Ecco una recensione del blog pensieridinchiostro, son soddisfazioni :HIPP
Lettere dal buio raccoglie 16 racconti, scritti a quattro mani un po’ da uno e un po’ dall’altro.
Forse questo potrebbe lasciare perplesso qualche lettore, dal momento che potrebbero tranquillamente trattarsi di due raccolte separate, e non messe insieme com’è accaduto. In realtà, non ho riscontrato particolari differenze di stile o di brillantezza tra i racconti dei due autori: si percepisce, naturalmente, che dietro c’è una mano diversa, ma almeno per un paio di essi sono stata convinta fino alla fine che l’ideatore fosse uno, mentre in un momento successivo ho scoperto che si trattava dell’altro… perciò, ecco, questi due autori si intonano quasi alla perfezione.
Parlando di narrazione e di stile, trovo che un aggettivo adatto per descriverli sia frizzante: le frasi si susseguono a un ritmo serrato, spingono ad andare avanti con la lettura, non lasciano un attimo di respiro. Mentre leggevo, il mistero, l’angoscia, la paura permeavano letteralmente le pagine. Non capita certo di frequente di trovare uno stile così fluido e coinvolgente e allo stesso tempo curatissimo in ogni parola – accuratezza che ho riscontrato anche nel minuzioso assemblaggio dei fatti che si susseguono nei vari racconti. Insomma, in questo caso il talento è evidente.
A essere sincera, i racconti che mi sono piaciuti di più sono stati quelli scaturiti dalla penna di Germano Dalcielo (specialmente Mors tua vita mea, Non aprite quella porta e Volo AA11), forse – azzardo – per la maggiore esperienza di quest’ultimo, ma anche Calandrina e soprattutto La casa ha deciso, ovvero alcuni tra quelli di Elvio Bongorino, sono tra i miei preferiti.
Il vero punto forte della raccolta, però, secondo me sono le “Istantanee di un racconto”, che nel libro occupano la seconda parte del testo: si tratta di veri e propri flash (delle specie di one-shot, per chi si destreggia col linguaggio delle fan fiction), dei racconti di massimo due pagine – mentre tutti gli altri sono di dieci-venti. Qui la difficoltà è ancora maggiore, perché più lo spazio si restringe, più diventa difficile descrivere una situazione completa e far agire in essa i personaggi. In questo caso, a mio parere, l’istantanea migliore è Binari: fino a poche righe dalla fine, non avrei mai immaginato che sarebbe finita… così. Partire con un incipit insospettabile per poi far precipitare le cose in questo modo è un’idea, sempre secondo me, geniale.
Un plauso va fatto anche per la bellissima e misteriosissima copertina: sembra davvero dare l’impressione di un qualcosa di misterioso che incombe e che è pronto a saltarci addosso col favore del buio… brrr!
Per concludere, dunque, Lettere dal buio e i suoi autori sono assolutamente da tenere d’occhio: non è facile riuscire a trovare gioiellini come questi racconti, credetemi.