I salamini del Laocoonte.
Mi sembra però che con l'arrivo del Laocoonte.....siano spariti tutti quanti!!
E ti credo!! Il gruppo del Laocoonte* dopo il "derestauro" pare la fiera dei
salami affettati.....
Scherzo, ma non più di tanto dal momento che l'osservazione non è mia ma di uno dei maggiori teorici del restauro,
Cesare Brandi.
Il gruppo era stato ritrovato nel
1506, in modo del tutto fortuito presso il colle Oppio, non lontano dalle antiche terme di Tito.
Il 14 gennaio di quell'anno un certo Felice de Fredis cadde in una buca che si era aperta improvvisamente nella sua vigna.
Il poveretto se la cavò con qualche frattura ma in compenso la buca rivelò la presenza di un vano sotterraneo con un arco murato e numerosi frammenti di marmo.
Dopo l'assemblaggio risultò che al gruppo statuario così scoperto mancavano parecchie cosette: il braccio destro piegato di Laocoonte, le braccia dei figli, un piede del figlio piccolo, metà nuca del figlio di destra, una porzione del serpente fra il figlio di destra e il padre. La testa del serpente che sta per mordere il fianco di Laocoonte era fra i pezzi ritrovati, ma fu smarrita - sembra - e sostituita nel Settecento.
Un disegno di Marcantonio Raimondi del 1510 circa, raffigura il gruppo con il piede reintegrato.
Altre aggiunte furono fatte probabilmente entro il 1520 (le braccia dei figli) mentre l'intervento definitivo, con l'integrazione del braccio destro di Laocoonte, è opera del Montorsoli che vi lavorò tra il 1532 e il 1533 su incarico di Clemente VII.
In un disegno a carboncino del Montorsoli si scopre la sua
invenzione e cioè
il braccio teso. Da restauratore di statue antiche, con un attento studio dell'anatomia della statua, doveva aver capito che il braccio era piegato, ma scelse l'altra soluzione per accentuare l'espressione del
pathos, con una soluzione ben più "teatrale" di quanto non fosse l'antica.
Poi, in epoca imprecisata, il danno.
O meglio: il
derestauro, eseguito con il taglio netto del "braccio Montorsoli" che fu sostituito con un altro - il cosiddetto "braccio di Michelangelo" - quest'ultimo piegato.
Tale illustrissima paternità fu poi confutata poiché il "nuovo" braccio era in realtà opera di un anonimo scultore attivo nella seconda metà del XVI secolo o, addirittura, agli inizi del XVIII.
Ma l'avventura dei restauri non finisce qui.
Nel 1905 Ludwig Pollack, un mercante antiquario ebreo, capitò nella bottega di uno scalpellino romano e vide un braccio di marmo con un serpente aggrovigliato, da questi subito riconosciuto come l'originale braccio mancante del Laocoonte.
Peccato che sulla provenienza del pezzo non si abbia alcuna certezza...:??
Ad ogni modo l'essere entrato nella storia dell'archeologia non portò fortuna a Pollack. Sempre a Roma cadde in una retata dei nazisti e morì in un campo di sterminio.
L'ultima "versione" del Laocoonte è quella firmata da Filippo Magi, dopo il
derestauro condotto nel 1957.
In quell'occasione venne applicato il "braccio Pollack", ritoccata la posizione del figlio maggiore (quello che dà l'impressione di liberarsi) ed eliminate tutte le integrazioni del Settecento.
Il risultato, storicamente ed esteticamente opinabile, è quello dei "salamini" del Brandi che ho ricordato sopra.
Questa sì che è: paura
aura:
Engramma-Galleria n.50
*
il riferimento è relativo all'originale conservato al Belvedere in Vaticano, diverso dalla notissima copia di Baccio Bandinelli oggi agli Uffizi: http://www.artearti.net/images/uploads/image/Laocoonte-dopo-il-restauro.jpg