occasione. Avrebbe potuto in un colpo solo liberarsi per un pò della matrigna -drone, dare un senso all'attività dell'Associazione e soprattutto aiutare Muzzikhò, che aveva davvero bisogno di capire cosa nascondesse la propria terribile madre Thyfolmatz. Non c'era tempo da perdere. Per avventurarsi al di fuori della galassia occorreva l'aiuto del vecchio Lesottuttz, l'unico guardiano dell'autoparco spaziale dell'esercito a memoria di drone, che da tempo gli doveva un favore.
E mentre camminava nell'area antigravitazionale dell'autoparco spaziale vide la navicella iperspaziale di Lesottutz, che oltre a fare il guardiano, era proprietario di questa meravigliosa navicella, ultimo modello della produzione FIAT Iperspazio, azienda plurimillenaria che aveva la sua sede sul pianeta Turin del sistema solare alfasbrozz nella galassia Lancia della Vega; la navicella sembrava senza guardia e con il portellone aperto, pensò di introdursi dentro sapendo qual'era la destinazione della navicella.
si introdusse furtivamente nel vano motori iperultrafantasmagorici, aspettando la partenza; improvvisamente il portellone venne chiuso e lui si trovò al buio.
Si chiese se la sua fosse stata una scelta giusta e si addormentò.
Mentre dormiva i neuroni progettati per sognare si misero in attività, selezionando il suo sogno abituale, quello che gli permetteva di avere una memoria dell'infanzia, almeno nel sonno, perche durante la veglia era proibito ricordare. Apparve così un grande spiazzo erboso, con chiazze di fiori rossi su steli esili molto alti, i fiori si muovevano quasi ci fosse un turbine a farlo, nell'atmosfera del suo pianete non esisteva il vento.
Un forte scossone della navicella interruppe bruscamente i suoi sogni e gli fece capire che stavano atterrando.
Il paessaggio che aveva di fronte era molto brullo....all'apparenza disabitato, solamente qualche ciuffo di erba secca qua e là e l'immancabile pianta della paura che nessuno osava estirpare perché solo l'avvicinarsi poteva provocare incubi e deliri.
Ma cos'era successo? Leggendo i giornali sembrava che nella galassia NemaX la vita procedesse tranquillamente e invece la guerra era alle porte, ma solo pochi uomini lo sapevano e fra questi figurava Jhonn Doe, agente governativo del satellite artificiale New Moon.
Quindi saltò giù dal suo letto-cubicolo e decise che era ora di contattare l'uomo che più odiava.
Il telefono squillò un paio di volte a vuoto, poi rispose.
La voce era strana, come se l'uomo già sapeva, come se l'uomo se l'aspettava
"Ti sembra questa l'ora di chiamare alla gente?" ....disse... ma questa risposta arrogante non fece altro che ammutolire Jhonn Doe. Giurò a se stesso che lo avrebbe trovato molto presto, non poteva sfuggirgli.
A dargliene la certezza fu quella strana fragranza di melograno che, chissà come, aveva riempito la stanza. Erano sempre nate così, le sue migliori intuizioni.
 
Alto