Faletti, Giorgio - Io Uccido

gamine2612

Together for ever
Curiosamente letto perché dicevano fosse il suo migliore::?Non ho idea degli altri e non mi sorge la curiosità di leggerli.
Inizialmente un tantinello prolisso, giallo leggero da prendere alla leggera.
Si legge velocemente questo sì, ma si poteva concentrare in meno pagine.
Nota: questo libro me lo hanno prestato, prima di essere venduto" usato ":mrgreen:
 

Prometheus

New member
Parlo da non particolarmente amante del genere. mi è piaciuto parecchio, le parti riflessive sono per me un plus. A tratti ho trovato impossibile smettere di leggere. Intrattenimento di buon livello.
 

Nefertari

Active member
Io l'ho letto tanti anni fa e mi ricordo che la prima volta l'ho abbandonato dopo poche pagine, non riuscivo proprio a proseguire e continuavo a perdere il filo. L'ho ripreso in mano dopo qualche tempo e l'ho letto tutto d'un fiato. A me i gialli/thriller piacciono e devo dire che non mi è dispiaciuto per niente.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Qui sono una voce fuori dal coro, a quanto pare :mrgreen: ma a me è piaciuto molto. Mi ha proprio appassionato, a parte alcune pagine, sia all'inizio che verso la fine, con troppe descrizioni inutili, ma forse mai è capitato che in un libro di 700 pagine mi piacesse tutto.
I colpi di scena sono tanti, al di là dell'identità dell'assassino, che viene svelata troppo presto e questa per me è davvero l'unica grossa pecca :W Io non avevo capito chi fosse o, almeno, la consideravo una fra tante possibilità :boh:
Mi è piaciuta molto l'idea di base, decisamente inquietante (ho trovato analogie con Marina di Zafon) e il modo in cui sono stati delineati i personaggi, sia Frank Ottobre sia alcuni personaggi minori, come Hulot e la moglie Celine, ma soprattutto l'assassino che, come ogni persona affetta da seri disturbi mentali, è egli stesso vittima e suscita nel contempo orrore e pietà. Molto belle le ultime due pagine.
 

RingoDePalma

New member
Qui sono una voce fuori dal coro, a quanto pare :mrgreen: ma a me è piaciuto molto. Mi ha proprio appassionato, a parte alcune pagine, sia all'inizio che verso la fine, con troppe descrizioni inutili, ma forse mai è capitato che in un libro di 700 pagine mi piacesse tutto.
I colpi di scena sono tanti, al di là dell'identità dell'assassino, che viene svelata troppo presto e questa per me è davvero l'unica grossa pecca :W Io non avevo capito chi fosse o, almeno, la consideravo una fra tante possibilità :boh:
Mi è piaciuta molto l'idea di base, decisamente inquietante (ho trovato analogie con Marina di Zafon) e il modo in cui sono stati delineati i personaggi, sia Frank Ottobre sia alcuni personaggi minori, come Hulot e la moglie Celine, ma soprattutto l'assassino che, come ogni persona affetta da seri disturbi mentali, è egli stesso vittima e suscita nel contempo orrore e pietà. Molto belle le ultime due pagine.

A parer mio, abbiamo perso un bravo scrittore... "Io uccido" mi è piaciuto parecchio, il suo miglior libro.
 

darida

Well-known member
Mi è piaciuto. Non lo rileggerei, potevo vivere anche senza, ma l'ho comunque fatto fuori in meno di una settimana.mi sono concessa di saltare qualche paginetta qua e là quando, secondo me, diventava inutilmente prolisso :wink:
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
L'ho letto più di un anno fa, ma mi accorgo solo ora di non aver postato il commento.
Si tratta, com’è noto ai più, di un thriller, ma di un thriller atipico e difficile da incasellare in un filone preciso: non è un giallo classico, non è un giallo psicologico, non è neppure un noir e non ha il ritmo forsennato di un romanzo di Deaver… eppure, tutto sommato, è un buon libro.
Siamo nella bellissima, ricca e sicura Montecarlo, fra Yacht extralusso, sale da gioco e locali all’ultimo grido. E’ qui che agisce un uomo che è più che altro un’ombra nera e silenziosa, un fantasma che non lascia tracce a parte una scritta, “io uccido” tracciata col sangue delle sue vittime. Omicidi di una crudeltà inaudita, preceduti da telefonate enigmatiche ad una popolare trasmissione radiofonica notturna in onda su Radio Montecarlo. Ad indagare su questo caso ci sono il commissario Nicolas Hullot e il suo amico Frank Ottobre, agente dell’FBI in ripresa da una drammatica vicenda familiare. Gli omicidi si susseguono senza una spiegazione apparente e i poliziotti cercano una traccia, un indizio da decifrare, magari proveniente dalla musica, l’osso che l’assassino lascia ai cani che gli danno la caccia. La pressione esterna si somma ai tanti fantasmi del passato che attanagliano i due agenti e che non accennano ad andarsene. A complicare il tutto arriva Natan Parker, generale dell’Esercito americano cui l’assassino ha ucciso la figlia e che ora vuole vendetta… il generale darà molto filo da torcere all’agente Frank Ottobre che scoprirà intrighi insospettabili, perché non tutto è chiaro e lineare come sembra e a volte le ombre della notte possono essere ancora più scure della notte stessa.
Consiglio questo libro? Infondo direi di sì, perché è scritto bene, con una prosa equilibrata: le descrizioni, sia dei paesaggi che degli avvenimenti, sono inserite in modo perfettamente organico nelle pagine, senza rallentare il ritmo di per sé non eccessivamente serrato della storia. Anche l’ambientazione ha il suo fascino: chi penserebbe mai ad una serie di crimini efferati nella ricca ed elegante Montecarlo? Tuttavia la storia dell’assassino mi ha lasciata parecchio perplessa: la sua scoperta è sì un colpo di scena, ma è forse troppo surreale o irreale. Anche i suoi trascorsi, la sua infanzia e ciò che lo ha portato ad uccidere resta troppo nebuloso. Inoltre l’accattivante rapporto dell’assassino con la musica, che per buona parte del libro costituisce un elemento di interesse nel lettore, poi non trova la giusta finalizzazione nell’epilogo della vicenda.
Insomma, lo consiglio, ma con cautela. Probabilmente potrebbe essere adatto a chi è quasi digiuno del genere o è solo agli inizi e non ha letto (o non ama) thriller dal ritmo molto serrato. Allo stesso modo lo consiglierei a chi non riesce a leggere gialli classici, psicologici o comunque eccessivamente statici. Un’ultima considerazione: non credo che questo thriller possa risultare innovativo nel suo genere, ma è pregevole per i suoi risvolti sociologici. Un posto importante, infatti, è occupato da valori come l’amicizia, l’amore come cura dei momenti bui, la fratellanza portata all’estremo.
In fin dei conti vale la pena di leggerlo anche perché la lettura è scorrevole e piacevole.
 
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