C'è sempre qualcuno più a sud.

semtex33

reloaded member
Cì'è anche gente che dal Minnesota va a tagliare legna nell'Ontario. Classificherei anche loro come emigranti, ma non mi verrebbe mai di dire che gli USA sono terra d'emigrazione.



"Il maggiore Du Coll aveva un suo sistema: quando entrava in un paese, rastrellava
un po' di citttadini sospetti, li faceva giustiziare; ne esponeva i cadaveri a imputridire
in piazza, poi convocava i possidenti: date ai miei bersaglieri quello che gli serve
(soldi, viveri, assistenza...). La titubanza era ritenuta complicità con i briganti e punita
di conseguenza. Ma alla sfilata del 2 giugno, oggi, quando passa la fanfara dei
bersaglieri, quelli che si commuovono di più sono gl'italiani del Sud. Perché non
sanno (o intimamente gioiscono di averla scampata, stavolta?)."

Diciamo che io mi sento un sopravvissuto e gioisco di averla scampata questa volta.

Generalizzare è un peccato di miopia, perché non essere d'accordo, ma chi sta generalizzando?

E' affascinante vedere come infondo siamo tutti daltonici anche fissando lo stesso colore.
 
Il "centesimo nome" del Misericordioso non serve solo a sapere di che morte morireremo.

Bess o Marta?


Io, tutta la vita su/con Bess.


"Il comandante Frigerio, piemontese, taglia l'acqua a Licata (ventiduemila abitanti),
fa arrestare e torturare madri, sorelle, parenti di chi si sottrae alla leva: «Uccisi
giovinetti a colpi di frusta e di baionetta; fatta morire una donna gravida» verrà
inutilmente denunciato in Parlamento. L'intera popolazione obbligata a restare chiusa
nelle case, pena... sì, la solita fucilazione «istantanea», ci mancherebbe, ove non fosse
necessario ricorrere ad «altre più severe misure»! E cioè? Dopo che l'hai ammazzato
una volta, che altro gli vuoi fare
?"
 

semtex33

reloaded member
Il "centesimo nome" del Misericordioso non serve solo a sapere di che morte morireremo.

Bess o Marta?


Io, tutta la vita su/con Bess.


"Il comandante Frigerio, piemontese, taglia l'acqua a Licata (ventiduemila abitanti),
fa arrestare e torturare madri, sorelle, parenti di chi si sottrae alla leva: «Uccisi
giovinetti a colpi di frusta e di baionetta; fatta morire una donna gravida» verrà
inutilmente denunciato in Parlamento. L'intera popolazione obbligata a restare chiusa
nelle case, pena... sì, la solita fucilazione «istantanea», ci mancherebbe, ove non fosse
necessario ricorrere ad «altre più severe misure»! E cioè? Dopo che l'hai ammazzato
una volta, che altro gli vuoi fare
?"

Ho fatto della facile ironia sul "centesimo nome" :D perdonami. Visto il tuo nick immagino l'importanza del libro per te.

Bess!!!

Oggi sei in vena di citazioni?
 
Però il libro l'hai letto se conosci Bess.

Secondo me ho la sindrome d'asperger. Da quando ho letto Terroni un anno e mezzo fa, lo sto mandando giù a memoria.



La sola legge Pica (quella che
consentiva di imprigionare chiunque "sembrasse" dissentire dal nuovo corso) si
calcola abbia fatto circa sessantamila vittime. Ancora dodici anni dopo l'unificazione,
l'Italia, con una popolazione inferiore a quella degli altri paesi, ha la maggior quantità
di detenuti in Europa. A Montemiletto, uno dei più tormentati comuni dell'Avellinese,
cantavano: «Maledetto lo sissanta / c'ha lassata 'sta sementa / se 'ncrementa com'a
menta / pe' dà martirio a la povera genta».


Poi oggi ho preso Fuoco del Sud di Patruno.
 

Nerst

enjoy member
Io i libri le cui argomentazioni sono incentrate sulle piaghe del sud, non riesco a leggerli. Terroni e i libri di Saviano per me sono off limits, anche perchè quando chiedo le opinioni a chi li ha letti, mi rispondono che la visione di ciò che ti circonda cambia e cominci a vedere tutto marcio :cry:
 

Frundsberg

New member
Sarà perché conosco altri razzismi, ma questa divisione Nord VS Sud mi fa molto ridere.
 

Nerst

enjoy member
Sarà perché conosco altri razzismi, ma questa divisione Nord VS Sud mi fa molto ridere.


Mi trovi del tutto d' accordo con te, Frundsberg. Ma non possiamo negare che non sia un problemino presente nel paese.

Finchè ci saranno politici che lo sbandiereranno in TV, si fomenteranno animi malsani.
 

mame

The Fool on the Hill
Cì'è anche gente che dal Minnesota va a tagliare legna nell'Ontario. Classificherei anche loro come emigranti, ma non mi verrebbe mai di dire che gli USA sono terra d'emigrazione.

In questo sbagli. Anche negli Stati Uniti è esistito il fenomeno dell'emigrazione esattamente come in Italia. Gli abitanti dell'Oklahoma migravano verso la California perché le loro terre erano improduttive. Prova a leggere "Furore" di Steinbeck o "Ignoto è il loro nome" della Babb.
Anche l'Inghilterra e la Francia hanno un nord e un sud, ma con caratteristiche invertite rispetto all'Italia: da loro il nord è la parte povera e sfigata, il sud la parte ricca. Il razzismo è da tutte le parti.
 
Ultima modifica:
Probabilmente non riesco a spiegarmi bene. E' un mio limite.
Ho un amico senegalese. Mi spiegava che nella maggior parte dei paesi africani le zone interne sono poverissime e la gente tende a migrare nei centri urbani, con le conseguenti megalopoli che si stanno formando.
Sem mi parla di emigrazione del nord-Italia, tu mi parli di emigrazione dell'Oklahoma, io ti aggiungevo quella del Minnesota senza aver mai letto Furore, ma aver visto solo In mezzo scorre il fiume (da proporre come prossimo film da vedere insieme). Mettici anche quella dei messicani negli Stati Uniti e non dimentichiamo quella di Abramo da Ur dei Caldei fino in Egitto.
L'emigrazione meridionale è diversa, nei numeri prima di tutto, nei tempi. I numeri parlano di oltre 20 mln di emigranti all'estero. I numeri non tengono conto dell'emigrazione (chiamamoli flussi sud-nord e nord sud; per ogni 30000 persone dal sud verso nord, il nord ci invia un semtex) interna. L'Italia è l'unica nazione ad aver usato per il suo boom industriale la manodopera interna. I tedeschi hanno manodopera turca, inglesi e france hanno pescato nelle loro colonie ed ex colonie (ti dice niente?). Qui da noi il nord ha pescato nel sud.
Nei tempi. Tutte le emigrazioni che abbiamo citate sono ben delimitate nel tempo. Quella meridionale no. Mame si parte ancora oggi, da 150 anni, anzi 140, prima eravamo briganti (non capisco perché un polacco che nello steso perido lottava contro l'invasore russo era un eroico insorto e un duosiciliano che lottava contro l'invasione piemontese fosse chiamato brigante), poi siamo diventati emigranti. Ed è un flusso ininterrotto, tu ne sei l'emblema. E se prima si esportavano braccia, adesso l'emigrazione fa più male, perché vanno via i cervelli. 52000 all'anno negli ultimi cinque anni. Mame tu sei una di quella. La tua emigrazione ci ha impoverito due volte. La prima economica, perché la tua formazione è stata sostenuta/cosostenuta dai tuoi, la seconda, quella che fa più male, è di cultura. Il nord con te ha acquistato a costozero un'alta professionalità.
Non ho mai negato che il razzismo fosse da tutte le parti, ma nemmeno mi va di leggere la frase di Frundsberg quando parla di aver conosciuto altri generi di razzismo. Sei lodevole nella tua conoscenza Frundsberg, ma è lacunosa, perché altrimenti avresti dovuto anche conoscere il razzismo che spingeva le truppe piemontesi a brutalizzare intere popolazioni. Sai cosa diceva il D'Azeglio, uno dei padri dell'Unità d'Italia: "Meglio andare a letto con un lebbroso che con un meridionale" E non mancava occasione per ribadire che per loro noi eravamo solo "carne che puzza". Vogliamo parlare dei morti? Prendiamo il più grande genocidio che si conosce, quello ebraico, le cifre parlano di sei milioni di morti. Prendiamo quello armeno ad opera dei turchi, qui siamo sul milione. Stessa cifra in Ruanda. Per la pacifica annessione del Meridione, alcuni giornali dell'epoca parlarono di un milione di morti.
Nerst Terroni è diverso da Saviano. E poi non voler conoscere ciò che ci circonda, non significa che quello non esista. Non conoscere Sandokan non implicava la sua non esistenza. Terroni ha il merito di divulgare con linguaggio giornalistico, ciò che scrivevano i Fortunato, i Gramsci, i Salvemini e in epoca più recente i Zitara. Tutta questa gente non è contro l'Unità, quella andava fatta, ma come dicevo ad una mia amica, "il modo ancor m'offende". Siamo stati una colonia.


«Atterrite queste popolazioni» era l'ordine. In soli nove mesi, cifre ufficiali (quindi
false per difetto, visto quel che vanno rivelando i documenti dimenticati), quasi
novemila fucilati, poco meno di undicimila feriti, oltre seimila incarcerati, quasi
duecento preti, frati, donne e bambini uccisi. Prendiamole pure per buone, queste
cifre: in nove mesi. L'ultimo "brigante" oppositore fu ucciso dodici anni dopo, in
Calabria. «Intere popolazioni meridionali vennero sottoposte a una spietata
repressione militare, di cui si è persa ogni traccia, perché la documentazione relativa è
stata scientificamente distrutta, ma che provocò - secondo calcoli attendibili - almeno
centomila morti» ha scritto Giordano Bruno Guerri. Per altri, le cifre sono molto
maggiori; Lorenzo Del Boca (Indietro Savoia!) riporta conteggi sino a sette volte
tanto, parla di «sterminio di massa». È stato stimato che a opporsi in armi furono dagli
ottantamila ai cen-totrentacinquemila; che almeno altrettanti si prestarono a sostenerli,
rifornirli, a spiare per loro; e potevano farlo, perché avevano l'appoggio palese della
popolazione e meno palese dei possidenti. Fu necessario eliminarli tutti o quasi.
Antonio Ciano (ne Le stragi e gli eccidi dei Savoia riunisce notizie sugli eccidi,
riportate da diversi autori) somma, ai "briganti" fucilati, le vittime di rappresaglie, o
lasciate a spegnersi nei campi di concentramento, o di stenti e malattie nelle carceri o
fra i senzatetto; tanti impazzirono, si suicidarono. La carneficina arriverebbe, così, a
un milione di morti. Più o meno il numero di vittime che è costata l'importazione della
democrazia bushana in Iraq, da dove sono fuggiti quattro milioni di persone (dal
nostro Sud, da tre a cinque volte tanto) e sono state distrutte città, come Falluja, per
snidare i terroristi (nemmeno questo ci suona nuovo).
La rivista «Civiltà Cattolica» sostenne che il numero dei cadaveri lasciati dai
liberatori superò quello dei voti al plebiscito (strappati con la punta del pugnale e con
le minacce del moschetto), che furono più di un milione. Su nove milioni di abitanti.
Più morti che nei recenti conflitti etnici dei Balcani, calcola Erminio De Biase, in
L'Inghilterra contro il Regno delle Due Sicilie. Nel 1860 ci venne a trovare un
fratello. Era Caino. «Non si perda tempo a far prigionieri» aveva scritto Cavour al suo
re. E se ne facevano, li fucilavano per rappresaglia, come i lancieri a Montebello, che
uccisero sessantuno meridionali, per vendicare la morte di un loro capitano.



L'ho regalato ad un paio di persone, ma una non l'ha mai letto, l'altra ha fatto una fatica immane per finirlo. Io l'ho letto una miriade di volte, vorrei vivere come Baldassarre e ho conosciuto sia una Marta che una Bess. E sposerò una giacomina.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Da quando ho letto Terroni un anno e mezzo fa, lo sto mandando giù a memoria.

Il libro ce l'ho a casa,il mio compagno ha iniziato a leggerlo e ne sta divulgando il contenuto ad amici e parenti (me compresa).
Invece io non ho ancora il coraggio di leggerlo...non voglio approfondire la questione,preferisco non sapere cosa i piemontesi abbiano fatto (anche se poi qualcosa la so) perchè in me c'è anche una parte di sangue piemontese,infatti mia nonna materna era originaria della provincia di Alessandria ed emigrante al Sud per amore.Forse sbaglio a fare lo struzzo,lo so che il problema esiste,ma voglio ancora crogiolarmi nella mia quasi "ignoranza" per continuare a credere che si possa andare d'accordo e volersi bene indipendentemente dalla collocazione geografica.Forse,o anzi sicuramente,sarò ingenua :boh:.
 

mame

The Fool on the Hill
Probabilmente non riesco a spiegarmi bene. E' un mio limite.
Ho un amico senegalese. Mi spiegava che nella maggior parte dei paesi africani le zone interne sono poverissime e la gente tende a migrare nei centri urbani, con le conseguenti megalopoli che si stanno formando.
Sem mi parla di emigrazione del nord-Italia, tu mi parli di emigrazione dell'Oklahoma, io ti aggiungevo quella del Minnesota senza aver mai letto Furore, ma aver visto solo In mezzo scorre il fiume (da proporre come prossimo film da vedere insieme). Mettici anche quella dei messicani negli Stati Uniti e non dimentichiamo quella di Abramo da Ur dei Caldei fino in Egitto.
L'emigrazione meridionale è diversa, nei numeri prima di tutto, nei tempi. I numeri parlano di oltre 20 mln di emigranti all'estero. I numeri non tengono conto dell'emigrazione (chiamamoli flussi sud-nord e nord sud; per ogni 30000 persone dal sud verso nord, il nord ci invia un semtex) interna. L'Italia è l'unica nazione ad aver usato per il suo boom industriale la manodopera interna. I tedeschi hanno manodopera turca, inglesi e france hanno pescato nelle loro colonie ed ex colonie (ti dice niente?). Qui da noi il nord ha pescato nel sud.
Nei tempi. Tutte le emigrazioni che abbiamo citate sono ben delimitate nel tempo. Quella meridionale no. Mame si parte ancora oggi, da 150 anni, anzi 140, prima eravamo briganti (non capisco perché un polacco che nello steso perido lottava contro l'invasore russo era un eroico insorto e un duosiciliano che lottava contro l'invasione piemontese fosse chiamato brigante), poi siamo diventati emigranti. Ed è un flusso ininterrotto, tu ne sei l'emblema. E se prima si esportavano braccia, adesso l'emigrazione fa più male, perché vanno via i cervelli. 52000 all'anno negli ultimi cinque anni. Mame tu sei una di quella. La tua emigrazione ci ha impoverito due volte. La prima economica, perché la tua formazione è stata sostenuta/cosostenuta dai tuoi, la seconda, quella che fa più male, è di cultura. Il nord con te ha acquistato a costozero un'alta professionalità.
Non ho mai negato che il razzismo fosse da tutte le parti, ma nemmeno mi va di leggere la frase di Frundsberg quando parla di aver conosciuto altri generi di razzismo. Sei lodevole nella tua conoscenza Frundsberg, ma è lacunosa, perché altrimenti avresti dovuto anche conoscere il razzismo che spingeva le truppe piemontesi a brutalizzare intere popolazioni. Sai cosa diceva il D'Azeglio, uno dei padri dell'Unità d'Italia: "Meglio andare a letto con un lebbroso che con un meridionale" E non mancava occasione per ribadire che per loro noi eravamo solo "carne che puzza". Vogliamo parlare dei morti? Prendiamo il più grande genocidio che si conosce, quello ebraico, le cifre parlano di sei milioni di morti. Prendiamo quello armeno ad opera dei turchi, qui siamo sul milione. Stessa cifra in Ruanda. Per la pacifica annessione del Meridione, alcuni giornali dell'epoca parlarono di un milione di morti.
Nerst Terroni è diverso da Saviano. E poi non voler conoscere ciò che ci circonda, non significa che quello non esista. Non conoscere Sandokan non implicava la sua non esistenza. Terroni ha il merito di divulgare con linguaggio giornalistico, ciò che scrivevano i Fortunato, i Gramsci, i Salvemini e in epoca più recente i Zitara. Tutta questa gente non è contro l'Unità, quella andava fatta, ma come dicevo ad una mia amica, "il modo ancor m'offende". Siamo stati una colonia.


«Atterrite queste popolazioni» era l'ordine. In soli nove mesi, cifre ufficiali (quindi
false per difetto, visto quel che vanno rivelando i documenti dimenticati), quasi
novemila fucilati, poco meno di undicimila feriti, oltre seimila incarcerati, quasi
duecento preti, frati, donne e bambini uccisi. Prendiamole pure per buone, queste
cifre: in nove mesi. L'ultimo "brigante" oppositore fu ucciso dodici anni dopo, in
Calabria. «Intere popolazioni meridionali vennero sottoposte a una spietata
repressione militare, di cui si è persa ogni traccia, perché la documentazione relativa è
stata scientificamente distrutta, ma che provocò - secondo calcoli attendibili - almeno
centomila morti» ha scritto Giordano Bruno Guerri. Per altri, le cifre sono molto
maggiori; Lorenzo Del Boca (Indietro Savoia!) riporta conteggi sino a sette volte
tanto, parla di «sterminio di massa». È stato stimato che a opporsi in armi furono dagli
ottantamila ai cen-totrentacinquemila; che almeno altrettanti si prestarono a sostenerli,
rifornirli, a spiare per loro; e potevano farlo, perché avevano l'appoggio palese della
popolazione e meno palese dei possidenti. Fu necessario eliminarli tutti o quasi.
Antonio Ciano (ne Le stragi e gli eccidi dei Savoia riunisce notizie sugli eccidi,
riportate da diversi autori) somma, ai "briganti" fucilati, le vittime di rappresaglie, o
lasciate a spegnersi nei campi di concentramento, o di stenti e malattie nelle carceri o
fra i senzatetto; tanti impazzirono, si suicidarono. La carneficina arriverebbe, così, a
un milione di morti. Più o meno il numero di vittime che è costata l'importazione della
democrazia bushana in Iraq, da dove sono fuggiti quattro milioni di persone (dal
nostro Sud, da tre a cinque volte tanto) e sono state distrutte città, come Falluja, per
snidare i terroristi (nemmeno questo ci suona nuovo).
La rivista «Civiltà Cattolica» sostenne che il numero dei cadaveri lasciati dai
liberatori superò quello dei voti al plebiscito (strappati con la punta del pugnale e con
le minacce del moschetto), che furono più di un milione. Su nove milioni di abitanti.
Più morti che nei recenti conflitti etnici dei Balcani, calcola Erminio De Biase, in
L'Inghilterra contro il Regno delle Due Sicilie. Nel 1860 ci venne a trovare un
fratello. Era Caino. «Non si perda tempo a far prigionieri» aveva scritto Cavour al suo
re. E se ne facevano, li fucilavano per rappresaglia, come i lancieri a Montebello, che
uccisero sessantuno meridionali, per vendicare la morte di un loro capitano.



L'ho regalato ad un paio di persone, ma una non l'ha mai letto, l'altra ha fatto una fatica immane per finirlo. Io l'ho letto una miriade di volte, vorrei vivere come Baldassarre e ho conosciuto sia una Marta che una Bess. E sposerò una giacomina.

Non so se risentirmi per il fatto che mi hai scritto che sono "una di quelle".... :?? Ti sei rifatto con i successivi (immeritati) complimenti... :wink:

Ti rispondo un po' disordinatamente, ma in ordine di comparizione. Solo qualche precisazione.
1) La Germania post-bellica ha dovuto necessariamente accogliere immigranti, da qualunque posto del mondo, perché la guerra aveva sterminato una parte enorme della popolazione maschile e non c'erano più né braccia per lavorare né uomini da sposare. Come li hanno trattati, poi, è estremamente discutibile...
2) Leggi i libri che ti ho suggerito. E aggiungici anche "Le ceneri di Angela". Gli Stati Uniti hanno forza lavoro che arriva da ogni parte del mondo, ma la vita per gli immigrati non è stata affatto facile. Per gli inglesi, gli irlandesi resteranno sempre un branco di selvaggi che passano il tempo a sfornare figli pur non avendo nulla per farli mangiare. (Guarda ad esempio il relativo episodio di "Il senso della vita" - The Meaning of Life, film dei Monty Pyton.)
3) Concludendo, il diverso è sempre motivo di diffidenza. Che sia l'italiano vestito da figlio dei fiori o il senegalese in giacca e cravatta. Il marchio del sud è nel doversi quasi scusare di essere del sud ogni volta che ci pensano gli altri a ricordartelo. Ma come ti ho già detto, ci sono in Italia città che ti puntano il dito addosso e ti dicono di tornartene a casa e città dove puoi gridare ad alta voce da dove vieni e nessuno ti fa sentire diverso.

(Il più delle volte la pensiamo allo stesso modo, ma sembra sempre che litighiamo, io e te. Chissà perché. :ABBB )
 

semtex33

reloaded member
Il marchio del sud è nel doversi quasi scusare di essere del sud ogni volta che ci pensano gli altri a ricordartelo. Ma come ti ho già detto, ci sono in Italia città che ti puntano il dito addosso e ti dicono di tornartene a casa e città dove puoi gridare ad alta voce da dove vieni e nessuno ti fa sentire diverso.

La cosa è praticamente sempre identica chiunque tu sia ed ovunque tu vada. Quel che cambia è quanto viene palesato e quanto tu sia ricettivo (leggi sensibile) sull'argomento.
 
Ultima modifica:

mame

The Fool on the Hill
la manodopera non manca, ma è tutta altamente istruita (e vuole essere pagata come tale).

Non è esattamente così. Oggi come oggi saremmo tutti contenti di arrivare almeno alla fine del mese. Se ci escono anche le vacanze d'estate, portiamo un cero in chiesa. Ma posso darti come dato certo che ci sono persone con molti più titoli di studio di quelli richiesti a un qualsiasi insegnante di scuola che però, lavorando in azienda a 40 ore settimanali, guadagna meno di un insegnante che 40 ore settimanali non le fa mai.
Detto questo, uscirei dal luogo comune che vuole gli immigrati nei posti di lavoro che gli italiani non vogliono. Se mi guardo intorno dove vivo, gli spazzini sono tutti italiani, portieri e portiere sono italiani, mentre le commesse dell'alimentari all'angolo o il giornalaio sono extracomunitari. Ci sono sì tante persone in Italia che preferiscono fare le mantenute di mamma e papà piuttosto che "umiliarsi" a fare un lavoro che non è all'altezza dei loro studi, ma l'Italia è anche piena di gente di buona volontà che a prescindere dalla sua laurea andrebbe a fare il panettiere per pagare mutuo e bollette. Ogni tanto i telegiornali fanno servizi sensazionali per denigrare i giovani italiani che non accettano i lavori manuali, intervistano i titolari delle aziende disperati perché non trovano elettricisti, tornitori e via dicendo. Peccato che a tanti sfuggano i passaggi in cui quegli stessi titolari dicono che la manodopera la cercano già preparata. Il che significa che chi ha già fatto determinati studi non ha neanche l'opportunità di riciclarsi se non andando a imparare a proprie spese un altro mestiere perché le aziende non si vogliono far carico della sua formazione.
 
Vale la pena leggerlo: Terroni di Pino Aprile.

Non è poco:)

Sono stato a Pontelandolfo lo scorso anno. Vi sono molte case diroccate che mostrano ancora i segni dei roghi. Ho chiesto ad un adolescente cos'erano quei segni. Non mi ha saputo dire nulla. A Pontelandolfo non conosceva la strage di cui i suoi avi sono stati vittime. Fatti passati ormai, basta fare le vittime:

Così, accade che la verità venga scritta, ma non sia letta e se letta, non creduta; e se
creduta, non presa in considerazione; e se presa in considerazione, non tanto da
cambiare i comportamenti, da indurre ad agire "di conseguenza" I meridionali si
lamentano sempre e i carcerati si dicono tutti innocenti. Il paragone non è casuale; nel
bel libro Sull'identità meridionale, Mario Alcaro scrive: «Si può dire che è la difesa di
un imputato, di un cittadino del Sud che cerca una risposta alle tante critiche e accuse
che gli son piovute addosso». Il pregiudizio (pre, "prima") è una condanna senza
processo. Sospetto che la sua persistenza eviti, a chi lo nutre, un'ammissione di colpa.
«L'uomo è un animale mosso in modo determinante dalla colpa» rammenta Luigi
Zoja in Storia dell'arroganza. «Un sentimento di colpa può essere spostato, non
cancellato.» E il Nord aggressore incolpa l'aggredito delle conseguenze
dell'aggressione: rimosso il rimorso, se mai c'è stato.
 
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