Non riesco a trovare molti titoli delle sue opere :roll: ... sorry!
Va bene se lo indichi come "disegno", grazie mille! Intanto cerco meglio.
asiul, scusami se ti correggo, l' autore della mia proposta è Edvard Munch il titolo dell' opera è Sera sul viale Karl Johann
Segnalo solo per correttezza.
Mi piace come le nostre interpretazioni si completano a vicenda, ognuno secondo un suo punto di vista potremmo stare benissimo raccontando la stessa storia.
Sei veramente brava mia cara Lu.
Quando guardo questo quadro i miei pensieri corrono alla "ricerca di se stessi".
Mi spiego: quante volte ci siamo seduti a pensare di noi stessi e di ciò che siamo quando un atteggiameno o un sentimento che credevamo di non avere, compare all’ improvviso in una frase o un discorso.
La figura del quadro è seduta in terra in un cantuccio abbattuta, e questo potrebbe essere un atteggiamento fisico di chi ha scoperto un lato di se che non credeva di avere o perché si è arrivati a scoprirlo da soli o grazie ad altre persone. In ognuno di noi convive il colore bianco e nero, e quest’ultimo riesce a nascondersi bene nel nostro profondo, ma quando esce all’ improvviso ci abbatte e ci rende dubbiosi sul nostro vero io e sulle cose inaspettate che riusciamo a fare senza che credevamo esserne capaci prima. Insomma associo il quadro alla paura legata alla riflessione del nostro animo nel profondo, che riesce a tirare fuori il bene e il male, quale prevalga solo ognuno di noi lo sa.
“Ecco, non mi resta che sedermi qui, al buio, e lasciare andare nel vuoto la testa, i capelli, le membra, le vesti, verso il basso. Questo peso nel cuore è ingombrante e trascina tutto di me verso il basso, per fortuna c’è il pavimento, altrimenti sprofonderei ancora più in giù, verso le viscere della terra.
La paura mi attanaglia il cuore… sembra non ci sia via d’uscita alle preoccupazioni che mi soffocano la mente, anzi stanotte direi proprio che non esiste rimedio a nulla, e la paura è quella di restare qui per sempre schiacciata dagli ostacoli, e che nessuno si accorga di me e della mia sofferenza.
Paura di essere risucchiata dalla disperazione, ma soprattutto terrore che non verrà in mente mai a nessuno di cercarmi qui stanotte, seduta in questo angolo, e nessuno mi solleverà i capelli dal viso, nessuno vi vedrà le lacrime, nessuno cercherà una risposta negli occhi…
Paura di non essere capace di rialzarmi da qui, e di scrollarmi di dosso il buio…
Paura di respirare più forte o muovere le dita, e spezzare così questo momento di abbandono…
Resto ferma e piango piano.”
Poi dalla finestra si affaccia la luce pallida del mattino, e il telefono piano squilla in un angolo della stanza. Passa la paura, e si è pronti a rialzarsi.
Mi piacciono queste due immagini...e mi piace che abbiate commentato il dipinto con le vostre emozioni. Belle!